Ricerca, l’Italia guida team internazionale: scoperte le cause della chemioresistenza

46
(foto da Pixabay)

Un gruppo internazionale di ricercatori, coordinatore da Stefano Santaguida dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano, ha scoperto una causa sconosciuta della chemioresistenza. Si tratta del meccanismo con cui la cellula tumorale costruisce una barriera in grado di bloccare l’azione dei farmaci anticancro, rendendola inefficace. All’origine del temuto fenomeno, rivela lo studio, ci può essere una nota anomalia cromosomica chiamata “aneuploidia”, ovvero una variazione nel numero di cromosomi, presente nella maggior parte dei tumori. I risultati della ricerca, sostenuta anche da Fondazione AIRC, sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Developmental Cell.
“Il nostro lavoro dà un contributo importante alla comprensione delle cause della chemioresistenza, un rischio che incombe anche sui farmaci anticancro più efficaci – spiega Stefano Santaguida, Group Leader del Laboratorio di Integrità Genomica dello IEO e Professore di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Milano – Abbiamo dimostrato che la cellula tumorale è capace di sfruttare la propria instabilità genetica, sopravvivendo così anche in condizioni di stress importante, quale l’attacco mortale di un farmaco chemioterapico. Tutto sembra partire dall’aneuploidia, un cambiamento del numero di cromosomi, che risulta in un patrimonio cromosomico (o cariotipo) diverso dalle cellule normali e caratterizzato da instabilità genetica. Questa instabilità è alla base del “caos cellulare” caratteristico del cancro, che manda in tilt il normale funzionamento della cellula. È come se le cellule stessero continuamente “rimescolando le carte”. Questo continuo rimescolamento può essere sfruttato da una cellula tumorale, che così sopravvive. Mettendo continuamente sottosopra il proprio corredo genetico, quando viene attaccata da una molecola di chemioterapico può selezionare meglio il suo ‘poker d’assi’, cioè il cariotipo capace di resistere al farmaco. Questo può spiegare perché in alcuni pazienti la chemioterapia a volte non raggiunge i risultati desiderati”