Ricerca, olio di oliva e cancro al seno: Neuromed indaga sui possibili legami

283

Può il consumo regolare di olio di oliva aiutare a prevenire il cancro al seno, il tumore più diffuso in Italia con oltre 55mila casi l’anno, prima causa di morte oncologica nelle donne? Proverà a rispondere a questa domanda Emilia Ruggiero, ricercatrice dell’Istituto neurologico mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia), con uno studio finanziato da Monini per il 2023 attraverso un bando pubblico promosso da Fondazione Umberto Veronesi. Monini conferma così, per il terzo anno consecutivo, l’impegno a sostenere la Fondazione per contribuire a far luce sulle proprietà di uno dei pilastri della dieta mediterranea. “Per decenni i Paesi del Mediterraneo hanno avuto una minore incidenza di tumore al seno a livello mondiale e questo ha fatto ipotizzare che le abitudini alimentari potessero spiegare almeno in parte questi dati”, spiega Ruggiero, fra le premiate durante la cerimonia di consegna dei grant 2023 di Fondazione Veronesi e del sesto ‘Fondazione Umberto Veronesi Award’, all’università Statale di Milano. “L’adesione a una dieta mediterranea nel suo complesso è in grado di ridurre il rischio di tumore al seno – sottolinea la scienziata – ma il ruolo dei suoi componenti chiave, come appunto l’olio di oliva, è stato poco esplorato. Il progetto punta proprio a capire se l’olio di oliva, e in particolare la sua componente di grassi monoinsaturi, possa avere un ruolo nella prevenzione primaria del tumore al seno, nell’ambito di un’alimentazione di tipo mediterraneo”. Lo studio – descrive una nota – utilizzerà il database del progetto epidemiologico ‘Moli-sani’, che dal 2005 ha coinvolto circa 25mila cittadini residenti in Molise per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori, trasformando un’intera regione italiana in un maxi laboratorio scientifico a cielo aperto. In questo caso verranno utilizzati i dati di oltre 11mila donne per le quali sono state raccolte dettagliate informazioni alimentari. I risultati potranno fornire nuove evidenze sul ruolo dell’olio d’oliva per la salute e rappresentare un riferimento per definire future strategie di prevenzione.