Lo schema è già collaudato e al tempo della conferma di Giorgio Napolitano ha funzionato. Un secondo mandato a Sergio Mattarella sembra, al momento, l’unica strada percorribile per uscire dallo stallo. Centrodestra e centrosinistra non hanno altri nomi in grado di unire i consensi, men che meno i 5 Stelle.
L’ipotesi che si fa strada, quindi, è quella di confermare Mattarella e lasciare poi a lui la decisione su un mandato pieno o su dimissioni subito dopo la tornata elettorale delle Politiche del prossimo anno.
Secondo fonti interpellate dal Denaro il presidente uscente, fin qui, non ha mai detto di non voler essere confermato. Ma, di sicuro, nemmeno esce allo scoperto. Lo farebbe in caso di “chiamata alle armi” da parte di tutte le forze politiche in campo, Fratelli d’Italia e 5 Stelle compresi.
La conferma di Mattarella darebbe modo al parlamento di andare avanti, senza strappi, fino al 2023.
Il borsino
Volendo azzardare un elenco di papabili si può dire che Mattarella sta scalando posizioni. Più defilato Mario Draghi, che non ha il favore di tutta l’Aula e, soprattutto, a livello internazionale viene visto meglio a Palazzo Chigi che al Quirinale. Ma occhio al colpo di coda.
Scartate, per ora, le ipotesi Pierferdinando Casini (spaccherebbe le forze politiche in parlamento) e Marta Cartabia resta in piedi il nome di Giuliano Amato. Che, però, ha 83 anni e non può dare tutte le garanzie richieste da un ruolo, quello del Capo dello Stato, diventato decisivo per gli equilibri politici del Paese nel corso dell’ultimo decennio.
E le donne? Il momento della prima presidente non sembra ancora arrivato anche se, qualcuno, sussurra il nome dell’avvocato napoletano, e già ministro della Giustizia, Paola Severino. Sarebbe il classico nome di garanzia buono per tutte le stagioni. Chi sa.