Ricerca della felicità:
che strana tentazione

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Secondo le ultime ricerche scientifiche la nostra felicità nel tempo ha un andamento a forma di U. Si può essere molto felici nell’infanzia e nella vecchiaia ma si è destinati a Secondo le ultime ricerche scientifiche la nostra felicità nel tempo ha un andamento a forma di U. Si può essere molto felici nell’infanzia e nella vecchiaia ma si è destinati a una certa sofferenza nella vita di mezzo, che corrisponde al punto più basso della U. I tre studiosi di psicologia ed economia Cheng, Powdthavee e Oswald ritengono si posizioni tra i quaranta e i quarantadue. Si può descrivere la felicità come il rapporto tra le aspettative e i mezzi per realizzarle. A trent’anni uno può essere convinto di poter fare cose grandiose, ma quando verso i quaranta si rende conto che ormai non le farà più le aspettative crollano. In questi ultimi anni il benessere è diminuito in tutta Italia e a farne le spese sono state soprattutto le persone di mezza età, lontane dagli entusiasmi degli esordi e dalle mollezze della pensione. Il quarantenne Lorenzo Marone, ex avvocato napoletano, consapevole della crisi dell’età di mezzo, con il suo romanzo di successo “La tentazione di essere felici” conferma tali ricerche che non identificano vecchiaia e infelicità. Il protagonista Cesare Annunziata, vecchio vedovo, non ha più illusioni, tuttavia intravvede nella sua esistenza ancora la possibilità di essere felici. Ha settantasette anni ma ha voglia di vivere e inveisce: “Dannati vecchi che ve ne state incollati a guardare il mondo da uno spioncino!” Non è stato un marito esemplare per la defunta Caterina e non è mai stato padre modello per i figli. Si ostina a non giocare col nipotino perché gli ricorda la sua vecchiaia. Nutre passioni carnali per Rossana, la matura infermiera che lenisce le solitudini dei vecchi del quartiere Vomero, ove si svolge la storia. Cesare Annunziata ha deciso di occuparsi solo di se stesso fino a quando nel condominio non arriva la giovane Emma col marito, dal quale subisce maltrattamenti. Allora affronta un fenomeno drammatico: il femminicidio. Emma è una vittima, ma prova vergogna e tende a difendere il marito. Per Cesare diventa impossibile non farsi coinvolgere dalla sua richiesta d’aiuto e da vecchio cinico scopre la tenerezza. È costretto a uscire dal suo guscio e s’impegna ancor più a combattere per la sua felicità che non gli appare come qualcosa di statico, che sta lì e non cambia, ma qualcosa di duttile che puoi afferrare a dieci anni come a ottanta o novanta. Cresce, si trasforma e invecchia, proprio come facciamo noi.