Nonostante la lista con i nomi degli “impresentabili”, le polemiche che hanno preceduto fino praticamente all’apertura delle urne queste elezioni, gli scontri infuocati tra e soprattutto all’interno dei partiti, e anche il ponte del 2 giugno con bel tempo, gli italiani sono andati a votare, smentendo le catastrofiche previsioni che li volevano lontani dalle urne. Oggi il 15% degli elettori, alle ore 12, sono andati ai seggi nelle sette regioni chiamate al rinnovo di Consigli e presidenti – Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Puglia – facendo registrare un sorprendente +5% di affluenza rispetto a cinque anni fa, quando, tuttavia, si votava in due giorni (domenica e lunedì) e non in uno come quest’anno. E’ in calo di due punti percentuali invece l’affluenza se si paragona alle europee dello scorso anno, con l’eccezione della Campania. Guardando nel dettaglio i dati, si evince che in Puglia ha votato per le regionali il 13,3% degli elettori, in aumento di più di quattro punti; in Toscana ha votato per le regionali il 14,6% degli elettori, con una crescita di oltre cinque punti; picco di affluenza in Umbria e in Veneto, con un aumento di elettori di addirittura di 7 punti percentuali: in Umbria ha votato per le regionali il 15.4% degli elettori, in Veneto ha votato il 17,8% degli elettori, in aumento di quasi sette punti rispetto alle precedenti omologhe; nelle Marche ha votato per le regionali il 13,4% degli elettori, in aumento di quasi 5 punti rispetto alle precedenti omologhe; in Liguria ha scelto di andare alle urne il 16.8% degli elettori, in aumento di quasi cinque punti; in Campania ha votato per le regionali 13,9% degli elettori, in aumento di oltre cinque punti, a Napoli ha votato il 12,4% degli aventi diritto. Per le comunali l’affluenza alle ore 12 è stata del 20,2% nei 512 centri chiamati al voto. A Venezia, il capoluogo più importante chiamato al rinnovo, ha votato il 18,4%.