Quel 3 a 1 del Napoli a Torino con Bugatti influenzato

288

Non è una questione di inasprimento delle pene e, forse, neppure di prevenzione: gli uomini, ad un ritmo davvero impressionante, continuano ad uccidere le “loro” donne. I ragazzi a Napoli continuano nelle violenze e nelle famigerate “stese”. Non solo a Napoli ragazzi “violentano” – è la parola giusta! – i loro insegnanti, in classe, ovviamente. Senza che si abbia notizia di un solo genitore uno, che abbia preso per un orecchio il proprio figlio e lo abbia portato ad “inginocchiarsi”, per davvero, davanti all’insegnante offeso ed a a tutta la classe. Questi genitori reticenti probabilmente hanno qualche responsabilità da farsi perdonare. Di quanto accade nel mondo della… politica non è neppure il caso di parlare. Almeno per adesso. E così, per una volta, mi “rifugio” nel calcio, nel Napoli, nell’attesa emozionante della partita di domenica prossima. Juventus-Napoli. Vivere qualche anno in più, come mi capita, mi consente di scavare nella memoria e nel tempo, di cui sono stato testimone diretto. Certo, l’epopea di Diego Amando Maradona, con gli scudetti vinti insieme alla coppa UEFA, ha un po’ oscurato altre stagioni, pure gloriose, ma troppo episodiche. La mia memoria va al Napoli di Ottavio Bugatti, scomparso da qualche anno, e di Luis Vinicio, ‘o lione. Erano i miei idoli. Il campionato 1957/58 fu particolarmente prodigo per il Napoli negli scontri diretti con Juventus, sempre i più attesi. Il 24 di novembre del 1957 il Napoli va a Torino, l’allenatore è il famoso Amadeo Amadei, il “Fornaretto”. I giornali della domenica annunciano che Bugatti, il portiere, ha la febbre alta e forse non potrà giocare. La delusione, unita alla preoccupazione, è grande: Bugatti, insieme a Vinicio, è il punto di forza della squadra. Avrebbe dovuto ricevere dalle mani dell’avvocato Gianni Agnelli il premio “Combi”, quale miglior portiere del campionato 1956/57. Era un premio che proprio la Juve aveva organizzato per onorare la memoria del mitico portiere Gianpiero Combi, quello dei cinque campionati vittoriosi – dal 1931 al 1936 – , Campione del Mondo con la Nazionale nel 1934. Il pomeriggio di quella domenica stiamo tutti attaccati alla radio per la radiocronaca di Nicolò Carosio. All’annuncio della formazione apprendiamo che, pur con la febbre, Bugatti gioca e gli animi sono più fiduciosi. Fu partita epica, Bugatti fu il migliore in campo. Il Napoli vinse 3 ad 1 con goal di Vinicio, Novelli e Di Giacomo. Di John Charles quello della Juve. Gianni Agnelli dichiarò: “Non c’era bisogno che Ottavio Bugatti dimostrasse oggi di esser il miglior portiere italiano. Lo avevamo già riconosciuto e per questo lo avevamo premiato”. Un gran signore l’Avvocato, di stile superiore: non è stato, ahimè!, molto contagioso per la famiglia e per la stessa Juve dei suoi successori. E così sia, anche domenica prossima, per la gioia di tanti, che nel calcio, e nel Napoli, trovano motivo di gioia e di entusiasmo. Il ritorno si giocò al Vomero il 20 aprile del 1958. Fu il mitico 4-3 per il Napoli. Avevo 16 anni. C’ero al Vomero a vivere quella emozione incredibile. Ma di questo parleremo un’altra volta. Ora l’attenzione, e la attesa febbrile, è per la partita di domenica. Anche per secondare l’entusiasmo, che non ammette delusioni, della “tifosa” di famiglia, mia nipote Marta.