Quando il post partita è più interessante di tutto: Napoli-Parma

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La squadra di Gattuso è chiamata a vincere dopo diverse prestazioni deludenti e poche vittorie, l’avversario è sicuramente quello più adatto per riuscirci: il Parma occupa la penultima posizione in classifica e si registra, con notevole distacco, come il peggior attacco della serie A (con 14 goal all’attivo).
La differenza di qualità tra le due squadre è abissale, non basta infatti una vittoria per 2-0 (con nessun intervento da parte di Ospina) a stemperare gli animi all’interno dell’ambiente: la rottura tra Aurelio De Laurentiis e Gattuso è evidente e presumibilmente profonda, i tifosi non sono sereni e le dichiarazioni ai microfoni non migliorano la situazione, eppure il Napoli è potenzialmente terzo (e sicuramente quinto).
La partita tra le due compagini è soporifera: nei primi 20 minuti si registra un solo tiro in porta (ad opera di Insigne, non pericoloso). L’unico calciatore ad animare la gara è il solito Lozano, che con i suoi strappi farà ammonire 4 avversari nel corso dei 90 minuti.
Al 32’ i tifosi ancora svegli possono ammirare una giocata incredibile: il giovane Elmas riceve palla da Demme nella trequarti del Parma e, coadiuvato dal lavoro di Petagna ed Insigne (bravi a portarsi via un uomo a testa), riesce a penetrare nell’area di rigore saltando 3 avversari per poi trafiggere Sepe con un gran mancino. Una perla quella del “diamante” azzurro, che in una sola azione sfoggia tutte le sue qualità e sblocca una partita decisamente difficile.
Al 43’ Insigne innesca Petagna sul lato sinistro con una gran girata, utile a mandare a vuoto il pressing di due avversari, il 37 azzurro serve Lozano con un buon cross ed il messicano cerca di piazzarla di piatto, il pallone termina di poco a lato regalando solo la sensazione del goal.
Il primo tempo, non entusiasmante, si conclude così. Risulta importante notare la presenza di 2 giocatori del Parma ammoniti, entrambi dal lato di Lozano, ma il Napoli si dimostrerà ingenuo non sfruttando questo fattore a suo vantaggio nel corso del secondo tempo.
La ripresa non regala grandi emozioni. Al 53’ Conti trova una grande imbucata verticale per Cornelius, che da posizione favorevole calcia malissimo dopo aver superato Koulibaly. Buona trama del Parma, che con una serie di passaggi riesce a trovare la prima conclusione verso la porta della sua partita. Tra i tiri a giro innocui di Insigne (che cerca con voglia ma poca precisione il 100° goal in azzurro), buone coperture difensive di Di Lorenzo e diverse ammonizioni (4 in soli 5’, tra il 71’ ed il 76’) la partita vede un Napoli schiacciato da un inoffensivo Parma, che dimostra tutti i suoi limiti offensivi. Al 62’ i crociati trovano il pareggio, che viene annullato per netta posizione irregolare di Brugman: Gervinho, dopo aver scippato palla ad un insufficiente Demme (13 palloni persi e solo 2 contrasti vinti su 10), temporeggia in area di rigore e serve con netto ritardo il compagno.
20 minuti più tardi Politano, entrato al posto di Petagna con Lozano spostato in avanti, chiude i conti con un sinistro deviato da Osorio, che spiazza Sepe.
Gli azzurri, che quando si liberano dalle catene della paura giocano bene, colpiranno il palo con due conclusioni da fuori, prima Bakayoko (85’) e poi Insigne (87’).
Al triplice fischio dell’arbitro il Parma ufficializza l’11^ partita consecutiva senza vittorie (è importante sottolineare il valore dell’avversario) ed il Napoli festeggia, per ben poco in verità, il ritrovato successo in campionato, portandosi a -2 dalla zona Champions League.
Vincere contro la penultima in classifica è un risultato scontato ma non facile, la prestazione dei partenopei non è di certo esaltante e l’allenatore deve comprendere le motivazioni per cui il suo operato è messo in discussione dalla società (nell’ultimo periodo il Napoli viaggia su una media punti non sufficiente a raggiungere l’Europa che conta).
I panni sporchi si lavano in casa, i limiti della società sono ben noti (e non più giustificabili) ma sottolinearli dopo una partita così modesta non può che alimentare il fuoco delle polemiche di una stampa spesso nemica della squadra.

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