Prove Invalsi in corso: il Computer Based Testing a garanzia della qualità dei dati dei processi educativi

PROVE INVALSI IN CORSO.  Il “Computer Based Testing” (CBT) a garanzia della qualità dei dati dei processi educativi di un’Italia “duale”, senza rettificare “comportamenti impropri”, come dal 2010”, né inducendo a tentativi di ricerca di “modelli”.

Si va, nel rispetto dei calendari, verso la effettuazione delle Prove Invalsi di Italiano, Matematica e Inglese.
E’ molto interessante il link che l’INVALSI ha messo in rete, ieri, 28/03/2023, con l’aggiornamento del sito INVALSI OPEN Sito Ufficiale Area Prove Nazionali, link che non sono dissimili, da altri che si riferiscono a differenti livelli di apprendimento, nell’ambito di un programma di diffusione continua e capillare che abbraccia la casistica dei diversi LIVELLI di istruzione degli alunni. Essi vanno incoraggiati, insieme alle loro famiglie, a dare il meglio di loro stessi e intensificare le possibilità e le occasioni di crescita del capitale umano ,nelle Paese di appartenenza, e non solo, adeguandolo qualitativamente alla versatilità che richiede il particolare inusuale mercato del lavoro nel quale, oggi, si entra anche da vero e proprio “esploratore” innestandosi sul talvolta non facile percorso dell’istruzione permanente e ricorrente che accompagnerà le oggi studentesse e studenti oltre il ritiro dal lavoro.
Gli studenti dei vari gradi scolastici possono familiarizzare con la Piattaforma che ospita le Prove. La Piattaforma TAO è infatti lo strumento che si utilizza per la somministrazione delle Prove INVALSI in CBT, Computer Based Testing”.
Il funzionamento del CBT è semplice e intuitivo, ma è bene familiarizzare con la modalità al computer prima delle Prove per non incontrare difficoltà quando si affrontano le rilevazioni nazionali”.
 L’editoriale del Presidente, da una parte, e la spiegazione di che cos’è CBT, e come funziona, dall’altra, presentandolo con  un youTube, quest’ultimo loquace delle trasformazioni, ineccepibilmente molto migliorative della “raccolta” dei dati.

Editoriale del Presidente dell’INVALSI, Roberto Ricci, – Perché i dati danno forza alle idee
“Il Presidente Roberto Ricci fa chiarezza rispetto ad alcune domande e perplessità che ogni anno accompagnano l’avvio delle Rilevazioni nazionali”.
Da Fonte Invalsi OPEN Sito Ufficiale Area Prove Nazionali si riprende quanto scrive il Presidente Roberto Ricci (qui) 

L’appuntamento annuale con le Rilevazioni INVALSI, come sempre, porta con sé domande e anche perplessità. Entrambe sono certamente comprensibili per un evento che vede coinvolte tutte le componenti della popolazione scolastica e non solo gli studenti che sostengono le Prove. Sapere in quale direzione va la scuola osservandola con una lente super partes, come quella messa a disposizione dalla ricerca valutativa e dalle Rilevazioni nazionali, offre a tutti noi un’opportunità in più per analizzare la realtà scolastica sotto profili diversi, che integrano e ampliano una visione basata a volte solo sull’esperienza personale o anche su convinzioni di senso comune.
Probabilmente questo è il motivo per il quale alcune domande paiono essere ricorrenti; ciò non esime comunque dal prestarvi attenzione e, più ancora, dal cercare di darvi risposta. Del resto, la scuola non è solo il luogo deputato all’istruzione, ma è anche luogo di formazione per eccellenza, nel quale e intorno al quale si aprono spazi di dibattito e di confronto, che contribuiscono allo sviluppo culturale, sociale e umano di ciascuno di noi.
Una delle domande più ricorrenti è se le Prove INVALSI siano o meno parte dell’esame finale dei cicli scolastici. Come abbiamo già avuto modo di dire in diverse sedi, anche attraverso questo sito, le Rilevazioni annuali non costituiscono parte dell’esame conclusivo, né incidono sul voto finale; sono tuttavia requisito obbligatorio per poter sostenere gli esami di Stato. L’obiezione conseguente, pressoché immediata, si traduce nell’ulteriore domanda: “ma allora perché sostenerle?” Anche in questo caso, la risposta può apparire semplice ed è ormai nota: non per valutare lo studente, compito che spetta esclusivamente agli insegnanti, ma per contribuire a monitorare lo stato di salute del sistema scolastico.
Esaminando però un po’ più in profondità questa asserzione si comprendono maggiormente le implicazioni che possono derivarne a supporto della scuola. Perché ciò accada, in questo percorso bisogna riconsiderare la reale portata del datoche a prima vista può suscitare la sensazione di un approccio freddo e distaccato a questioni complesse e rilevanti. Questo non avviene soltanto quando trattiamo di scuola, ma ogni volta che ci confrontiamo con problematiche articolate e di grande rilevanza sociale quali, ad esempio, la salute, il contrasto alle dipendenze, la violenza di genere e molto altro ancora.
Leggere la realtà attraverso il dato non è un esercizio matematico, ma costituisce uno strumento che ci consente di comprendere fenomeni rilevanti per la nostra vita quotidiana, aiutandoci a non farci condizionare dal senso comune, spesso fuorviante.
I dati infatti descrivono la realtà per come è, ci permettono di leggerla in profondità evidenziandone i punti di forza, i passi compiuti per migliorarla ma anche le fragilità sulle quali occorre intervenire. L’individuazione di un problema, di norma, genera uno slancio verso la ricerca di soluzioni, ma tale energia rischia di andare dispersa in rivoli poco produttivi se non orientata da informazioni attendibili, solide e scientificamente valide.
Comprendere, ad esempio, le differenze che esistono nella popolazione scolastica aiuta a capire in quale direzione orientare gli investimenti – sia a livello didattico e formativo che a livello economico – rendendoli sempre più mirati alle esigenze della scuola nel suo complesso e di ogni singolo studente.
Questo significa rendere concreti concetti alti come inclusione ed equità attraverso adeguate azioni di supporto, il cui effetto moltiplicatore non si esaurisce tra le mura scolastiche ma si riverbera sulla crescita integrale della persona.
Leggere l’articolata realtà della scuola attraverso i dati, non significa perciò impoverirne la visione e trascurarne la ricchezza in termini di portato culturale e umano. Significa, al contrario, assumere una prospettiva scientifica che non concede margini a interpretazioni semplicistiche, ma che individua e indica piste di sviluppo mirate.
È per questo che i dati messi a disposizione dalle Rilevazioni nazionali costituiscono, tra le altre, una piattaforma solida per contribuire a sostenere lo slancio dell’intera comunità a favore della scuola su una traiettoria sicura e di lungo corso” conclude il Presidente Roberto Ricci.

