Pressione fiscale nel 2015 al 43,5%

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La pressione fiscale del 2015 al 43,5%, in calo di 0,1 punti su base annua ma in rialzo di 0,2 punti sulla stima precedente. Lo rileva l’Istat.

La correzione, spiega, è dovuta alle “risorse affluite dal sistema bancario italiano al Fondo Nazionale di Risoluzione (2,3mld)” nell’ambito del Salva-banche, registrate come “imposte indirette”, mentre “i fondi trasferiti dal Fondo stesso per coprire le perdite delle banche commissariate (circa 1,7 mld) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale”.

L’operazione ha portato anche a modificare i valori assoluti, in euro, dell’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, con un miglioramento di circa 700 milioni (da 43.101 milioni a 42.388 milioni). Tornando alla pressione fiscale, nel quarto trimestre del 2015 è stata pari al 50,3%, invariata rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Dando conto delle revisioni l’Istituto di statistica chiarisce: “i dati trimestrali diffusi in questa sede corrispondono alla nuova versione del Conto delle Ap definito in occasione della trasmissione a Eurostat del 31 marzo. Rispetto a quello pubblicato lo scorso primo marzo il conto presenta alcuni lievi aggiustamenti per ciascuno degli anni 2012-2015 e una revisione puntuale di rilievo per il 2015. Quest’ultima riguarda il trattamento, concordato di recente con le autorità statistiche europee, delle operazioni connesse alla risoluzione della crisi di quattro banche, secondo le decisioni assunte lo scorso 22 novembre dal Governo Italiano e dalla Banca d’Italia. In particolare, le risorse affluite dal sistema bancario italiano al Fondo Nazionale di Risoluzione (pari a circa 2,3 miliardi di euro) sono stati registrate nell’ambito delle imposte indirette (nello specifico “altre imposte sulla produzione”), mentre i fondi trasferiti dal Fondo stesso per coprire le perdite delle banche commissariate (pari a circa 1,7 miliardi) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale. In conseguenza della citata revisione delle entrate, la pressione fiscale risulta rivista al rialzo di 0,2 punti percentuali”.

Rapporto nel deficit-Pil 2015 confermato a 2,6% – Nel quarto trimestre 2015 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari al 2,2%, risultando inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2014. Lo rileva l’Istat, confermando che complessivamente, nel 2015 il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 2,6%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del 2014.

La pressione fiscale del 2015 al 43,5%, in calo di 0,1 punti su base annua ma in rialzo di 0,2 punti sulla stima precedente. Lo rileva l’Istat.

La correzione, spiega, è dovuta alle “risorse affluite dal sistema bancario italiano al Fondo Nazionale di Risoluzione (2,3mld)” nell’ambito del Salva-banche, registrate come “imposte indirette”, mentre “i fondi trasferiti dal Fondo stesso per coprire le perdite delle banche commissariate (circa 1,7 mld) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale”.

L’operazione ha portato anche a modificare i valori assoluti, in euro, dell’indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, con un miglioramento di circa 700 milioni (da 43.101 milioni a 42.388 milioni). Tornando alla pressione fiscale, nel quarto trimestre del 2015 è stata pari al 50,3%, invariata rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Dando conto delle revisioni l’Istituto di statistica chiarisce: “i dati trimestrali diffusi in questa sede corrispondono alla nuova versione del Conto delle Ap definito in occasione della trasmissione a Eurostat del 31 marzo. Rispetto a quello pubblicato lo scorso primo marzo il conto presenta alcuni lievi aggiustamenti per ciascuno degli anni 2012-2015 e una revisione puntuale di rilievo per il 2015. Quest’ultima riguarda il trattamento, concordato di recente con le autorità statistiche europee, delle operazioni connesse alla risoluzione della crisi di quattro banche, secondo le decisioni assunte lo scorso 22 novembre dal Governo Italiano e dalla Banca d’Italia. In particolare, le risorse affluite dal sistema bancario italiano al Fondo Nazionale di Risoluzione (pari a circa 2,3 miliardi di euro) sono stati registrate nell’ambito delle imposte indirette (nello specifico “altre imposte sulla produzione”), mentre i fondi trasferiti dal Fondo stesso per coprire le perdite delle banche commissariate (pari a circa 1,7 miliardi) sono stati contabilizzati all’interno delle uscite in conto capitale. In conseguenza della citata revisione delle entrate, la pressione fiscale risulta rivista al rialzo di 0,2 punti percentuali”.

Rapporto nel deficit-Pil 2015 confermato a 2,6% – Nel quarto trimestre 2015 l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil (dati grezzi) è stato pari al 2,2%, risultando inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto a quello del corrispondente trimestre del 2014. Lo rileva l’Istat, confermando che complessivamente, nel 2015 il rapporto tra deficit e Pil è stato pari al 2,6%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del 2014.