Reshoring, Confindustria: 21% delle imprese ha riportato in Italia le attività di fornitura

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(Imagoeconomica)

Il 21% delle imprese ha riportato in Italia le attività di fornitura negli ultimi cinque anni. Lo rileva l’indagine condotta nel 2021, dal Centro Studi Confindustria e Re4It (Reshoring for Italy) sulle strategie di offshoring e reshoring delle imprese manifatturiere italiane. L’indagine è stata avviata a giugno 2021 e completata a febbraio 2022, attraverso il coinvolgimento del Sistema Confindustria (63 Associazioni territoriali e 96 di categoria) mediante la somministrazione online del questionario alle imprese associate. Su 762 rispondenti, più del 90% è costituito da piccole e medie imprese e più di 7 imprese su 10 hanno una propensione a esportare superiore al 10% del loro prodotto.

E’ risultato che 568 imprese (pari al 74,5% del totale dei rispondenti) avevano acquistato forniture (totalmente o parzialmente) da imprese estere. Di queste, 120 imprese, ovvero il 21,1%, hanno realizzato (in percentuale variabile), tra il 2016 e il 2020, un backshoring, totale o parziale, delle proprie forniture. Infine, una percentuale non trascurabile, quasi l’11% delle 120 imprese che ha rilocalizzato in Italia la propria fornitura, ha optato per riconfigurarla interamente su base nazionale. Per quanto riguarda le modalità di produzione e di approvvigionamento, l’84% delle imprese rispondenti non ha attuato l’offshoring della produzione poiché realizza tutto il proprio processo produttivo in Italia, presso propri stabilimenti o tramite esternalizzazione di produzione. Soltanto il 16% dei rispondenti, quindi, potrebbe aver attuato una strategia di rilocalizzazione delle fasi produttive precedentemente delocalizzate all’estero, mettendo in evidenza che il fenomeno del backshoring produttivo può riguardare, già ex-ante, un numero molto limitato di imprese italiane. Al contrario, l’indagine ha evidenziato una maggiore esposizione delle imprese italiane alla fornitura estera, dato che quasi il 73% delle imprese rispondenti si approvvigiona all’estero per i materiali necessari alla produzione. In questo caso il campione potenzialmente interessato a rilocalizzare i propri fornitori dall’estero all’Italia, ossia ad attuare il backshoring di fornitura, aumenta di quasi cinque volte rispetto a quello di produzione. Confindustria evidenzia però che “difficilmente si potrebbe registrare un rientro generalizzato delle forniture, in quanto il nostro Paese si caratterizza per la mancanza – o almeno la grandissima scarsità – di molti materiali, per cui non si potrebbero sostituire i fornitori esteri con quelli domestici”.