Presentato restauro del Ninfeo della Pioggia sul Palatino

40

Roma, 25 ott. (askanews) – Il Ninfeo della Pioggia negli Horti Farnesiani sul Palatino è una delle testimonianze più significative della cultura romana di età tardo rinascimentale e barocca. Collocato nel cuore di quelli che furono tra i giardini aristocratici più celebri d’Europa, il Ninfeo, progettato nelle forme attuali da Girolamo Rainaldi, era uno spazio che, ispirandosi a esempi dell’antica Roma e del primo Rinascimento, veniva utilizzato dai Farnese, soprattutto nella stagione calda, come spazio per la festa e il diletto.

Raccolti discretamente in una grande stanza semi sotterranea decorata con affreschi e sculture antiche, gli ospiti del Ninfeo potevano godere della penombra rinfrescante e del melodioso risuonare della fontana della Pioggia, congegnata in modo da riprodurre lo stillare naturale dell’acqua dal cielo.

Chiuso al pubblico da molti decenni per motivi conservativi, il Ninfeo della Pioggia è stato oggetto di un importante progetto di recupero e valorizzazione da parte del Parco archeologico del Colosseo, avviato nel 2020 e conclusosi nel 2023.

Come sottolineato da Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo “Il progetto di restauro ha comportato la risoluzione del complicato problema di infiltrazioni di acqua che interessava le murature del Ninfeo, il consolidamento e il restauro di tutta la struttura. Un lavoro lungo e difficile, per il quale sono stati coinvolte diverse professionalità e che solo grazie alla sinergia di tutti è stato possibile portare a termine”.

Nell’ambito del progetto, un particolare impegno è stato dedicato al recupero filologico della Fontana della Pioggia e di tutte le superfici interne decorate ad affresco e stucco, impegno che ha portato a importanti risultati scientifici.

Come racconta Roberta Alteri, responsabile del progetto, “La Fontana della Pioggia è stata restituita al suo aspetto originale, con il suo gioco idraulico di sette vaschette metalliche di diverse misure e le sue decorazioni a finte stalattiti. Il restauro degli affreschi ha consentito il recupero integrale dei testi pittorici ancora conservati, che nuove ricerche di archivio attribuiscono alla mano del Modanino, interessante figura del Barocco ancora poco nota agli studi”.

Il Direttore Alfonsina Russo aggiunge “La rilettura integrale degli affreschi permette oggi di comprendere bene quali fosse la funzione originale del Ninfeo e i suoi usi: uno spazio concepito illusoriamente come una pergola in un giardino, animata da musica e canti, poesia e colte conversazioni all’ombra degli antichi e della natura simulata grazie agli artifici dell’architettura.”

Il progetto di restauro è stato preceduto e accompagnato da studi e ricerche, che hanno avuto l’obiettivo di supportare in modo filologico gli interventi conservativi e di ricostruire il più generale contesto storico-culturale del Ninfeo della Pioggia, coi suoi valori culturali materiali e immateriali. I risultati delle ricerche vengono comunicati al pubblico con differenti modalità e tempi.

E’ ancora il Direttore Alfonsina Russo a raccontare la volontà di far conoscere a tutti i risultati dei restauri e questo monumento “dimenticato” del barocco romano. “Il Parco archeologico del Colosseo da sempre è attento ai valori della comunicazione, della partecipazione e dell’inclusione. Tutelare per noi significa sempre conoscere e condividere con cittadini, visitatori e studiosi. Restituiamo oggi al pubblico un altro pezzo di storia del Palatino e della città”.

“In concomitanza con la riapertura del Ninfeo della Pioggia”, aggiunge Roberta Alteri “il Parco presenta al pubblico “Festa Barocca”, un’originale art-based experience che rievoca l’effimero della vita di corte dell’epoca, attraverso la sinergia delle arti: musica, parole, immagini, suoni. Una produzione originale del Parco, che sperimenta così nuove forme di valorizzazione per patrimonio”.

A dicembre 2023 (13-15 dicembre), infine, a consuntivo di questo progetto il Parco organizza un convegno internazionale dedicato ai Ninfei antichi e moderni a Roma e nel Lazio, che vede coinvolti studiosi italiani e stranieri e molte nuove ricerche, e una mostra (Splendori farnesiani, 12 dicembre – 7 aprile) che racconterà al grande pubblico la storia degli Horti Farnesiani dalla particolare prospettiva della cultura immateriale, ricostruendo con opere d’arte e apparatimultimediali le atmosfere della festa, del banchetto e della cultura botanica e zoologica del Seicento.