Radicali per il Mezzogiorno europeo, Minieri: Garante cittadino un successo

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L’associazione Radicali per il Mezzogiorno europeo accoglie con soddisfazione la recente approvazione della delibera di giunta che istituisce a Napoli la figura del garante cittadino dei detenuti. I Radicali, infatti, già da gennaio si sono impegnati con diversi tavoli all’esterno del carcere di Poggioreale e non solo, nella raccolta firme in calce a una lettera che sarebbe stata presentata a settembre al sindaco della Città Metropolitana di Napoli, Luigi de Magistris e al consiglio metropolitano della città di Napoli. La delibera approvata nei giorni scorsi accorcia dunque i tempi e garantisce all’associazione Radicali per il Mezzogiorno europeo un’importante vittoria politica in quanto le istanze contenute nella campagna sono state fatte proprie (in via del tutto autonoma) dalla giunta partenopea. In particolare si segnalano le importanti parole dell’assessore Roberta Gaeta che ha spiegato l’importanza della neonata figura adducendo motivazioni inerenti il rispetto dei diritti dell’Uomo in ossequio all’Articolo 27 della Costituzione e della necessità di una persona che salvaguardi il rispetto di tali principi.
I Radicali per il Mezzogiorno europeo, nella figura dell’avvocato Raffaele Minieri (membro di direzione nazionale di Radicali Italiani ed estensore della lettera alla base della raccolta firme su questo tema) hanno non solo salutato positivamente l’approvazione della delibera ma rilanciano sull’urgenza della situazione carceraria cittadina: “Accogliamo con favore la scelta da parte dell’amministrazione comunale napoletana di istituire il garante dei diritti dei detenuti cittadino perché è una battaglia che ci ha visti mobilitati già da gennaio con una richiesta specifica che riteniamo assumesse il carattere dell’urgenza, atteso che sulla Città Metropolitana di Napoli insistono ben quattro istituti penitenziari con oltre 3.500 detenuti. A questi numeri vanno aggiunti i familiari dei detenuti per varie migliaia di persone che sono coinvolte, direttamente o indirettamente, dal fenomeno della detenzione. Di conseguenza la Città Metropolitana deve fornire una serie di servizi fondamentali anche per queste specifiche esigenze, per altro sappiamo che la condizione carceraria a Napoli è particolarmente grave, attesa la peculiarità, le difficoltà strutturali ma anche la gestione del carcere di Poggioreale che resta sempre agli onori della cronaca negativamente, per il crollo di un solaio piuttosto che per il numero spropositato di suicidi. Tutto è collegato al sovraffollamento e all’impossibilità di una effettiva e vera gestione rieducativa che possa fornire risposte concrete ai detenuti”.
Minieri ha quindi ribadito che l’impegno radicale sul carcere resterà immutato ma ha anche evidenziato come il carcere sia un fenomeno collegato ad altri, quali il funzionamento del tribunale di sorveglianza e della macchina della giustizia nel suo insieme: “Il carcere di Poggioreale è un problema e speriamo che con l’istituzione del garante cittadino dei detenuti si possa fare ancora più e meglio rispetto a quanto non si sia tentato di fare con il garante regionale. Dobbiamo sottolineare anche la peculiarità di una regione come la Campania dove ci sono tantissimi istituti di detenzione, alcuni lontanissimi dalla città di Napoli, pensiamo a Sant’Angelo dei Lombardi che dista varie ore da Napoli come da Avellino. Questo dimostra la difficoltà di gestione dell’intero universo carcerario e noi speriamo in un rafforzamento degli organi di vigilanza, controllo e supporto per le esigenze dei detenuti. Come Radicali abbiamo l’obbligo di non abbassare mai la guardia soprattutto in una fase storica come questa dove c’è una fortissima regressione in ordine alle migliori pratiche che potrebbero essere adottate per la riabilitazione e la rieducazione del detenuto, come l’applicazione di misure alternative. Riteniamo un grande successo l’istituzione del garante, vigileremo affinché venga attuata la delibera, siamo particolarmente interessati a quali saranno i criteri per l’individuazione del soggetto che verrà nominato come garante, essendo necessario dal nostro punto di vista un profilo di grande qualità culturale ma anche di prestigio per le attività già svolte. Non ci fermiamo al garante dei diritti dei detenuti e riteniamo che il carcere non sia slegato da mille altri fenomeni della città di Napoli come il tribunale di sorveglianza perché senza un rafforzamento organico, senza una diversa gestione del tribunale di sorveglianza, il sovraffollamento carcerario anche quello inutile, anche quello rispetto al quale i detenuti potrebbero usufruire di misure alternative rapidamente, si trova completamente rallentato o paralizzato. Quindi è l’insieme dei player istituzionali che deve operare in modo efficiente. Continueremo a lavorare sul carcere inteso in senso ampio, quindi riduzione delle custodie cautelari, migliore e maggiore efficienza del tribunale di sorveglianza di Napoli”.
Infine, un riferimento al rapporto fra carcere e talune fasce sociali particolarmente vicine all’operato della criminalità organizzata, fungendo spesso da serbatoio per la manovalanza: Abbiamo la necessità di ricordare che il carcere di Poggioreale è la manifestazione di un fenomeno più ampio anche collegato alla necessità di fornire a questo territorio una risposta alternativa alla criminalità: quindi lavoro, alternative concrete sociali che passino attraverso un ripensamento complessivo del codice penale e, soprattutto, il fornire alle giovani generazioni, ma anche a chi ha qualche anno in più, un’alternativa concreta che non sia solo lavoro a basso costo che la criminalità organizzata offre a disoccupati e a giovani che nelle periferie vengono abbandonati a sé stessi e alla criminalità organizzata andando a rimpolpare le fila del carcere”.