Pubblicità social, ecco la Campania degli influencer

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La diffusione di nuovi prodotti o il lancio di nuove aziende passa anche attraverso il sodalizio tra il brand e personalità in grado di amplificare il valore della marca o le qualità del prodotto. Alla base di tutto c’è il bisogno umano di trasmettere il proprio entusiasmo per l’ultimo acquisto ad amici, parenti e conoscenti, la necessità di consigliare alle persone care gli oggetti che ci hanno reso felici, di rivivere nei comportamenti degli altri, prolungando il nostro appagamento, le esperienze di consumo che più ci hanno convinto.  Si è passati dai tradizionali testimonial VIP (Very Important Persons) provenienti dal cinema, dal mondo dello spettacolo e della moda al proliferare di ambasciatori della marca NIP (Not Important Persons), grazie alle forme di protagonismo che i social network hanno assegnato all’intero popolo della rete. Una trasformazione che ha investito anche i blogger costretti ad ampliare il proprio kit mediatico ai social network. C’è chi lo fa per professione, chi per hobby, ma quello dell’influencer sembra essere il nuovo must tra i lavori social. Si tratta di un’evoluzione del marketing passaparola, a colpi di post, cinguettii e scatti, con i quali gli influenzatori riescono a catalizzare l’attenzione sui loro profili, indirizzando l’opinione degli utenti online. Dal food al fashion passando per il mondo del travel bastano pochi minuti per generare un vero e proprio dibattito, a cui magari gli stessi influencer non partecipano: lanciano infatti un messaggio, seguono innumerevoli commenti sulla scia di una vera e propria arena dei tempi moderni. Lo sanno bene i grandi brand che gli influencer contano, stabiliscono quello che è IN e OUT, trasformandosi in veicoli pubblicitari. Ben presto, tuttavia, gli stessi social network che hanno stimolato la produzione di contenuti e di opinioni da parte di tutti gli utenti (User Generated Content), hanno finito per creare vere e proprie gerarchie dove contano davvero solo alcuni NIP che a seconda del social, possono vantare migliaia di contatti o follower o se sono in grado di generare commenti ai propri post. Insomma, non tutti quelli che si dichiarano influencer lo sono davvero e non sempre gli influencere riescono davvero a far vendere di più. Il fenomeno è in forte ascesa e ricco di evoluzioni continue presentandosi come un nuovo mercato a cui le aziende possono attingere con estrema facilità per stimolare comportamenti di acquisto. Think Thanks ha avviato una ricerca qualitativa, concentrata su un ristretto numero di influencer, per esplorare questo mondo sia sul versante dell’offerta sia sul versante del ROI, quindi sulla effettiva capacità degli stessi di innalzare i consumi delle marche che propagandano, scoprendo interessanti personalità proprio nella nostra Campania (i dati riportati nell’articolo si basano sulla rilevazione effettuata a maggio 2015). Tra i tanti “social media influencer” campani ne abbiamo scelti sei, cinque donne e un uomo nei seguenti ambiti: travel, food, beauty, book, tech e fashion: quattro napoletani, uno di Caserta, una di Benevento.  La più giovane ha 17 anni, il suo nome è Chiara Nasti è nel suo sito si definisce un’italianissima teenager che sta vivendo un sogno che spera non finisca mai…  É insieme alle altre due Chiara, Chiara Ferragni e Chiara Biasi, una delle più popolari fashion influencer d’Italia, è nata e cresciuta a Napoli, nella zona di Capodimonte. Un sogno iniziato all’età di 13 anni che dopo aver postato su internet le sue foto ha deciso di creare un blog e lo scorso anno ha anche pubblicato un libro edito da Mondadori, @Nastilove Diario di una fashion blogger. Il suo profilo Instagram conta oltre 800mila seguaci, il profilo Facebook è seguito da oltre 250mila persone, con oltre 23mila follower su Twitter, le visualizzazioni dei suoi video su Youtube sfiorano il mezzo milione. Due le fasce di pubblico a cui si rivolge, le ragazze under 18 e i ragazzi dai 12 ai 30 anni, che la seguono ovviamente con motivazioni diverse. I commenti ai suoi follower oscillano tra l’invidia e l’ammirazione: “Sei incredibilmente meravigliosa! stupenda! bellissima! fantastica!” “Super super figa meravigliosamente meravigliosa paurosamente fantastica” “hahahah… mia nonna sembra più giovane n’altro po’”. Chiara Nasti promuove abiti, accessori, gioielli e i brand italiani fanno a gara a pagarla per pubblicizzare i loro prodotti. Appartiene alla fascia più alta di fashion influencer, che accettano di essere pagati dai 5000 ai 10000 euro per una campagna pubblicitaria Instagram. I suoi post, oltre alle foto, includono poche righe di testo scritte in italiano e in inglese dal suo ufficio stampa. Quel che conta d’altronde è il brand nominato e la foto d’effetto.  Passiamo a Francesca Di Pietro, travel blogger, nata Napoli ma da sempre cittadina del mondo, tra le più famose del web. L’idea giusta, la voglia di condividere con il pubblico social e tanto studio, l’hanno spinta a creare viaggiaredasoli.net, blog specializzato nel legame tra la personalità dei viaggiatori e il mondo del turismo. Ben sessanta i Paesi fino ad ora visitati: tanti i viaggi da sola, come recita il suo blog, ma in fondo, Francesca, sola non lo è mai stata davvero, dato che documenta tutto quello che le accade trasferendo alla rete le sue emozioni più forti. Sono i numeri a consacrarla come top influencer: un profilo Facebook con oltre 1000 amici e altrettanti “seguaci”, una pagina Facebook intitolata a Viaggiare da soli che ha circa 26 mila like, e ancora sempre nel social più famoso del web Francesca Di Pietro ha anche un’altra pagina, quella di “Che ti porto” blog che racconta aneddoti e gioielli di viaggio che conta oltre 3mila like. E ancora su twitter: l’account @chetiporto supera 2500 follower, quello @viaggiaredasoli tocca quasi gli 8mila; Francesca Di Pietro è anche su Gplus (976 follower), Linkedin (+500 collegamenti), Pinterest (oltre 440 follower) e Youtube (oltre 540 iscritti).   