Previsioni di accurati quozienti di mortalità hanno bisogno di previsioni meteorologiche di buona qualita’: è quanto afferma la triade di economisti :
- DI Jeffrey G. Shrader è professore assistente presso la School of International and Publica Affairs della Columbia University e affiliato alla ricerca IZA-World of Labor
- Laura Bakkensen è professore associato e direttore dei programmi Masters of Public Administration (MPA) e Masters of Public Policy (MPP) presso l’Università dell’Arizona.
- Derek Lemoine è professore associato di economia presso l’Eller College of Management, ricercatore associato del National Bureau of Economic Research (NBER) e associato del Centre for Economic Policy Research (CEPR).
Presentando tre versioni a seconda dell’Editore e del grado di approfondimento diverso
- NBER Fatal Errors: The Mortality Value of Accurate Weather Forecasts (qui)
- IZA DP No. 16253: Fatal Errors: The Mortality Value of Accurate Weather Forecasts (qui)
- IZA DP No. 16253 Jeffrey G. Shrader Laura Bakkensen Derek Lemoine Fatal Errors: The Mortality Value of Accurate Weather Forecasts JUNE – 2023 (qui) or its download (qui)
Volendo andare al sodo della questione, al netto di tutti i dettami formali che, principalmente si consideri la prima versione (a) del Paper, che mostra l’acume metodologico degli Autori, in ben 41 pagine.
– Altrimenti, in estrema sintesi, gli Autori affermano quanto segue: “Forniamo le prime stime di preferenza rivelata dei benefici delle previsioni meteorologiche di routine.
I benefici derivano dal modo in cui le persone utilizzano le informazioni anticipate per ridurre la mortalità da caldo e freddo.
Teoricamente, previsioni più accurate riducono la mortalità, se e solo se, il rischio di mortalità è convesso in funzione degli errori di previsione. Verifichiamo tale convessità, continuano, utilizzando i dati relativi all’universo degli eventi di mortalità e previsioni meteorologiche per un periodo di dodici anni negli Stati Uniti. Previsioni erroneamente lievi aumentano la mortalità, mentre previsioni erroneamente estreme non riducono la mortalità”
Gli Autori, Jeffrey G. Shrader, Laura Bakkensen e Derek Lemoine, infine, in questi pochi righi seguenti, riportano sinteticamente le opportunità che derivano dai risultati dell’applicazione del modello proposto: “Riconoscendo che le risposte alle previsioni comportano dei costi, dimostriamo teoricamente come questi costi possano essere incorporati nelle stime della disponibilità del pubblico a pagare per migliorare le previsioni. I nostri risultati rivelano che negli Stati Uniti, la disponibilità a pagare (basata esclusivamente sulla riduzione della mortalità) per una previsione del giorno prima più accurata del 50% nel corso del secolo rimanente ammonta a 112 miliardi di dollari. Circa il 20% di questo valore è dovuto ai cambiamenti climatici, che determinano una maggiore frequenza di giornate calde che beneficiano particolarmente di una maggiore accuratezza delle previsioni. È importante notare che la disponibilità a pagare supera di gran lunga l’intero budget del National Weather Service, circa 1 miliardo di dollari all’anno. Pertanto, i nostri risultati, gli autori concludono, suggeriscono che la società ha da guadagnare dall’allocazione di risorse aggiuntive per migliorare l’accuratezza delle previsioni”……. In conclusione, “In tutto lo spettro delle temperature, le previsioni troppo miti rappresentano una minaccia maggiore durante il caldo. Ciò è in parte dovuto ai rapidi tassi di mortalità associati alle giornate calde, come l’ipertermia, rispetto ai tempi più lunghi necessari per soccombere agli effetti delle giornate fredde, comprese le successive infezioni respiratorie. Di conseguenza, l’accuratezza delle previsioni si rivela più preziosa nelle giornate calde”.