Post-Covid, Centro Studi Tagliacarne: al Sud la ricchezza cresce di più, ma Milano resta prima

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in foto Andrea Prete, presidente di Unioncamere (fonte Imagoeconomica)
Solo 22 province su 107 hanno lasciato alle spalle nel 2021 la crisi causata dal Covid superando la ricchezza prodotta nel 2019 a valori correnti, piu’ della metà si trova in Campania e Sicilia. Crescite al top del valore aggiunto si registrano a Enna +2,9%, contro la media nazionale del -1,2%. Ma Milano con 49.332 euro a testa si conferma al primo posto per reddito prodotto pro-capite. E’ quanto emerge dall’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale del 2021 e i confronti con il 2019, una delle tradizionali attività di misurazione dell’economia dei territori realizzata dal sistema camerale. 
Tra il 2021 e il 2019 difficolta’ di recupero si riscontrano in particolare lungo tutte le province bagnate dal Mare Adriatico (-1,8%), in Toscana (-2,4%) e nel Triveneto (-2,3%). E’ soprattutto l’edilizia, grazie alle misure di sostegno governative, a segnare gli incrementi di valore aggiunto piu’ elevati (+12,6%), con punte superiori al 30% nell’Umbria e in gran parte della Sicilia. In crescita anche l’industria manifatturiera che pure sfiorando solo il 2%, contribuisce in maniera significativa alla ripresa dato il suo peso sull’economia. 
A fare piu’ fatica e’, invece, il comparto dei servizi (-2,7%) su cui pesa la difficile rimonta delle attivita’ connesse al turismo (-27,2%) con riflessi negativi soprattutto sulle citta’ metropolitane “Il Covid ha rimescolato la geografia produttiva del Paese. Registriamo, infatti, la crisi della tradizionale direttrice adriatica dello sviluppo e il rilancio di quella tirrenica, una differenziazione dei fenomeni di crescita nel Mezzogiorno, difficolta’ di diverse aree del Triveneto e il rafforzamento delle performances della provincia rispetto a quelle dei grandi centri metropolitani”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Se le province a maggiore densita’ industriale hanno dimostrato una maggiore resistenza rispetto alle altre -spiega- resta comunque il dato che questo dinamismo non e’ bastato a riportare in maniera territorialmente diffusa i livelli precedenti alla pandemia”.
Anche sulla scia dei provvedimenti governativi, rileva lo studio di Unioncamere, il comparto delle costruzioni ha recuperato piu’ velocemente le performance pre-Covid (+12,6%). Boom di crescita a Terni che sfiora il +42%. Seguono Perugia (+39,8%) e Messina (+37,6%). Ma nel complesso tutte le province italiane presentano un trend positivo, salvo Pordenone (-6,7%), Udine (-2,5%) e le province autonome di Bolzano (-0,5%) e Trento (-0,8%). 
L’industria manifatturiera cresce dell’1,9% tra il 2021 e il 2019, grazie alle buone performance dello scorso anno che si e’ chiuso con un incremento del 10,2% rispetto al 2020. 
La ripartenza e’ sostenuta soprattutto dal Nord Ovest (+ 2,7%) e dalle Isole (+2,3%) e in misura minore dal Centro (+1,8%) e dal Nord-Est (1,5%). Chiude, invece, alla pari il Sud, ma con forti eterogeneita’ tra i vari territori: dalle buone performance di Matera (+11,9%) a quelle negative di Chieti (-7,1%) e piu’ in generale di tutto l’Abruzzo. Manca l’obiettivo del recupero dei livelli pre-pandemia il settore dei servizi, che perde il 2,9% di valore aggiunto tra il 2021 e il 2019. A rallentare il passo e’ la difficoltà di ripresa del turismo che e’ ancora sotto di un quarto rispetto al periodo pre-Covid. Ma anche le attivita’ artistiche e creative (-25,0%) e quelle di supporto alle imprese (-11,8%) presentano ancora forti ritardi. Due attivita’ che hanno il loro cuore pulsante nelle grandi citta’ come Milano e Roma, che perdono rispettivamente il 3,1% e il 2,1%. 
La Campania si distingue per i risultati positivi conseguiti, con Avellino (+2,7%), Benevento (+1,8%), Caserta (+1,7%) e Salerno (0,8%). Nel confronto tra il 2021 e il 2019, sono i territori caratterizzati da una modesta dimensione imprenditoriale per numero di addetti ad essersi avvicinati di piu’ al valore aggiunto pre- Covid (-0,6%), rispetto a quelli dove le imprese sono mediamente piu’ grandi (- 1,6%). Proprio questi ultimi sono infatti stati i piu’ colpiti dalla crisi pandemica nel 2020 (-7,6% contro il -6,0% delle province con imprese mediamente piu’ piccole). E il forte rimbalzo del 2021 delle province con una dimensione di impresa piu’ grande (+6,5% rispetto al 2020 contro il 5,7% delle altre), non e’ riuscito ancora a compensare le gravi perdite subite. Vola il valore aggiunto di Enna (+2,9%), ma Milano resta al top per reddito pro-capite E’ Enna a registrare incrementi maggiori di valore aggiunto prodotto tra il 2021 e il 2019 (+2,9%), seguita da Avellino (+2,7%), Benevento, Caserta e Ragusa (+2,2% per tutte e tre le province). Milano e Bolzano si confermano ai primi due posti per reddito prodotto per abitante, rispettivamente 49.332 euro e 40.817, mentre Bologna (37.276) scalza dal terzo posto Firenze (37.237). Terni e’ la provincia che scala il maggiore numero di posizioni nella classifica del valore aggiunto pro-capite, passando dal 70esimo al 62esimo posto. In rimonta anche Avellino e Lecco che recuperano quattro ranghi collocandosi rispettivamente all’86 esimo e al 27esimo posto.