Quotidiano ed emozione, la testimonianza al femminile nel design

60

Milano, 12 apr. (Labitalia) – Dall’incontro avvenuto in uno studio di Milano nasce una collaborazione più stretta fatta di affinità, esperienze professionali e individuali vissute all’estero e una visione comune del design, inteso come interfaccia dell’individuo con il quotidiano, che sappia raccontare in maniera semplice e chiara l’attività di progetto e al tempo stesso emozionare trasmettendo emotività e poesia. Così, dal 2008 collaborano con importanti aziende nel settore dell’arredamento disegnando prodotti e seguendo la direzione artistica. Sono Ellen Bernhardt, nata in Germania, e Paola Vella, nata ad Assisi: due designer imprenditrici, in un settore ancora molto al maschile, che si raccontano in vista del Salone del mobile di Milano.

“Il segreto, forse, è rimanere coerenti e fedeli a noi stesse, nelle similitudini e differenze, interpreti della propria storia personale – confessa Paola – e radicate ai nostri valori più autentici. Per noi il design è la trasposizione contemporanea di un’attitudine creativa e di una propensione al bello che nel nostro Paese ha radici profondissime nell’arte, nella cultura e nella storia in generale. Ci piace pensare che le nostre collezioni siano uno strumento per infondere armonia, bellezza ed eleganza in un ambiente, per trasformare uno spazio generico in un luogo unico, nel quale riconoscersi”.

“Negli anni – prosegue – abbiamo attivato importanti collaborazioni con alcuni protagonisti aziendali di questo ‘mondo’, mantenendo la nostra personalità. Cerchiamo quotidianamente di dare ai progetti un respiro sempre nuovo e attuale, ovvero ci piace pensare che aggiungiamo quel felicissimo tocco di genialità che è lo ‘spirito del tempo’”.

Per Ellen, “il design non è un’attività di impresa come le altre: il progetto finale è il frutto di idee e creatività, sempre legate a un particolare sguardo sugli ambienti nei quali si vive”. “In questo la sensibilità e la creatività femminile – assicura – sono, a nostro avviso, un vantaggio non secondario. La predominanza maschile, in questo come in altri ambiti, in particolare in Italia, è frutto di un contesto sociale ormai, quantomeno culturalmente, al tramonto, dove le donne hanno nuove opportunità e tutto lo spazio per mostrare la loro eccezionale creatività”.

“Le donne – sottolinea ancora Paola – hanno avuto il merito di portare la parte emozionale, di affettività, anche di fragilità all’interno di un discorso che viaggiava secondo regole basate su un’idea di razionalità costruita per obiettivi funzionali. E’ un design che non si limita a realizzare solo oggetti, ma produce esperienze, intrecci e relazioni, mettendo la cura degli altri al centro della propria ricerca. Da questo approccio creativo nascono progetti dai quali emerge leggerezza, poesia, capacità di far sognare, ironia e la volontà di liberarsi da vincoli e pregiudizi, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Basti pensare a Cini Boeri, Lina Bo Bardi, Gae Aulenti, Eileen Gray e tante altre per capire come le donne creano, sperimentano, sfidano in maniera morbida, con una sensibilità nei confronti dello spazio e degli oggetti”.

Secondo Ellen, “l’essere donna nel design rappresenta un valore aggiunto, consente di vedere gli spazi in cui si vive da un punto di vista privilegiato”. “Tuttavia, quello che le possiamo dire con certezza – avverte – è che molto spesso abbiamo avuto la fortuna di incontrare e l’opportunità di lavorare con altre eccezionali donne imprenditrici come Carlotta de Bevilacqua, Laura Colombo, solo per citarne alcune, con le quali è nata una sinergia e una collaborazione, che hanno fortemente contribuito nella realizzazione dei nostri progetti”.

E il design rappresenta di sicuro uno dei punti di forza della nostra economia. “Siamo convinte – dice Paola – che il design sia per il nostro paese una leva strategica ed economica ormai indissolubile, destinata ad accompagnarci lungo il nostro cammino attraverso sentieri ancora sorprendenti e inesplorati. Importanti realtà del comparto dell’arredamento e design italiano hanno dimostrato, e continuano a farlo quotidianamente, di saper competere bene anche in mercati difficili e altamente competitivi tenendo alta la bandiera del miglior made in Italy, utilizzando tutte le leve dell’innovazione creativa e dell’esecuzione a regola d’arte: ovvero l’adesione autentica ai migliori valori del più autentico made in Italy che, se reale e non semplicemente enunciata, continua a fare la differenza sui mercati globali”.

“Siamo personalmente convinte che l’unica salvaguardia certa consista nel riuscire a mantenersi sempre un passo avanti, rendendo strutturato e organico un processo di innovazione e sperimentazione che permette di guardare aventi e creare tendenze, non seguirle semplicemente”, aggiunge.

“La cultura imprenditoriale italiana del mobile – ricorda Ellen – si affida molto spesso ai designer. Ascoltare il punto di vista di una persona ‘esterna’, secondo me, è un punto di forza. In un mondo sempre più globalizzato, che tende a uniformare e appiattire gusti e stili di vita, esposto per questo a molte insicurezze e insidie, spesso nascoste, il nostro lavoro tende a creare pezzi unici e specchio delle nostre anime, ma anche di quelle delle aziende che danno vita alle nostre idee”.

E il design contribuisce a tenere alta la bandiera del made in Italy. “Ancora oggi, nella prospettiva internazionale globale, il marchio ‘made in Italy’ – osserva Paola – è considerato segno distintivo della tradizione, della cultura, del design, della qualità, della creatività del nostro Paese. Il design italiano ha, infatti, saputo costruire la propria forza su un’originale combinazione di gusto estetico e saperi artigianali radicati nelle piccole e medie imprese dei distretti industriali. Rivolgendosi volutamente verso sofisticate nicchie di mercato, ha realizzato piccole serie, prodotti quasi unici, fortemente caratterizzati da un punto di vista stilistico e qualitativo e prevalentemente indirizzati a un mercato di target medio alto”.

“Attorno a questa connotazione di esclusività – continua – sono nate e si sono consolidate importanti iniziative imprenditoriali che si sono rapidamente affermate anche a livello internazionale, contribuendo a comunicare e a rafforzare l’idea di uno stile italiano in contrapposizione alla semplificazione attuata dalla produzione di massa. Siamo convinte, e in parti testimoni, che l’imprenditoria italiana abbia dato ancora una volta buona prova delle proprie capacità”.

Ne è convinta anche Ellen: “Ancora oggi, soprattutto nel design, ‘made in Italy’ è sinonimo di bellezza, creatività, grande qualità artigianale. E’ questo senz’altro merito di chi ci ha preceduto, i grandi designer (Castiglioni, Magistretti, Gae Aulenti, per ricordarne solo alcuni) che hanno creato e reso unico il design italiano. E’ però merito anche delle maestranze italiane, spesso anonime, ma le cui competenze hanno contribuito a rendere il prodotto italiano unico e facilmente riconoscibile. Infine, il made in Italy rappresenta un ulteriore valore aggiunto, perché simbolo dello stile di vita italiano: uno stile di vita unico, desiderato. Ci piace immaginare che gli estimatori del design italiano vogliano, in molti casi, non solo acquistare un prodotto bello e funzionale, ma altresì portare con se, nelle loro case, un pezzo di ‘dolce vita’”.