Nell’esercizio 2014 l’indebitamento regionale – incluso il debito con oneri a carico dello Stato – è stato pari a 67 miliardi, in aumento di circa 5,7 miliardi rispetto al 2013. Di questo, il debito sanitario è passato da 23,8 miliardi a 30,7 miliardi. Lo rende noto la Sezione Autonomie della Corte dei Conti, segnalando che “nel complesso il debito medio pro-capite è passato da 931 a 1.043 euro“. Il limite quantitativo all’indebitamento (dal cui calcolo sono escluse le risorse assegnate a titolo di anticipazione di liquidità ex dl 35/2013, vale a dire il cosiddetto debiti Pa) “è stato oltrepassato dalla Regione Piemonte, mentre le Regioni Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto-Adige, Veneto e Puglia non hanno fatto ricorso ad indebitamento“. Le operazioni di ristrutturazione del debito regionale sono invece state avviate da sei Regioni (Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia) per complessivi 5,6 miliardi di titoli in circolazione. E’ proseguita inoltre la riduzione degli strumenti di finanza derivata previsti a copertura di prestiti obbligazionari e di mutui (rispettivamente, -16,3% e -21,7% rispetto al 2011).