Pompei come esempio di mala gestio dello Stato

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Quotidianamente su qualsivoglia testata giornalistica o telegiornale si sente parlare di tagli o, ancor peggio di sprechi per quanto riguarda ambiti che in realtà necessiterebbero di fondi e ricerche in merito. Il debito pubblico si alza, il PIL aumenta a rilento e di percentuali a dir poco ridicole, e di conseguenza l’impiego, in particolare giovanile non accenna certo a dare segni positivi. L’ambito che è maggiormente flagellato da questa critica situazione è, manco a dirlo quello culturale. Sebbene tutto lo staff governativo si ponga in maniera positiva e in particolare il ministro della cultura voglia incentivare il settore turistico con aperture straordinarie di mostre, incremento di iniziative nei musei e conferenze correlate la strada è ancora lunga. Un lampante esempio di mala gestio del settore turistico e culturale, che potrebbe essere preso da esempio come cattiva gestione di tutto il nostro stato, riguarda uno dei siti archeologici più belli e meglio conservati al mondo e che costituisce un vero e proprio unicum per la cultura mondiale: Pompei. Annualmente infatti, si verificano episodi a dir poco sgradevoli nel sito, che lasciano fortemente sconcertati, ma che in realtà sono indici di un fattore molto più grave:l’Italia, e gli Italiani di conseguenza non hanno ancora capito il valore reale del patrimonio artistico e non riescono ad alimentare e a sviluppare un indotto legato a tale settore che sarebbe oltremodo proficuo. L’episodio in questione è legato ad un ennesimo scempio che si è verificato nel sito:la scorsa estate a causa di una riunione sindacale, indetta in una giornata centrale ed in alta stagione turistica a Pompei gli scavi sono rimasti chiusi per un tempo non definito lasciando in coda una folla di più di duemila turisti, scalpitanti e impazienti di visitare il magico luogo descritto da Plinio il Vecchio. La riflessione sorge spontanea:quale immagine diamo agli altri paesi del mondo attraverso gli occhi dei turisti? Quale può essere la considerazione e la credibilità di un paese che lascia duemila turisti al di fuori di uno dei più importanti siti archeologici dell’umanità? Purtroppo le critiche e le risposte sono quanto mai ovvie e amare, ma lasciano un forte spunto di riflessione che dovrebbe contribuire alla rinascita e alla riconquista dell’amore del proprio territorio nei cuori di chi lo abita. Senza amore per il proprio paese e per la propria cultura, non ci può essere futuro. Questo era solo un esempio, ma è quanto mai evocativo di come le problematiche che caratterizzano l’Italia siano legate molto spesso alla negligenza di talune persone che non fanno altro che danneggiare e vituperare l’Immagine del Bel Paese nel Mondo.