Ricchissimo di campani il mondo del food ma la food blogger Flavia Imperatore è quella che più degli altri si tinge di esotico, visto che opera sotto lo pseudonimo di Misya, nonostante le sue origini napoletane al 100%. Tra le food blogger più famose del web, ha un blog che cura personalmente con ricette facili che tutti possono ricreare in casa propria, per pranzo o per cena. Lei stessa ha dichiarato che ha cominciato a cucinare per caso, quindi non come esperta del settore, argomento formidabile per azzerare la distanza verso chi la segue. Tra post, foto e video i canali social sono più che seguiti: una pagina Facebook (Mysia.info) con oltre 127 mila like, l’account twitter delle ricette di Mysia conta quasi 10mila follower, il profilo Gplus oltre 4900 follower, per finire con il canale youtube con 3552 seguaci e infine Instagram con 355 follower. Numerose le menzioni e i premi collezionati (Macchianera 2014), dalla rivista della nota trasmissione “La Prova del Cuoco” alla partenership con Donnamoderna.com, ai libri di ricette, fino a una web series per il canale donnamoderna.tv e ai cookingShow.  Carlita Dolce invece è una beauty blogger e si fa promotrice di uno stile di vita all’insegna del rispetto della natura e del risparmio. Napoletana, laureata in Tecniche di laboratorio biomedico, la guru della cosmetica fai-da-te, al secolo Marcella Leone, ha un bacino di riferimento senza eguali nel settore del beauty. Un blog con caricamenti quotidiani di consigli sotto forma di articoli, un canale Youtube (affiancato da uno nato da poco, dedicato alla cucina) con più di 61 milioni di visualizzazioni dei suoi tutorial, una pagina facebook con più di 135mila fan, un profilo Instagram con 89.600 seguaci e uno twitter con 10.300 follower. La sua è una vera e propria battaglia dichiarata agli ingredienti dannosi dei prodotti cosmetici. E la combatte scandagliando uno per uno gli INCI (standard internazionale sugli ingredienti dei cosmetici). La soluzione? Autoprodursi tutto ciò che serve per la bellezza e l’igiene personale con ingredienti naturali. In una parola “spignattare”, il termine tecnico utilizzato sul web per indicare la produzione casalinga di tali prodotti. Un’arte, che per Carlita Dolce è diventata quasi una professione. Con il tono affettuoso e sempre gioioso che traspare dai tutorial e dai post, Carlita è diventata un punto di riferimento imprescindibile, capace di far tremare le multinazionali. Non solo cibo e bellezza ma anche tech con Kiko Melamorsicata, blogger dal 2003 quindi fondatore di Melamorsicata, diventato in pochi anni punto di riferimento per gli appassionati (e i negati) del mondo Apple. Il suo nome web è Kiro, il suo vero nome è Ciro Barbato, viene da Caserta, ha 32 anni, e ogni giorno pubblica 8 articoli, per un totale che ormai supera i 18000, che pubblicizzano le ultime novità di iPhone, iPad, iMac, Pebble, Kindle e affini. Collabora come freelance su varie testate, ha una rubrica su TimOfficial.it, nominato ai Macchianera Blog Awards, ha pubblicato un libro, Bloggare alla Grande. I numeri dei suoi seguaci sono imponenti: 25500 follower su twitter, il social in assoluto più  utilizzato da Kiro, oltre 4mila mi piace su facebook, quasi 2500 follower su Google+. Buona parte dei suoi argomenti sono strettamente tecnici, ma spiegati con un linguaggio immediato e accessibile anche ai profani, senza rinunciare al commento delle statistiche di vendita. Influencer campani anche nel mondo dei libri. Valentina Aversano è la book blogger osservata da Think Thanks. Lettrice supersonica, vive a Roma e lavora con i libri. Il nickname come si legge nell’identikit del suo blog personale signorinalave.com: “Signorina perché voglio restare sempre giovane dentro; Lave perché mi ci chiamavano ai tempi dell’università (ed è un Vale rimescolato)” Si tratta di una tra i book blogger più conosciuti della rete. Coordina la redazione del blog minima&moralia e cura la comunicazione web della casa editrice minimum fax. Originaria di Benevento, non a caso patria del liquore che sta dietro uno dei premi letterari più celebri – il premio Strega – SignorinaLave è un personaggio chiave del mondo dei libri. Il suo blog personale è uno spazio costellato di consigli, impressioni e qualche ironica invettiva diretta ai professionisti del mondo dell’editoria.  Come mostrano i campani analizzati, il nuovo mercato degli influencer è riccamente e variamente popolato, coprendo svariati campi e settori commerciali. Si tratta di un settore che richiede cospicui investimenti, basti pensare che il prezzo di una campagna di 5 post e 5 immagini può partire da 500 euro e raggiungere anche quota 10mila euro.  La scelta dell’influencer più giusto per il proprio brand dipende, oltre che da valutazioni di natura quantitativa sui contatti del social network anche da attente analisi sulla compatibilità di senso, tra il personaggio e la marca che deve veicolare, dalle marche che ha sposato in precedenza, dai target di cui è composto il suo bacino follower.