Ribadisce la sua estraneità in merito all’inchiesta romana su sanità e ricatti che ha travolto il suo braccio destro Nello Mastursi, lancia strali all’opposizione, rilancia l’azione governativa. Vincenzo De Luca affronta l’aula del consiglio regionale ad un mese di distanza dal terremoto giudiziario che ha portato alle dimissioni del capo della sua segreteria. Non fu possibile durante l’ultima riunione dell’assemblea. Quel giorno il gruppo del Movimento 5 stelle occupò l’aula in segno di protesta e De Luca non parlò. Sono passate settimane, ma il clima di tensione all’interno dell’assemblea campana è tutt’altro che spento. Il governatore ripete come un mantra le sue esternazioni in merito all’inchiesta della procura capitolina: “Sono il primo a volere vederci chiaro in questa faccenda – dice -. Lo ripeto: ci riteniamo parte lesa in questa vicenda”. Definisce “soggetto creativo” Guglielmo Manna, manager dell’ospedale Santobono e marito di Anna Scognamiglio, giudice relatore della sentenza che ha accolto il ricorso di De Luca in merito alla sospensione dall’incarico di governatore. Avverte i 5 stelle: “La prossima volta non deve ripetersi lo scempio dell’ultimo consiglio, invito il presidente dell’assemblea a prendere i dovuti provvedimenti”. Rivendica la gestione trasparente dell’Ente: “Siamo i primi a volere la trasparenza. La Regione deve essere un palazzo di vetro”. De Luca chiude il suo discorso affermando che “c’era da aspettarsi solidarietà da tutto il consiglio e non attacchi strumentali”. Poi si siede e ascolta in silenzio uno ad uno gli interventi dei consiglieri. L’ex governatore Stefano Caldoro non raccoglie l’invito del suo successore e attacca: “Ci sono troppe zone d’ombra nella gestione della vicenda che ha portato alle dimissioni di Mastursi. Non è un bel giorno per il consiglio regionale questo, ci troviamo a discutere di un governatore sotto accusa e pertanto privo di credibilità”. Valeria Ciarambino, capogruppo del M5S, rincara la dose: “ De Luca si presenta in aula armato della solita arroganza. Le solite scuse: tempo non ne ho, parole per pulirsi la faccia davanti ai cittadini, la solita omertà. Noi non ci stiamo. I fatti sono pietre: lei ha mentito”. Poi l’invito a “rinunciare alla prescrizione nel processo sul termovalorizzatore di Salerno”. Infine Ciarambino ripropone la mozione di sfiducia divulgata nel precedente consiglio. Un’analoga proposta è presentata dal capogruppo di Forza Italia Armando Cesaro, che afferma: “La vicenda Manna mina la credibilità di questa giunta. Noi siamo subito pronti a tornare alle urne”. Il governatore raccoglie la solidarietà di tutta la maggioranza. Il capogruppo del Pd Mario Casillo dà “piena solidarietà, a nome di tutto il partito, al presidente De Luca. Questa giunta sta facendo bene e ha piena attenzione anche da parte del governo nazionale. Siamo qui per fare le riforme che i cittadini ci chiedono”. Oggi si decideva anche la soppressione dell’Arsan, l’Agenzia regionale sanitaria. De Luca non ha mai fatto mistero di ritenerla “un carrozzone clientelare, con la cui cancellazione risparmieremo 8 milioni di euro”. Anche perché “affidare la verifica della regolarità della spesa sanitaria all’Arsan è come farsi insegnare il catechismo da Pietro Pacciani”, aveva ironizzato nei giorni scorsi. Ma già si preannuncia battaglia a suon di ricorsi sulla decisione della giunta. Il direttore generale Angelo Montemarano si è detto già pronto ad impugnare il provvedimento. E anche in questo caso la partita si sposterà in tribunale.