Quanto Governo Meloni prende la “via del Sud”

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In foto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano (Imagoeconomica)

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 1° novembre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Siamo da tempo smaliziati: non conta più sentire quante parole, o pagine, vengono dedicate -dai premier che varcano Palazzo Chigi- alla “questione meridionale”. Le parole sono “sacchi vuoti”, ammoniva Luigi Pirandello. E così, in sostanza, è quasi sempre stato: fiumi di oratoria programmatica che non portavano mai da nessuna parte, se non verso clamorosi flop. Si può invertire tendenza? Sì e in un solo modo: esibirsi poco in verbosità parolaia, operare molto facendosi valere nelle “stanze dei bottoni” che contano, presentarsi ai cittadini con opere non annunciate ma realizzate e, come varrebbe la pena, “chiavi in mano”.

DONNA DI POCHE PAROLE. Cresciuta alla Garbatella, la Meloni premier avrebbe anche potuto dire che bastava il “Ventre di Napoli” (scritto da Matilde Serao nel 1884 dopo il devastante colera), per avere un’idea drammaticamente attuale delle particolari condizioni in cui versano sia la terza città d’Italia che gran parte del Mezzogiorno. Le è bastato ribadire che “occorre difendere la libertà dei cittadini, a sud di Roma, di non essere costretti alla emigrazione dei cervelli e delle energie”. Sul piano economico-sociale, quindi, impegno a garantire la libertà di impresa con lo Stato che non ostacoli “chi vuole fare”, che sappia contrastare la malavita organizzata infiltratasi nell’Amministrazione pubblica e nella vita politico-sociale a tutti i livelli. Un dato terribilmente emblematico: in 10 anni, via dal Sud oltre un milione di residenti “quasi fosse sparita un’intera città come Napoli”. Una iperbole? Sicuramente no.

LA PAROLA AL NUOVO GOVERNO. La struttura è numericamente imponente tra 26 Ministri (con o senza Portafoglio: distinzione del tutto arcaica se non folcloristica) e 38 Sottosegretari. Di rilievo la scelta di Nello Musumeci, siciliano di Catania fino a poco fa presidente della Regione a statuto speciale, che va alle Politiche del Mare e del Sud (succede alla operosa Marta Carfagna). A ridosso del suo Ministero, agisce il nuovo responsabile dell’Interno, il napoletano del 1963 Matteo Piantedosi  ex prefetto che, fin dal primo atto, mostra una “certa subalternità” a Matteo Salvini almeno a giudicare dallo stop alle navi Ong sulla base, appunto, dei salviniani “decreti sicurezza” (alcuni giornali hanno detto “si scrive Piantedosi, si legge Salvini”…).Il tanto agognato Ponte sullo  Stretto di Messina è adesso nelle mani di Musumeci, Salvini (per le Infrastrutture e mobilità sostenibili) e il nuovo presidente della regione Sicilia, l’ex presidente del Senato Renato Schifani.

UN MINISTRO AFFIDABILE. Pieno di entusiasmo, voglia di operare e avvertito del delicato ruolo, si sta dimostrando fin dalle prime ore Gennaro Sangiuliano. A Napoli il “debutto istituzionale” non certo perché questa è la sua città, ma perché qui lui, in base agli studi fatti e un prodigioso percorso professionale, individua riferimenti culturali di primaria importanza. L’omaggio a Benedetto Croce ha perciò un particolare significato. Il 28 ottobre sono ricorsi i 100 anni dalla “marcia su Roma” celebrata, 4 giorni prima, da Mussolini col discorso al teatro San Carlo e il comizio a piazza Plebiscito. Croce promosse il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Fondazione e Istituto per gli studi storici, nati nel 1947 in palazzo Filomarino, contengono ora più di 100 mila volumi. Di fronte alla vastità del pensiero crociano, il nuovo ministro della Cultura non esita a rivelarsi studioso del filosofo abruzzese-napoletano perché “testimone della dottrina liberal-conservatrice e io sono un conservatore convinto di tradizioni, valori e memorie”. Successivamente, una visita in penisola sorrentina consente di ricordare che Benedetto Croce, ministro della Pubblica Istruzione, promosse 100 anni fa una legge in difesa del patrimonio paesaggistico perché “il paesaggio non è natura, ma storia”.

UN RICORDO DELLA PRIMA FORMAZIONE. Con Gennaro Sangiuliano il Ministero della Cultura spinge molto il Governo verso la strada del Sud che muore dalla voglia di veder sempre più valorizzato il proprio patrimonio. La visita al Mann (Museo archeologico nazionale tra i più famosi al mondo), stimola il ministro a ricordare la sua prima formazione: “Ho fatto le scuole al Froebeliano, qui dietro”, racconta. ”Da bambino venivo in questo Museo e qui mi sono appassionato alla Storia antica”.