Rai, Champions League sì o no?

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Roma, 17 gen. (AdnKronos)(di Veronica Marino) – di Veronica Marino

Mancano 14 giorni alla scelta Rai sulla Champions League: entro il 31 gennaio, infatti, l’Azienda deve decidere se esercitare l’opzione per la stagione 2019-2020 per una cifra che supera i 30 milioni. Opzione, questa, legata al contratto chiuso lo scorso anno con Sky che ha preso la Champions League per una cifra di 300 milioni a stagione per tre anni (900 milioni circa nel complesso) ed ha subappaltato a Rai la partita del mercoledì, oltre alle semifinali e alla finale.

La Rai, quindi, ora può esercitare l’opzione per la stagione 2019-2020 ma la decisione sembra ballare ancora. Se, infatti, da un lato c’è chi fuori dalla Rai dice che Viale Mazzini non sarebbe orientata ad esercitare l’opzione, dall’altro soggetti interni alla Rai giurano che la scelta (che spetta all’ad Salini e all’intero board) davvero non è stata ancora fatta. Si sta valutando. Di sicuro, se la Rai non dovesse esercitare l’opzione farebbe molto felice Mediaset che non ha eventi sportivi e che sarebbe pronta ad agganciare l’occasione.

Attualmente le possibilità in campo sono le seguenti: SKy potrebbe negare l’opzione a Rai ma chi se ne intende lo considera difficile; Rai potrebbe rinunciare ad esercitare l’opzione e così le partite in questione tornerebbero sul mercato e era la gioia di Mediaset e non solo; Sky potrebbe tenersi le partite ma anche questo sembra difficile visto che ha già speso tantissimo considerando i diritti degli altri eventi sportivi acquistati.

Una cosa da considerare nell’ambito di questo ragionamento è l’interesse della Uefa a far vedere in chiaro le partite perché questo significa chiudere accordi più remunerativi con gli sponsor: quanto più grande è il numero dei telespettatori, quanto più sono contenti gli sponsor. Dulcis in fundo c’è il capitolo di chi investe in pubblicità e trova di certo più interessante la partita in chiaro che quella inclusa in un pacchetto per abbonati.