Riaprono i musei, sopravvissuti al Covid ma non alla burocrazia

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in foto il Mann

State a casa, #iorestoacasa. Attori, sportivi, personalità note e non, per mesi ci hanno bombardato dai media affinché abbracciassimo, senza condizioni, una quarantena di protezione della nostra salute. Sembrava di essere sul set della fiction “un virologo per amico”. In ogni caso, a ragione o torto è andata. Finalmente l’odore della libertà comincia ad essere qualcosa in più di un pallido ricordo o velata speranza. Tutto riapre, anche i musei e le strutture espositive. Apertura ContemporaryItalianstyle, in perfetto allineamento con verbose relazioni e conferenze, a tratti stucchevoli di certo ampollose. Il risultato: un vademecum senza norme specifiche e dirette. Un prontuario il cui sottotitolo non esplicitato è la citazione del titolo di un film ormai diventato cult: io speriamo che me la cavo.
In Svezia, dove solo qualche struttura museale ha osservato un periodo di chiusura, il tema fondante di tutte le azioni determinate dalla diffusione del virus è stata la responsabilizzazione dei cittadini. In quella lontana nazione, peraltro assolutamente non immune, il contraccolpo economico e culturale è stato pesante ma non devastante come in Italia dove la Galleria degli Uffizi parla di una Firenze sul lastrico, ma è tutto il paese che ha cominciato ad assaggiare il triste sapore dell’impoverimento.
Ora però si riapre, si ricomincia, più o meno. La Direzione Generale Musei ha emanato “Linee guida per la riapertura dei musei e dei luoghi della cultura statali”. Ullalà. Pronti con penna e carta, prego prendere appunti.
Nella premessa si chiarisce che il documento è frutto di approfonditi incontri del Ministero con i direttori degli istituti in oggetto dopo che gli organi di vertice del Ministero hanno confrontato le questioni di carattere tecnico-scientifico con l’apposito Comitato della presidenza del Consiglio dei Ministri costituito presso la Protezione civile. Almeno 4 organi in consultazione. Per una visione dal taglio omnicomprensivo, perfetto.
Nelle prime righe del documento il presupposto per la riapertura: l’uso dei dispositivi di Protezione individuale studiati e ricalcolati, in arrivo, si scrive per il 15 maggio. Bisogna essere precisi, fin dalle prime righe.
“Le riaperture dovranno avvenire all’insegna della gradualità e sostenibilità.” Ottimo slogan, le regole prego:
“a. Ingresso al lavoro di tecnici e impiegati prima della riapertura per le operazioni di preparazione
b. Riunione con RSPP ed ev. gruppo Covid come previsto dalla circolare del Segretario generale n. 27 dell’11 maggio 2020 Aggiornamento del DVR e eventualmente DUVRI. Apposizione della nuova segnaletica obbligatoria, svolgimento delle operazioni di igiene con materiali e cadenze previsti.
c. Verbale con i funzionari competenti della possibilità concreta di osservare le
indicazioni dell’Opificio delle pietre dure, ICCRPAL e ISCR;
d. Estrema attenzione e riorganizzazione uso dei bagni, aria condizionata e previsione di nuove disposizioni interne per le attività verso persone con disabilità.
e. Attento calcolo del numero di AFAV e altro personale necessario in presenza per la riapertura e formazione specifica quando obbligatoria.
f. Conseguente informativa in ogni sito a RSU (si attendono indicazioni circa
l’applicabilità dell’articolo 7, comma 7, lett. k del contratto – richiesta sindacale posta
oggi)
g. Regolamentazione dell’uso dei termo-scanner qualora obbligatori secondo
prescrizioni statali o regionali.
h. Pianificazione eventuali missioni per ritiro DPI.
i. Implementazione di intese eventualmente necessarie con il concessionario e ALES spa che a loro volta deve informare e/o trattare con rappresentanti dei loro lavoratori e con i loro medici del lavoro.
j. Aggiornamenti del piano della sicurezza ex art 2, comma 2 del DM 330 del 30 giugno 2016 recante: Criteri per l’apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali.
k. Iniziative di pubblicità interna ed esterna, sulla base delle indicazioni di sicurezza elaborate dopo il parere CTS.
l. Provvedimento di apertura in capo al Dirigente dell’istituto/datore di lavoro e relativa comunicazione alla Prefettura competente, a questa Direzione generale e all’Ufficio stampa Mibact.”
Tredici punti, almeno 6 documenti tra informative, verbali e comunicazioni. Una manciata di previsioni e qualche aggiornamento. Tutto questo ha un nome che sembra quasi turpiloquio: burocrazia. Di concreto poco o nulla.
Il paragrafo 5 indica un lungo elenco di enti e siti quali “Utile documentazione di raffronto priva di valore prescrittivo.”. Vuol dire che se non si è capito bene si è liberi di guardare le prescrizioni che ogni ente ha indicato in merito. Una lapide con epitaffio:” ne uccise più la burocrazia che il virus.”. In Svizzera- cantone italiano, lingua italiana: facile- si è proceduto a scrivere le regole suddividendole per tipologia. Un esempio:
“2. Igiene delle mani
• I collaboratori del museo sono pregati di lavarsi le mani quando entrano nel Museo e a ripetere questa operazione più volte al giorno. Il personale potrà inoltre utilizzare regolarmente anche gli erogatori di disinfettante liquido collocati all’ingresso del museo e degli uffici.
• I visitatori e le visitatrici devono disinfettarsi le mani quando entrano nell’edificio.
• Reception e shop del Museo: o Materiale informativo, volantini e altri documenti, così come gli oggetti in vendita allo shop sono resi inaccessibili al pubblico. Saranno esposte in modo visibile unicamente le indicazioni relative ai prezzi d’ingresso e alle agevolazioni, come pure l’informativa sul Covid 19.
• Il pagamento deve essere effettuato preferibilmente senza contanti, con carta di credito o di debito. Per le transazioni in contanti viene messo a disposizione del pubblico un apposito contenitore che verrà regolarmente disinfettato.
• Ai visitatori viene segnalata la possibilità di scaricare l’audioguida sul proprio telefono.
• Lo shop rimarrà chiuso fina a nuovo avviso.
• Le audioguide e altri oggetti interattivi non sono accessibile al pubblico”.
Nessun commento. Possiamo dissertare di interpretazione, di Museo Paul Getty e la chiusura delle strutture espositive, possiamo leggere riga per riga ogni decreto, ogni disposizione. La verità è che la burocrazia è diventata parte di noi, unico vero virus che pervade in Italia ogni settore determinandone lo sfacelo. Difficile uscirne: i politici vanno, i burocrati restano.