Quantitative easing, forse è la volta buona

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A cura di Antonio Arricale Quantitative Easing (QE) per l’Eurozona: forse è la volta buona. Ieri, a differenza della scorsa settimana, le Borse europee hanno messo a segno un vero e proprio A cura di Antonio Arricale Quantitative Easing (QE) per l’Eurozona: forse è la volta buona. Ieri, a differenza della scorsa settimana, le Borse europee hanno messo a segno un vero e proprio rally, sulla scorta di una sensazione – che però questa volta sembra veramente fondata – che la Banca Centrale Europea agirà tempestivamente per bloccare sul nascere le minacce di deflazione in Eurozona. Ieri, dunque, in una risposta scritta all’Eurodeputato Luke Ming Flanagan – praticamente alla vigilia della prima ed importante riunione del 2015 – il presidente della BCE ha parlato di quantitative easing in senso stretto, ovvero dell’acquisto di titoli di stato della Zona Euro, assicurando che il Consiglio direttivo è pronto a fare tutto il necessario per assicurare la stabilità dell’Eurozona, incluso il ricorso a “misure non convenzionali”. Certo, Mario Draghi ieri non ha detto nulla di diverso rispetto alle cose già dette nell’intervista all’Handelsblatt dello scorso 2 gennaio, e però questa volta non ha fatto giri di parole. Il numero uno dell’Eurotower, infatti, ha confermato che le decisioni saranno prese dal consiglio con l’attenzione sui “rischi per gli sviluppi dei prezzi nel medio termine“, alla luce dei pessimi dati sull’inflazione pubblicati due giorni fa. Attenzione particolare – ha assicurato – sarà riservata anche all’impatto del prezzo del greggio sulle dinamiche d’inflazione. Draghi ha anche promesso unanimità delle decisioni del Consiglio direttivo in caso di lancio di misure volte ad evitare un periodo prolungato di bassa inflazione, come il possibile acquisto di titoli sovrani. Come dire, il Governatore ha detto e promesso esattamente quello che mercati e investitori attendevano da tempo: una valanga di risorse fresche per rivitalizzare l’anemica economia dell’Eurozona. Borse asiatiche Mercati azionari asiatici positivi questa mattina per il secondo giorno consecutivo. A Tokyo il Nikkei ha chiuso con un progresso marginale dello 0,18% arretrando nel finale dopo essere stato praticamente per tutta la seduta ben al di sopra della parità. L’Hang Seng guadagna lo 0,7%, Seoul ha chiuso in crescita di 1 punto percentuale mentre Shanghai cede lo 0,2% dopo essere arrivata a guadagnare più di 3 punti percentuali sulle speculazioni di nuovi interventi a sostegno dell’economia da parte delle autorità governative cinesi. I mercati restano positivi oltre che per il recupero del prezzo del greggio che sta cercando di rialzarsi dopo la recente e violenta caduta, proprio sulle attese di un nuovo intervento da parte delle banche centrali, a partire da quella del Giappone, che possa rivitalizzare l’economia, nonostante dagli Stati Uniti giungano segnali positivi in ambito macroeconomico. E proprio su questo fronte c’è da segnalare questa mattina la lettura preliminare dell’indice anticipatore del Giappone in novembre che ha segnato un ulteriore declino a 103,8 punti dai 104,5 punti del dato finale di ottobre (105,6 punti in settembre) contro attese degli economisti per una lettura a 104,9 punti. Il dato è il più basso dai 102,8 punti del gennaio 2013. L’indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell’economia, è calato di un punto percentuale in novembre a quota 108,9. In Cina invece secondo quanto comunicato dall’ufficio nazionale di Statistica, i prezzi alla produzione sono calati in novembre, 34esimo mese consecutivo di declino, del 3,3% contro la flessione del 2,7% registrata in novembre (-2,2% in ottobre) e a fronte del -3,1% del consensus. Su base mensile in dicembre si è registrato un declino dello 0,6% contro lo 0,5% di novembre. Sempre in Cina i prezzi al consumo hanno segnato in dicembre un progresso dell’1,5%, in linea con le attese degli economisti, contro l’1,4% di novembre (1,6% sia in settembre che in ottobre), livello più basso in cinque anni. Su base mensile l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,3% dopo il calo dello 0,2% in novembre. Borsa Usa A New York i principali indici hanno aperto la seduta (la seconda consecutiva) in netto rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,84%, l’S&P 500 l’1,79% e il Nasdaq Composite l’1,84%. I listini azionari a stelle e strisce hanno beneficiato del calo (anche se minore del previsto) delle richieste di disoccupazione e della imminente politica monetaria più aggressiva da parte della Bce. Da segnalare inoltre la caduta dell’euro nei confronti del dollaro (toccati i minimi degli ultimi 9 anni). Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 3 gennaio si sono attestate a 294 mila unità, superiori alle attese degli analisti pari a 290 mila unità ma inferiori al dato rilevato la settimana precedente (298 mila unità). Il numero totale di persone che richiede l’indennità di disoccupazione si attesta a 2,452 milioni, superiore ai 2,368 milioni attesi. Mario Draghi ha ribadito che il consiglio direttivo della BCE è unanime nel suo impegno a utilizzare strumenti non convenzionali (incluso l’acquisto di titoli di Stato) all’interno del proprio mandato al fine di contrastare i rischi di un periodo di bassa inflazione troppo prolungato. Europa Avvio sotto la parità per le principali Borse europee dopo il balzo di ieri. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,25% e il Ftse100 di Londra lo 0,3%. L’Ibex35 di Madrid perde il 2,3% a causa del tonfo di Banco Santander (-10%). L’istituto di credito spagnolo ha annunciato un aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro. Italia Il Ftse Mib segna -0,48%, il Ftse Italia All-Share -0,41%, il Ftse Italia Mid Cap +0,17%, il Ftse Italia Star +0,44%. Piazza Affari ieri ha chiuso in deciso rialzo accelerando dopo le parole di Mario Draghi che ha definito un’opzione possibile l’acquisto di titoli di Stato. Questo, unito alla contrazione dei prezzi al consumo nell’Eurozona, ha aumentato le aspettative per il lancio del quantitative easing europeo nella riunione della Bce in programma il 22 gennaio. A sostenere i listini anche i verbali della Fed che hanno evidenziato come il rialzo dei tassi sia dipendente dai dati macro e comunque non verrà effettuato prima del meeting di aprile. Sui mercati però la volatilità non sembra destinata a calare in vista delle elezioni politiche in Grecia, appuntamento chiave per l’intera zona euro, che si terranno domenica 25 gennaio. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un balzo del 3,69% a 18.791 punti. Tra le banche spunto notevole di Mps che ha registrato un balzo del 12,39% a 0,52 euro accelerando dopo l’annuncio del varo dell’aumento di capitale da parte del Banco Santander. Acquisti sostenuti anche sugli altri titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha guadagnato il 5,13% a 9,835 euro, Popolare di Milano il 4,11% a 0,556 euro, Intesa SanPaolo il 5,51% a 2,372 euro, Ubi Banca il 4,24% a 5,645 euro, Unicredit il 4,82% a 5,195 euro. Balzo di Enel (+4,53% a 3,644 euro) in scia alle indiscrezioni de Il Messaggero secondo cui il colosso elettrico starebbe negoziando con una quarantina di banche italiane ed estere un maxi-finanziamento da 9,44 miliardi di euro. Tonica anche Eni che ha mostrato un progresso del 3,89% a 14,15 euro, mentre la controllata Saipem è avanzata del 2,10% a 8,265 euro. Brillante Finmeccanica (+5,09% a 7,845 euro) con il Corriere della Sera che ha scritto che lunedì sarebbe atteso un incontro tra i cinesi di Insigma e i vertici del gruppo per l’entrata in AnsaldoBreda e Ansaldo STS.


I dati macro attesi oggi Venerdì 9 gennaio 2015 02:30 CINA Inflazione dic; 02:30 CINA Indice prezzi alla produzione dic; 06:00 GIA Indice anticipatore (prelim.) nov 08:00 GER Produzione industriale nov; 08:00 GER Bilancia commerciale nov; 08:45 FRA Produzione industriale nov; 08:45 FRA Bilancia commerciale nov; 09:00 SPA Produzione industriale nov; 10:00 ITA Deficit pubblico T3; 10:30 GB Bilancia commerciale nov; 10:30 GB Produzione manifatturiera nov: 10:30 GB Produzione industrial e nov; 14:30 USA Nuovi occupati dic; 14:30 USA Tasso di disoccupazione dic; 16:00 USA Scorte e vendite all’ingrosso nov.