Regione, respinta la mozione Cinquestelle su Terra dei fuochi

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Respinta la mozione per il rafforzamento delle azioni per la Terra dei Fuochi. Il testo, presentato dal Movimento 5 Stelle, è stato presentato, come spiegato dai grillini nel provvedimento, alla luce della “fallacia delle soluzioni adottate attraverso la legge del 2014 e per il fatto che le somme stanziate per l’attuazione dell’Accordo quadro “Terra dei Fuochi”, risultano inferiori alle richieste dei Comuni e insufficienti per affrontare la situazione di inquinamento in cui versano i comuni interessati”. Intervenuto in aula, Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Giunta regionale con delega all’Ambiente, ha proposto di “non mettere ai voti la mozione, perché superata nei fatti da una delibera di Giunta”. “E’ più utile rinviare la discussione per vigilare dopo la pubblicazione dell’atto”, ha aggiunto Bonavitacola. Un ‘suggerimento’ che, però, Maria Muscarà del Movimento 5 Stelle, tra i firmatari della mozione insieme con Valeria Ciarambino, non ha raccolto. Messa ai voti, la proposta è stata bocciata. Nelle intenzioni dei grillini, la mozione aveva l’obiettivo di promuovere la costituzione di un sistema di interazione e coordinamento interforze, una “task force anti roghi” che coinvolga, attraverso appositi protocolli, tutte le Forze dell’ordine operanti sul territorio, i rappresentanti dei Comuni della Terra dei Fuochi e gli enti tecnici tra cui Arpac, Asl e Sma Campania, che utilizzi un sistema di comunicazione accessibile a tutti i soggetti coinvolti ed una banca dati unica per consentire lo scambio immediato di informazioni e accrescere l’efficacia dei controlli; elaborare una programmazione unitaria delle azioni di monitoraggio e sorveglianza delle aree interessate; strutturare protocolli e convenzioni con enti e Forze dell’ordine al fine di potenziare il controllo ambientale; anche attraverso l’acquisto di idonei strumenti e mezzi, quali, ad esempio, i droni; investire nelle attività di formazione dei soggetti coinvolti e del personale regionale; investire risorse aggiuntive nel controllo a monte sulla filiera di produzione dei rifiuti speciali; prevedere che, sui terreni inquinati o comunque interdetti alla coltivazione di prodotti, siano avviati immediati interventi di piantumazione di alberi ad alto fusto, come il pioppo; predisporre adeguate forme di controllo sulla gestione delle risorse affidate all’Arpac, evitando dispersioni o errate distribuzioni che compromettano le necessarie attività di controllo a danno dei cittadini.