Se avessero lo stesso tax rate risparmierebbero 600 milioni l’anno
Modena, 25 giu. (askanews) – E’ vero che nel corso degli ultimi dieci anni gli interventi legislativi hanno ridotto la pressione fiscale per le medie imprese, ma è anche vero che se alle medie imprese fosse stato applicato il medesimo tax rate delle grandi imprese avrebbero risparmiato in un decennio 6 miliardi di euro, pari al 5,2% dei mezzi proprio di ne 202 e al 9% degli investimenti cumulati. E’ quanto emerge dal Rapporto sulle medie imprese industriali italiane e nel Report “La competitività delle medie imprese tra percezione dei rischi e strategie di innovazione” realizzati dall’area studi di Mediobanca, dal Centro studi Tagliacarne e Unioncamere e presentati a Modena. Nel report emerge come il tax rate per le medie imprese ha toccato il 23,6% nel 2022, ovvero 4,2% in più di quello che emerge dai bilanci delle grandi imprese (19,4%). “Il comparto manifatturiero di imprese di media dimensione è quello che tira di più nell’economia italiana, perché ci sono le aziende che performano di più, che esportano di più e anche quelle più predisposte verso la transizione” ha commentato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. Ma sono anche quelle “che pagano di più le tasse”. Infatti “se le medie imprese italiane pagassero le tasse delle grandi imprese – ha aggiunto Prete – avrebbero risparmiato complessivamente 600 milioni ogni anno da dedicare ad altre attività, questo la dice lunga su come ci siano differenze nella tassazione: questo settore, imprese che fatturano fino da 380 milioni di euro e fino a 500 dipendenti, 4.000 in Italia diffuse soprattutto nel Centro Nord, solo il 10% sono nel Mezzogiorno, rappresentano un fiore all’occhiello della nostra economia e dimostrano perché questo Paese, al netto delle tante difficoltà, rimane tra i grandi player mondiali ed è la seconda manifattura in Europa”.