Quando le start-up rompono gli schemi

86

Che cosa accomuna Roberto Esposito, Ugo Parodi Giusino, Giovanni Caturano, Antonio Ranaldo, Jacopo Vanetti, Michele Sanseverino, Christiaan Erik Rijnders, Daniele Pelleri, Danilo De Rosa, Marco Mulas, Federico Pinna, Nicola J. Vitto, Constatin Wiethaus, Boris Cito, Arduino Arduini, Francesco e Luigi Tassone, Francesco Serafino, Luca Morena, Giovanni Strocchi?

Hanno tutti lanciato un’impresa innovativa nel Mezzogiorno incontrando il favore dei due maggiori fondi di venture capital che operano nel territorio: Vertis di Amedeo Giurazza e Atlante del gruppo Intesa San Paolo. In alcuni casi i due investitori hanno agito di comune accordo, sommando l’intervento dell’uno a quello dell’altro. In altri, si sono fatti la guerra. In altri ancora si sono mossi senza contrasti, ognuno sicuro del suo business.
Chi e che cosa hanno premiato i due finanziatori? Nella maggior parte dei casi, giovani visionari con una grande competenza nelle nuove tecnologie usando le quali hanno inventato nuovi modi d’interpretare vecchie attività; in altri, veri e propri inventori che sfidano il mercato con prodotti prima inesistenti. Tutti parlano e si muovono, nelle occasioni in cui sono chiamati a presentare le proprie creature, come attori consumati della Silicon Valley dove qualcuno è già stato e altri si preparano ad andare.

Hanno imparato a parlare in pubblico e quando lo fanno incantano gli studenti che sono invitati ad ascoltarli perché possano respirare aria di successo e d’intrapresa sottraendosi per un poco al fuoco di cattive notizie che costruisce quel clima di pessimismo che sfocia troppo spesso in rassegnazione. Hanno scelto di basare le proprie imprese a Palermo, Cagliari o Napoli ma sono figli del mondo e nel mondo cercano le ragioni della propria affermazione.
Vincono premi nazionali e internazionali senza alcun complesso d’inferiorità. Parlano bene l’inglese con il quale hanno imparato presto ad avere confidenza.

Cercano di nascondere l’eredità linguistica della loro terra d’origine ma non c’è niente di più bello che avvertire il suono della cadenza siciliana, campana o pugliese dietro la cortina della lingua degli affari. Quando s’incontrano nei consessi ufficiali si salutano con ammirazione e rispetto reciproco. S’informano l’un l’altro dei passi in avanti e delle difficoltà incontrate. La politica li appassiona poco. Sanno che devono sfidare il sistema che li contiene senza farsene imbrigliare.
Non vivono nascosti perché fortunatamente i giornali e le tv hanno imparato a conoscerli e si occupano di loro con sempre maggiore frequenza e competenza.

Certamente, però, non sono al centro dell’interesse delle istituzioni che li considerano un po’ matti e un po’ marziani. Eccezioni che non fanno la regola. Eppure rappresentano il futuro di un Meridione che tra le ricchezze poco utilizzate possiede di certo anche i cervelli di chi anziché dividersi tra emigranti e depressi ha imparato a difendere un sogno, a scambiare informazioni con università e centri di ricerca, a scrivere un business plan. A rischiare.
Nascono così piattaforme per il found raising e l’online customer relationship management, viral media company, appsbuilder, personal factory, gaze tracking, congegni per il business social discovery, il mobile payment e la marketplace promotion. Molta intelligenza artificiale e anche un’innovazione poco tecnologica ma molto pratica: chef dovunque, confezioni per single e turisti con tutto l’occorrente, già dosato e con ricetta incorporata, per consentire la preparazione di un buon pranzo anche a chi non si diletta di cucina.

Non rappresentano la regola, certo, ma queste esperienze cominciano a farsi largo tra gli scetticismi di ogni genere. Contaminano i luoghi in cui si manifestano, invitano all’emulazione, dimostrano che c’è un modo diverso d’interpretare la propria esistenza. E insegnano che laddove il sistema tradizionale – favori, cortesie, raccomandazioni – si è inceppato può nascere una cultura fondata sul merito e l’impegno. Colpisce che al termine di ogni conferenza l’innovatore di turno esorti la platea dei quasi coetanei con parole che si possono sintetizzare così: Pensate al di fuori degli schemi.