Quella armata Brancaleone riveduta e (s)corretta

Secondo la tradizione contadina, ogni misura ha il suo colmo. Non è un modo di dire generico, perché ancora oggi si trova traccia ufficiale di tanto negli annali dell’Ufficio Pesi e Misure presso le Camere di Commercio. Già nell’ antica Roma si diceva “est modus in rebus!” per sottolineare che c’è un limite a ogni situazione. Come per ogni regola, anche per questa affermazione può esistere talvolta un correttivo. L’ attuale situazione politica italiana ne sta dando una dimostrazione concreta. Le ipotesi di alleanze tra formazioni di spessore ideologico non superiore a quello della carta velina, ricordano le figure che vengono fuori dall’azionare un caleidoscopio: sempre diverse, anche se ottenute combinando gli stessi elementi. Non è facile capire, per gli italiani come per chiunque altro, cosa stia realmente accadendo in vista delle elezioni di settembre e, particolare molto importante, con quanta buona fede gli aspiranti mandatari del popolo a reggere le sorti del Bel Paese stiano operando. I dubbi sul lineare modo di procedere dei componenti di quella armata Brancaleone riveduta e (s)corretta, ogni giorno che passa si trasformano sempre più in certezze. Il premier Draghi giovedì sera, in conferenza stampa, ha fatto una sintesi di quanto il suo governo stia facendo anche se in condizioni di precarietà. Fino a un certo punto della sua esposizione, il cuore dei destinatari dei provvedimenti varati si sarebbe potuto rivolgere, con la necessaria prudenza, a un certo rasserenamento. Sono stati i passaggi finali di quell’ esposizione che hanno raffreddato gli spiriti, precisamente che, andando verso l’autunno, ha detto Draghi con tono pacato, nuvole scure si addenseranno sul Paese. Ha precisato che non saranno foriere di temporali normali come solitamente accade in quella stagione.
Fin qui il Professore si è mantenuto sul generico. Non così, con drammatica chiarezza, ha parlato degli aumenti dei costi energetici: da ottobre essi saranno molto vicini al 100%. E si è fermato lì per ora, non senza aggiungere che gli italiani devono fin da adesso mettersi nell’ordine di idee di fare uso particolarmente accorto, oltre che delle risorse energetiche, anche di quelle idriche. Ha concluso augurando buone vacanze a chi potrà farle e buona campagna elettorale a chi si cimenterà in essa. L’attitudine al compromesso, anche con la propria coscienza, non è prerogativa esclusivamente mediterranea. Negli anni ’70 studiosi del comportamento umano a ogni latitudine adottarono la definizione “morale elastica”. Essa voleva definire, con malcelata ipocrisia pseudoscientifica, l’opportunismo che, in diversa misura, alberga negli uomini. Qualcosa del genere sta accadendo in queste ore a Pechino, precisamente la reazione del presidente Xi e del suo governo alla visita della Signora Pelosi, in qualità di terza carica degli Usa, al governo di Taiwan. Si potranno fare tutte le considerazioni sull’opportunità o meno di quel gesto per il simbolismo che indubbiamente lo connota.
È però altrettanto vero che la reazione della Cina è apparsa subito sproporzionata, ricordando molto da vicino la genesi di quanto sta succedendo in Ucraina. Anche nel caso di specie sono gli interessi economici i veri motivi del contendere: Taiwan è leader mondiale nella produzione dei semiconduttori e ogni commento sarebbe superfluo. C’è qualcosa però di altrettanto importante, a livello personale, che con ogni probabilità sta determinando il comportamento di Xi. Questi sta per completare il suo mandato presidenziale e intende candidarsi per il prossimo. Secondo alcuni politologi di chiara fama, primo tra di loro il Professor Kissinger, la sua rielezione sarebbe tutt’altro che scontata. Quale occasione migliore per dimostrare agli occhi della nomenklatura un ritrovato antioccidentalismo dopo il passo falso della Via della Seta e della conseguente apertura a ovest? Fabrizio De André nei primi anni ’70, cantava del sottoproletariato genovese, spingendosi a affermare che, al suo interno, c’era chi, per tornaconto personale, sarebbe stato disposto a vendere sua madre. Diventa una narrazione romantica se paragonata a quella di chi, per lo stesso scopo, è disposto a attuare un genocidio. Tanto, molto probabilmente, fin quando il sole risplenderà sulle sciagure umane.