Il “reddito di inclusione sociale” calcolato in 320 euro mensili a favore dei cittadini che vivono in condizioni di povertà “avrà una durata permanente” in quanto “il nostro Paese deve avere strutturalmente uno strumento che intervenga rispetto a chi è in situazioni di povertà”. Lo sostiene il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, che a margine di un convegno a Milano ha indicato come “il nuovo strumento da 320 euro al mese deriva dal Sia (Sostegno di inclusione attiva) che abbiamo avviato nel 2015 in 12 grandi città italiane”.
Tetto a sussidio, massimo 400 euro a famiglia – Il nuovo sussidio contro la povertà dovrebbe essere pari a circa 80 euro a testa al mese con una media per una famiglia di 4 persone (con minori) di 320 euro, ma con un tetto massimo di 400 euro al mese per le famiglie con cinque componenti e oltre. Lo si apprende da tecnici del ministero del Lavoro. I criteri preferenziali per ottenere il sussidio in prima battuta potrebbero essere, oltre alla presenza di figli minori, l’essere madre single, la presenza di disabili in famiglia, l’assenza di occupati e l’Isee a zero.
“Prevediamo – spiega Poletti – un intervento universalistico che si rivolga a tutti i cittadini in condizione di povertà per produrre le condizioni per farli vivere dignitosamente”. Il Ministro chiarisce che “l’intervento si articola in un sostegno al reddito vincolato e condizionato ad un accordo tra il cittadino e la comunità locale che ha l’onere di prenderlo in carico”. Un accordo con il quale il cittadino “si impegna ad entrare in un determinato percorso, mandando i figli a scuola, accettando i lavori che gli vengono proposti e la eventuale formazione professionale”.
Il ministro sottolinea come “il percorso di aiuto sarà costruito a livello territoriale partendo dalle specifiche condizioni in cui si trova chi vi ricorre”. Soprattutto “è un reddito di inclusione sociale le cui risorse sono quelle previste dalla Legge di Stabilità, a cui aggiungiamo quelle del Sia dell’anno precedente, estendendolo in questo modo a tutti mentre il Parlamento approverà la legge delega per il nuovo strumento”.
Il “reddito di inclusione sociale” calcolato in 320 euro mensili a favore dei cittadini che vivono in condizioni di povertà “avrà una durata permanente” in quanto “il nostro Paese deve avere strutturalmente uno strumento che intervenga rispetto a chi è in situazioni di povertà”. Lo sostiene il ministro del Welfare, Giuliano Poletti, che a margine di un convegno a Milano ha indicato come “il nuovo strumento da 320 euro al mese deriva dal Sia (Sostegno di inclusione attiva) che abbiamo avviato nel 2015 in 12 grandi città italiane”.
Tetto a sussidio, massimo 400 euro a famiglia – Il nuovo sussidio contro la povertà dovrebbe essere pari a circa 80 euro a testa al mese con una media per una famiglia di 4 persone (con minori) di 320 euro, ma con un tetto massimo di 400 euro al mese per le famiglie con cinque componenti e oltre. Lo si apprende da tecnici del ministero del Lavoro. I criteri preferenziali per ottenere il sussidio in prima battuta potrebbero essere, oltre alla presenza di figli minori, l’essere madre single, la presenza di disabili in famiglia, l’assenza di occupati e l’Isee a zero.
“Prevediamo – spiega Poletti – un intervento universalistico che si rivolga a tutti i cittadini in condizione di povertà per produrre le condizioni per farli vivere dignitosamente”. Il Ministro chiarisce che “l’intervento si articola in un sostegno al reddito vincolato e condizionato ad un accordo tra il cittadino e la comunità locale che ha l’onere di prenderlo in carico”. Un accordo con il quale il cittadino “si impegna ad entrare in un determinato percorso, mandando i figli a scuola, accettando i lavori che gli vengono proposti e la eventuale formazione professionale”.
Il ministro sottolinea come “il percorso di aiuto sarà costruito a livello territoriale partendo dalle specifiche condizioni in cui si trova chi vi ricorre”. Soprattutto “è un reddito di inclusione sociale le cui risorse sono quelle previste dalla Legge di Stabilità, a cui aggiungiamo quelle del Sia dell’anno precedente, estendendolo in questo modo a tutti mentre il Parlamento approverà la legge delega per il nuovo strumento”.