Ricerca, tracciata la storia evolutiva del grano duro

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La storia del grano duro come nessuno l’aveva raccontata prima, tracciandone le evoluzioni per comprendere meglio la variabilità genetica delle cultivar attualmente disponibili e per migliorare la qualità nutrizionale della pasta. Lo studio, condotto dal centro di ricerca per la cerealicoltura di Foggia, coordinato da Roberto Papa dell’Università Politecnica delle Marche ed ex direttore del Crea di Foggia, pubblicato dalla rivista Molecular Biology and Evolution, riporta i risultati della ricerca effettuata, attraverso un metodo innovativo sviluppato dai ricercatori del Crea. 

Da sempre l’uomo ha selezionato piante e cereali per massimizzare la resa delle colture ed ottenere benefici alimentari ma, attraverso la valutazione dei cambiamenti nel contenuto metabolico di tre diverse popolazioni rappresentanti i due principali periodi storici di domesticazione del grano, ossia il passaggio dalle specie selvatiche al farro (12 mila anni fa, durante l’età del bronzo) e quello dal farro al grano duro (circa 10 mila anni fa), i ricercatori hanno riscontrato delle differenze significative del contenuto in alcuni metaboliti durante la domesticazione. La ricerca, resa possibile grazie alla disponibilità di un’ampia collezione di frumenti nonché all’utilizzo di una piattaforma di metabolomica all’avanguardia, utilizzabile sia per analisi tradizionali che di frontiera, presenti presso il centro di Foggia, dimostra che la diversità genetica del germoplasma selvatico e delle varietà locali di frumento sono  una ricca fonte di variabilità per selezionare caratteri utili da integrare nelle moderne varietà di frumento duro ed incrementare con successo la qualità della pasta per far fronte alle sfide del prossimo futuro.