La modalità CBT ha molti vantaggi ed è semplice da utilizzare (clicca qui)

Le Prove INVALSI svolte al computer sono più in linea con i tempi, perché l’acquisizione delle risposte avviene automaticamente e i docenti non devono investire tempo prezioso per immettere dati a mano. Ma la novità di gran lunga più importante è che permettono di fornire una valutazione più precisa

Come ci spiega questo video. Intitolato Le prove al computer valgono ancora meglio e  (clicca qui)  del quale  è ripreso lo sbobinamento che esplicitamente esclude che la resa della performance dell’ “individuo- studente“ non sia quella “originaria, non essendo necessario né la rettifica per tener conto della diversa provenienza territoriale degli studenti  né sostituita da “dati di modello”.

TRASCRIZIONE DEL TESTO
Fino al 2017 l’invalsi doveva distribuire qualcosa come 2,5 milioni di prove 22 tir di carta in oltre 46mila sedi scolastiche in ogni angolo d’italia dal 2018 invece le prove hanno cominciato a passare dalla carta al computer così gli insegnanti non devono più inserire i dati a mano, non solo, nelle prove su carta a tutti i ragazzi era sottoposto lo stesso set di domande [Dal 2018..2019, in maniera crescente], in quelle al computer, INVECE, ai ragazzi  vengono proposti diversi gruppi di domande equivalenti per abilità misurata e livello di difficoltà tratti da un’apposita banca delle domande oppure parte delle stesse domande ma proposte in un ordine diverso così i risultati sono certi ma questo è il meno in una prova al computer i risultati sono basati su un maggior numero di dati grazie alle prove e ai pre test effettuati in questi anni su milioni di ragazzi l’invalsi dispone di una grande base di dati sulla capacità degli studenti di rispondere ai quesiti contenuti nella banca delle domande analizzandoli statisticamente è possibile calcolare la probabilità con la quale data una risposta corretta a una delle domande della prova uno studente avrebbe risposto correttamente ad altri quesiti in altre parole è come se lo studente avesse risposto a molte più domande di quelle presenti nella sua prova il risultato è una valutazione ancora più accurata rispetto al passato e che lo diventerà sempre di più in futuro quando l’INVALSI disporrà di ancora più dati.

 Il commento INVALSI a piè YouTube 

“Le Prove INVALSI svolte al computer sono intuitive, pratiche ed ecologiche, ma soprattutto forniscono una valutazione migliore. L’introduzione delle prove in CBT, svolte cioè attraverso il computer, ha reso la somministrazione e la raccolta dei dati molto più rapida e semplice. L’acquisizione delle risposte degli allievi avviene automaticamente e i docenti non devono investire tempo prezioso per immettere dati a mano”. 

Ho  avuto esperienza insieme a due allievi diventati poi miei colleghi, nell’Università di Napoli “Parthenope”, la prof.ssa Rosalia Castellano ed il prof. Sergio Longobardi,  iniziando da esercizi di imputazione della mancate risposte nelle rilevazioni INVALSI ed altro con lavori che segnarono soddisfazione, tutte collaborazioni a titolo gratuito, e chiedendo allora per posta elettronica i dati, i portando anche la mia esperienza da quando nel periodo di Presidenza Biggeri, dell’ISTAT, e specialmente quella acquisita nella Commissione di Garanzia dell’informazione statistica. Passò tempo per arrivare al CBT in quanto solo qualche anno fa si è raggiunta la dimensione della diffusione degli strumenti di inserimento dati nel Paese il cui trattamento delle valutazioni vede la sua via maestra  nel CTB   

Claudio Quintano – Sul modello italiano dell’autonomia scolastica: il ruolo di Mattarella (sin dal 1990) e di Draghi (2007-2014) Il denaro diretto da Alfonso Ruffo – 03.02.2022

Claudio Quintano – Pnrr, il riordino dei processi educativi ha bisogno di uno sforzo nell’orientamento di studenti, famiglie e imprese – Spigolature di esperienze cognitive sui Test Invalsi, alternanza-scuola lavoro (Pcto), evoluzione educativa professionalizzante nella scuola media, nella superiore (Its) e nell’Università (Stem) – 08 03 2022 Il denaro.it – diretto da Alfonso Ruffo

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