Revisori legali, mano tesa agli Ordini

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La parentesi estiva non ha rallentato l’attività dell’Unione nazionale revisori legali (www.revisori-legali.com), attenta più che mai alla fase di chiarificazione in atto all’interno della composita galassia degli Ordini cui è demandato dalla normativa, europea e nazionale, il complesso sistema di attestazioni, controlli, revisioni, valutazioni e consulenze tecniche d’ufficio e di parte. Il riconoscimento e la tutela di questa professione, così peculiare e necessaria, entrano di diritto nelle attività associative e sindacali svolte, anche da decenni, da parte dei vari Ordini nazionali. Va da sé che, nel dibattito in corso all’interno dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili per il rinnovo dei propri organi statutari, le rivendicazioni di difesa e maggiore attenzione verso la professione dei revisori legali avranno certamente il loro peso. 
Tenendo oltretutto presente che l’Unrl propone una valorizzazione di tutti i soggetti (commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, notai, attuari ed anche praticanti) che di fatto svolgono questa attività e sono iscritti al Registro dei revisori legali. L’attività del revisore legale è stata riconosciuta dalle direttive europee n. 43/2006 e n. 56/2014 e, in Italia, dal Dlgs n. 39/2010 e dal Dlgs n. 135/2016 come professione regolamentata, ma non è attualmente organizzata in un Ordine o Collegio legalmente costituito. 
Per tutti questi motivi, nello svolgimento delle elezioni dei consigli degli Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e del Collegio dei revisori (in carica dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2020), la tutela e la valorizzazione delle peculiarità dei Revisori legali non possono mancare come elemento dirimente in un’ottica di riconoscimento e rilancio di questa specifica attività. 
Il rapporto stabile con gli enti pubblici, compresi soprattutto alcuni ministeri-chiave come il Mise, il Mef ed il Ministero della Giustizia, e gli enti privati che, da normativa, si servono della revisione legale, è esso stesso testimone continuo e coerente della necessità di una più stretta regolamentazione della professione del Revisore legale che contenga la sua stessa valorizzazione. 
L’Unrl pone l’accento, all’interno del dibattito ormai da tempo iniziato, su una serie di tematiche ritenute centrali nella professione e che presentiamo in ordine sparso: la rappresentanza tributaria; la cassa di previdenza; la possibilità di iscrizioni delle pec dei revisori legali sul sito INI-pec; l’indipendenza della figura del revisore e dalla revisione; il cosiddetto “visto pesante”; l’attestazione dei piani di risanamento; la tariffa dei revisori legali per gli enti pubblici e privati; l’eliminazione o la rivisitazione delle sezioni A e B all’interno del Registro dei revisori legali secondo altri criteri più equi; la formazione specialistica, continua e di preparazione dei praticanti; l’accreditamento, presso il Mef, per il riconoscimento dei crediti formativi. 
Come si vede, l’Unione non si tira indietro su nulla e pone sul tavolo della discussione temi fondamentali per il riconoscimento, la tutela e la valorizzazione della professione. A sostenere queste rivendicazioni permangono gli assi su cui l’Unrl s’è fatta conoscere ed apprezzare: l’indipendenza e la trasparenza, senza le quali non può avere credibilità un programma di terzietà. Per approfondimenti ed aggiornamenti sulla professione del revisore legale è disponibile il sito internet www.revisori-legali.com.