Ragazzina uccisa da ecstasy, c’è un nuovo indagato

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Genova, 31 lug. (Adnkronos) – C’è un nuovo indagato nell’inchiesta sulla morte di Adele De Vincenzi, la ragazza di 16 anni morta a Genova nella notte tra venerdì e sabato scorsi dopo aver assunto una dose di Mdma. Si tratta di un 20enne di origini ecuadoriane ma da anni residente a Busalla e indicato agli agenti della squadra mobile di Genova che indagano sulla tragedia dal pusher 17enne – a sua volta deferito al tribunale dei minori – come il soggetto che avrebbe ceduto lo stupefacente al fidanzato di Adele, Sergio Bernardin, e all’amico Gabriele Rigotti, entrambi in carcere da sabato mattina.

Il nuovo indagato dovrà rispondere anche lui di spaccio aggravato e morte come conseguenza di altro reato: la polizia che ha perquisito la sua abitazione di Busalla, comune dell’entroterra genovese, non ha trovato traccia di droga.

Secondo quanto emerso dagli ultimi interrogatori il 20enne sarebbe il vero pusher mentre il 17enne avrebbe agito solo da intermediario. Oggi intanto è stata fissata l’autopsia sul corpo della giovane vittima, che verrà svolta presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale San Martino di Genova, mentre domani si terrà la convalida degli arresti per i due ragazzi. Gli esami dovranno chiarire le cause del malore fatale e se la 16enne avesse assunto altre sostanze. Le forze dell’ordine hanno ricostruito le ultime ore di vita della ragazza.

Tutto è cominciato nel pomeriggio di venerdì alle 17: prima il viaggio da Sestri Levante a Busalla dov’è stata acquistata la droga, 4 grammi di Mdma, una potente anfetamina, pagata circa 300 euro. Poi, il ritorno a Genova dei quattro giovanissimi tra cui Adele, i due arrestati e un’amica minorenne. La sostanza secondo quanto appurato è stata assunta alle 22, in un appartamento in via Corridoni a Genova dove vive Rigotti dove la polizia ha trovato anche alcune bottiglie vuote di alcolici e una confezione di funghetti allucinogeni.

Da lì il gruppo si sposta a tarda sera per raggiungere la movida del centro storico ma la 16enne accusa un malore, viene portata in ospedale dove si spegne nonostante i tentativi di rianimarla, alle 3 di notte. A chiamare i soccorsi dopo aver visto la ragazza accasciata a terra in via San Vincenzo è stato un netturbino genovese: gli amici stavano cercando di soccorrerla. Al vaglio anche le immagini delle telecamere a circuito chiuso della zona per chiarire se i soccorsi sono stati tempestivi e se la giovane poteva essere salvata. A coordinare le indagini il pm genovese Michele Stagno.