Prezzi: da tatuaggi ad auto usate, come cambia paniere

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 Sempre più tatuati, con uomini in bermuda e bambine in leggings. Il nuovo paniere dell’Istat per il calcolo dell’inflazione fotografa gli italiani e le loro abitudini di spesa nel 2016. Ne emerge un Paese sempre più attento alle mode, dove aumenta il peso dei prezzi di abbigliamento e calzature, trattamenti di bellezza, alberghi e ristoranti mentre cala – complice il crollo del petrolio – quello dei trasporti. Escono di scena i viaggi in treno di notte, in affollate cuccette o comodi vagoni letto, che vengono eliminati dal paniere perché, spiega l’Istat, “la spesa sostenuta dalle famiglie per questi servizi risulta ormai trascurabile”. E smettono di essere monitorati anche i costi per il trasferimento della proprietà di auto e moto.

Fanno il loro ingresso nel calcolo, invece, oltre ai tatuaggi, ai pantaloni corti e ai leggings, le auto usate, così come i trapani elettrici per il fai-da-te e le offerte integrate per televisione, telefonia e internet. Le novità spaziano dai prodotti per la casa – tra lampadine Led e panni cattura polvere – alle abitudini alimentari, come le bevande vegetali di riso o di soia, fino alle soluzioni abitative, con l’ingresso nel calcolo degli alloggi universitari. Queste modifiche non convincono le associazioni di consumatori.

Si tratta, secondo Federconsumatori e Adusbef, di “piccoli adeguamenti che non cambiano la sostanza” di parametri “inadeguati nel rilevare il reale andamento dei prezzi”. Sulla stessa linea l’Unione nazionale consumatori si domanda perché “cala il peso di quanto le famiglie spendono per l’affitto dell’abitazione principale, per l’acqua o per i rifiuti, mentre salgono le spese per i ristoranti, l’abbigliamento, le calzature o i servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza”. Il timore delle associazioni è dovuto al fatto che “la variazione dei pesi è ancora più importante e delicata dei beni che entrano ed escono dal paniere – spiega il Codacons – perché proprio su tali pesi si basa il calcolo dell’inflazione e, quindi, le scelte economiche che interessano milioni di cittadini”. In attesa delle decisioni della Banca centrale europea sui tassi di interesse del mese prossimo, l’Istat ha reso noti i dati provvisori sull’andamento dei prezzi in Italia a gennaio. L’inflazione accelera su base annua allo 0,3% dallo 0,1% di dicembre, ma su base mensile c’è un calo dello 0,2% dovuto alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici. L’inflazione acquisita per il nuovo anno va così sotto zero e si attesta a -0,4%.

 Sempre più tatuati, con uomini in bermuda e bambine in leggings. Il nuovo paniere dell’Istat per il calcolo dell’inflazione fotografa gli italiani e le loro abitudini di spesa nel 2016. Ne emerge un Paese sempre più attento alle mode, dove aumenta il peso dei prezzi di abbigliamento e calzature, trattamenti di bellezza, alberghi e ristoranti mentre cala – complice il crollo del petrolio – quello dei trasporti. Escono di scena i viaggi in treno di notte, in affollate cuccette o comodi vagoni letto, che vengono eliminati dal paniere perché, spiega l’Istat, “la spesa sostenuta dalle famiglie per questi servizi risulta ormai trascurabile”. E smettono di essere monitorati anche i costi per il trasferimento della proprietà di auto e moto.

Fanno il loro ingresso nel calcolo, invece, oltre ai tatuaggi, ai pantaloni corti e ai leggings, le auto usate, così come i trapani elettrici per il fai-da-te e le offerte integrate per televisione, telefonia e internet. Le novità spaziano dai prodotti per la casa – tra lampadine Led e panni cattura polvere – alle abitudini alimentari, come le bevande vegetali di riso o di soia, fino alle soluzioni abitative, con l’ingresso nel calcolo degli alloggi universitari. Queste modifiche non convincono le associazioni di consumatori.

Si tratta, secondo Federconsumatori e Adusbef, di “piccoli adeguamenti che non cambiano la sostanza” di parametri “inadeguati nel rilevare il reale andamento dei prezzi”. Sulla stessa linea l’Unione nazionale consumatori si domanda perché “cala il peso di quanto le famiglie spendono per l’affitto dell’abitazione principale, per l’acqua o per i rifiuti, mentre salgono le spese per i ristoranti, l’abbigliamento, le calzature o i servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza”. Il timore delle associazioni è dovuto al fatto che “la variazione dei pesi è ancora più importante e delicata dei beni che entrano ed escono dal paniere – spiega il Codacons – perché proprio su tali pesi si basa il calcolo dell’inflazione e, quindi, le scelte economiche che interessano milioni di cittadini”. In attesa delle decisioni della Banca centrale europea sui tassi di interesse del mese prossimo, l’Istat ha reso noti i dati provvisori sull’andamento dei prezzi in Italia a gennaio. L’inflazione accelera su base annua allo 0,3% dallo 0,1% di dicembre, ma su base mensile c’è un calo dello 0,2% dovuto alla diminuzione dei prezzi dei beni energetici. L’inflazione acquisita per il nuovo anno va così sotto zero e si attesta a -0,4%.