Pompei, decine di migliaia di fedeli per la supplica alla Madonna

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Decine di migliaia di fedeli hanno pregato questa mattina sul sagrato della Basilica dedicata alla Madonna del Rosario di Pompei in occasione della tradizionale Supplica. La celebrazione è stata presieduta dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Presente l’arcivescovo e prelato di Pompei Tommaso Caputo. Nell’omelia, Ravasi ha esortato i credenti “a saper guardare verso l’alto del cielo per ritrovare la speranza, ma anche a guardare verso il basso della terra per non restare indifferenti alla sofferenza dell’uomo”. In prima fila tra le autorità anche il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, con la moglie. Il Cardinale Ravasi si è soffermato sulla parola “sguardo”, utilizzando l’immagine degli occhi. “Sono uno degli strumenti fondamentali per la nostra comunicazione oltre e dopo la parola – ha detto – sono più importanti per certi versi. Due innamorati autentici, quando hanno esaurito la scorta delle loro parole, magari ripetute, se sono innamorati davvero, si guardano negli occhi e tacciono. E quel linguaggio muto, silenzioso, è molto più intenso di quelle parole che prima si pronunciavano”. “Qui a Pompei, ha aggiunto Ravasi, ”tutti i pellegrini vengono per sentirsi dire quella parola, che avete sentito tante volte ed era cara anche a San Giovanni Paolo II: ‘non abbiate paura’, ‘non temete’. Pensate, nella Bibbia, questa parola risuona 365 volte”. Un passaggio dell’ omelia del Cardinale Ravasi è stato rivolto alla violenza che insanguina le strade della Siria, della città di Aleppo in particolare. “Tante volte, anche nella nostra terra il sangue è lasciato dalla violenza… Ecco perché l’invito del cristianesimo è un invito alla carne. Il Verbo si è fatto carne. E’ un invito ad entrare nella storia. C’è questa parola che viene ripetuta continuamente: siate testimoni della vostra speranza, della vostra fede. Vorrei ricordare in questo momento una frase di un giudice che è stato ucciso dalla mafia, Rosario Livatino, di cui è in corso la causa di beatificazione: “Non basta essere credenti, bisogna essere anche credibili”.