Regno Unito, Comites Londra: la Brexit è stata un trauma psicologico per gli italiani

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Per alcuni italiani residenti a Londra, soprattutto quelli appartenenti alla prima generazione d’emigrazione, la Brexit è stata “un trauma psicologico”. L’ha segnalato il presidente del Comites di Londra, l’avvocato Alessandro Gaglione, che ha fornito alla Commissione Esteri della Camera un quadro delle attività dell’istituzione che guida.

“Per alcuni è stato un trauma psicologico. Immaginate uno che vive da decenno nel Regno unito, pensa che questa sia la sua casa, anche psicologicamente abbiamo trovato un rifiuto” nell’adempiere agli obblighi previsi per ottenere il permesso di residenza, ha spiegato Gaglione illustrando la situazione pregressa sul cui il nuovo Comites, eletto a dicembre, si è trovato a operare.

“Sono cambiate tante cose, dal punto di vista pratico, diritto di lavorare ecc., ma anche da un punto di vista psicologico, soprattutto nella prima emigrazione”, ha raccontato Gaglione spiegando che l’attività d’informazione e supporto è stata particolarmente incentrata sugli ultra-65enni, perché “andava fatta entro una certa data una registrazione molto tecnologica” e “soprattutto gli ultra-65enni hanno avuto difficoltà a reperire informazioni, distribuite con canali digitali”.

Per questo, il Comites Londra, “con aiuto del Consolato e autorità, ha mandato delle lettere fisiche, cartacee a circa 40mila a connazionali ultra-65enni” e ha “creato uno sportello”, per aiutare a fare le pratiche necessarie all’ottenimento del permesso di residenza. “Centinaia di persone hanno usufruito di questo servizio”, ha precisato Gaglione.

La Brexit, tra l’altro, è un processo in divenire, che implica una serie di modifiche, per cui il Comites ha dato “incarico a professionisti del settore dell’immigraizone per fare uno studio sulla normativa applicabile”.

Un altro elemento su cui il Comites di Londra si sta muovendo è la necessità di scattare una fotografia di una platea di italiani enorme, si parla di oltre “461mila italiani”, in una comunità che è piuttusto articolata e che comprende al suo interno “comunità nella comunità” come “quella italo-bengalese e quella italo-brasiliana” arrivate nell’ambito di un fenomeno di migrazione secondatia. Per effettuarla. il Comites ha deciso di fare “una mappatura di questa comunità nella comunità” con “uno studio con il Kings College”, che ha preso quattro anni per prepararlo.

Inoltre, a partire dal vecchio Comites, l’istituzione si è dotata di “un vero e proprio ufficio stampa e comunicazione” perché “molte volte in passato è stato comunicato meno di quello che è stato fatto”. –

La nuova formazione del Comites – ha spiegato Gaglione – ha preso una macchina in corsa e ha potuto anche riprendere progetti precedentemente rimandati a causa della pandemia, come quello di tenere riunioni decentrate per incontrare i componenti della comunità che vivono fuori Londra, ma sempre nel campo di competenza del Comites. “A luglio abbiamo la prima riunione decentrata a Bedford”, ha segnalato il presidente.

Inoltre, ha investito sul campo della comunicazione, creando una rubrica, intitolata “in conversazione con…”, che va in onda una volta al mese, in cui vengono presentati italiani di successo con interviste.

Sul fronte dei servizi, il Comites sta lavorando per chiarire come funzionano il sistema dei benefit e il sistema delle pensioni private in Gran Bretagna . Maanche si sono anche creati momenti ludici ed educativi, come la festa di carnevale.

Gaglione ha definito “fondamentali il dialogo e la collaborazione con il Consolato generale” e ha dato atto come “negli ultimi anni” questo abbia “fatto passi da gigante nell’erogazione dei servizi”. Tuttavia, ha aggiunto “c’è qualcosa per cui c’è un po’ di risentimento nella comunità, che riguarda il rilascio dei passaporti”. Il Comites, ancora, sta “lavorando moltissimo per preparare il primo di una serie di webinar informativi per l’utilizzo dello SPID”, che per l’attività di questa istituzione sarà “una piccola Brexit” in termini di impegno. Gaglione ritiene che “il Comites dovrà impegnarsi per raggiungere la comunità, spiegare cos’è e aiutare a crearlo lo SPID”. Il primo webinar sarà il 26 aprile, ma quello informativo sullo SPID “sarà un percorso da fare da qui all’ultimo giorno disponibile, per accompagnare la comunità italiana in questo altro appuntamento importante nel rapporto con l’autorità”.