Prudenza sui mercati in vista delle elezioni presidenziali Usa

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Il punto della mattinata. Mercati azionari europei poco mossi in attesa dell’esito delle elezioni presidenziali americane. A Piazza affari il Ftse Mib segna -0,13%, il Ftse Italia All-Share -0,11%, il Ftse Italia Mid Cap +0,03%, il Ftse Italia Star +0,31%.  

Dello stesso tenore le piazze europee. Il Cac40 di Parigi cede lo 0,05%, il Ftse100 di Londra lo 0,1% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,2%. Sopra la parità il Dax30 di Francoforte (+0,05%).
Inizio di seduta debole anche per i bancari dopo il balzo di ieri. L’indice FTSE Italia Banche segna -0,5%, l’EURO STOXX Banks -0,1%. In rosso UniCredit (-1,7%), probabilmente penalizzata dalle indiscrezioni del quotidiano polacco Rzeczpospolita, riportate dal Messaggero. Da queste ultime emerge che PZU, compagnia assicurativa controllata dalla Polonia e interessata ad acquisire Bank Pekao da UniCredit, vorrebbe inserire nell’operazione anche Pioneer Pekao Investments, la divisione polacca di Pioneer. Questo potrebbe creare problemi nella vendita di Pioneer, l’asset manager controllato da UniCredit e proprio in questi giorni al centro dell’attenzione: giovedì prossimo, il 10 novembre, scade il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti. La valutazione di Pioneer, che UniCredit intende cedere in blocco, oscilla intorno ai 3,5 miliardi di euro.

Sul fronte dei dati macro, in settembre in Germania la produzione industriale fa peggio del previsto: l’Ufficio di Statistica Destatis ha indicato un decremento pari all’ 1,8% rispetto al mese precedente.

Il dato è risultato nettamente inferiore alle attese degli analisti che avevano stimato un calo più contenuto pari allo 0,5%. Il dato precedente era risultato pari al +3%.

Nel mese di settembre in Francia la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 4,8 miliardi di euro, superiore a quello rilevato in precedenza. Le esportazioni sono scese a 37,1 miliardi di euro da 38,1 mld di euro mentre le importazioni si sono attestate a 41,9 mld dai 42,2 mld di euro del mese precedente.

Sul fronte del mercato valutario va notato che durante la seduta asiatica il mercato dei cambi si è stabilizzato: gli investitori diventano più prudenti man mano che si avvicina il momento delle elezioni negli USA. L’indice del dollaro, che misura la forza dell’USD rispetto a un paniere di valute, si è mosso in una fascia molto ristretta (97,70 – 97,83) a Tokyo, con il calare della volatilità in una vasta gamma di classi di asset. Dopo essere sceso a 1,1028 lunedì, il cambio EUR/USD si è consolidato leggermente al rialzo, intorno a 1,1040. 

Le valute considerate rifugi sicuri come il franco svizzero e lo yen giapponese sono esposte in modo significativo a rischi al rialzo, perché gli investitori tendono a cercare rifugi negli asset sicuri. Dopo aver testato il livello a 1,0755 durante la seduta USA di ieri, l’EUR/CHF stamattina ha recuperato leggermente, salendo dello 0,15%, a 1,0772. Le deboli cifre sull’inflazione svizzera diffuse ieri non sono riuscite a far diminuire le forti pressioni a comprare CHF. Da ricordare che a ottobre l’EUR/CHF ha ceduto il 2%.

Borse asiatiche

Dopo il rally di oltre il 2% per Wall Street alla vigilia delle elezioni presidenziali, la seduta sui mercati asiatici è in tono decisamente più dimesso, anche se complessivamente positivo. 
Mentre gli investitori sembrano avere metabolizzato i timori dei giorni scorsi e scommettono sulla vittoria di Hillary Clinton, considerata la candidata dello status quo, il dollaro Usa perde marginalmente terreno e il seppur lieve apprezzamento dello yen (che aveva perso l’1,3% nei confronti della divisa Usa lunedì), frena la performance di Tokyo. In chiusura il Nikkei 225 è l’unico tra i principali indici della regione a registrare una perdita, anche se limitata allo 0,03% (sulla parità anche l’indice più ampio Topix, che chiude però in positivo dello 0,05%). 
A Seoul, il Kospi segna invece un progresso dello 0,29% al termine delle contrattazioni.

Sul fronte macroeconomico, riflettori puntati sulla bilancia commerciale di Pechino. Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs, in ottobre l’export dalla Cina è calato del 7,3% su base annua, in miglioramento rispetto al 10,0% di flessione registrato in settembre ma contro il 2,8% di calo di agosto. Il dato segna il settimo mese consecutivo di declino e si confronta con il calo del 5,7% del consensus del Wall Street Journal. 
Non sembrano però soffrirne le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 segnano progressi dello 0,46% e dello 0,43% rispettivamente. Fa ancora meglio lo Shenzhen Composite, apprezzatosi dello 0,66% in chiusura. Positiva anche la giornata di Hong Kong: l’Hang Seng si avvia in chiusura guadagnando circa lo 0,30% (più limitato l’apprezzamento dell’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che si muove poco sopra la parità).

Borsa Usa

La Borsa di New York, come già accennato, ha chiuso la prima seduta della settimana in deciso rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato il 2,08%, l’S&P 500 il 2,22% e il Nasdaq Composite il 2,37%.
Alla vigilia delle elezioni presidenziali l’S&P 500 ha interrotto una striscia di 9 sedute negative consecutive. Buona parte del merito va alla chiusura delle indagini dell’FBI su Hillary Clinton. Secondo gli ultimi sondaggi la candidata democratica sarebbe in vantaggio su Donald Trump. 

I dati macro attesi oggi
Martedì 8 Novembre 2016

USA Elezioni presidenziali;
03:20 CINA Bilancia commerciale ott;
06:00 GIA Indice anticipatore set;
08:00 GER Produzione industriale set;
08:00 GER Bilancia commerciale destag. set;
08:45 FRA Bilancia commerciale set;
09:00 EUR Riunione Ecofin;
10:30 GB Produzione industriale/manifatturiera set;
16:00 USA Indice JOLTS (mercato del lavoro) set.