Roma, 27 giu.(AdnKronos) – La presidente Rai non crede che la Rai avrebbe retto alla perdita di ‘Che tempo che fa’. Monica Maggioni lo ha detto intervenendo davanti alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, spiegando così la scelta di approvare il contratto di Fabio Fazio che ha suscitato polemiche in questi giorni. “Su Fazio questo Cda non avrebbe potuto caricarsi dell’onere” di fare scelte che lo portassero “ad andare alla concorrenza”, ha sottolineato.
“Io – ha precisato a proposito del concreto rischio che il conduttore genovese potesse firmare un accordo con altri qualora non fosse andato a buon fine il contratto con la Rai – non ho visto il contratto che la concorrenza gli aveva offerto. In fondo chi è che ti fa vedere una cosa del genere? Non ho dubbi, comunque – ha tenuto a sottolineare – sul fatto che quel contratto esistesse e che fosse già nel punto di caduta”.
“C’è un’azienda con 13mila dipendenti – scandisce infine la presidente – e uno scossone in termini di ascolti (generato dal caso in cui la Rai avesse perso Fazio, ndr) avrebbe potuto tradursi in problemi seri e sistemici. E noi non ce la siamo sentiti di affrontarli”. Maggioni comunque resta convinta che “fare in modo che la Rai resti centrale non solo è una garanzia per chi ci lavora, ma anche per chi paga il canone in funzione di una programmazione degna del progetto Rai”.
La Maggioni ha poi chiesto ai parlamentari della Vigilanza di porre attenzione al valore dello spostamento di Fazio da Rai3 a Rai1: “E’ un passaggio centrale che pesa sui conti Rai. Uno spot su Rai1 non pesa come uno spot su Rai3”. E poi “vedere transitare quel format (‘Che tempo che fa’, ndr) da un’altra parte sarebbe stato un trauma che non so se la Rai avrebbe mai retto. Nessuno è indispensabile? Sì! Vero. E’ giusto investire su altri talenti e non essere schiavi di qualcuno? Vero, ma sono temi prospettivi” che non potevano essere il parametro per scelte nell’immediato.
La presidente ricorda poi che tutto è nato da una norma: “Sono situazioni in cui ci ha consegnato una legge che l’Avvocatura dello Stato ha definito ‘non inequivoca’”. La Maggioni poi si è anche soffermata sul piano news: “Il direttore generale è appena arrivato. Dubito che un Dg che ha un curriculum come il suo abbia problemi a darsi tempi stretti per realizzarlo”.