Riciclo plastica, industria italiana al top

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Roma, 26 set. – (AdnKronos) – L’industria nazionale del riciclo della plastica continua a crescere in Italia, avviando a riciclo nel 2017 il 43,4% degli imballaggi raccolti e posizionandosi tra le prime grandi economie in Europa per tasso di riciclo, dopo Germania e Spagna. Tra il 2005 e il 2017, inoltre, gli imballaggi avviati al recupero sono cresciuti in modo esponenziale con un +64% recando al Paese un beneficio economico di oltre 2 miliardi di euro per la materia prima non consumata, per la produzione di energia e per il risparmio di emissioni di CO2.

A 20 anni dall’istituzione di Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica a cui aderiscono oltre 2.600 aziende tra produttori, trasformatori, importatori e riciclatori/recuperatori, viene tracciato un bilancio nel Green Economy Report, realizzato in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

“La nuova economia circolare è fattore propulsivo e determinante di competitività sui mercati nazionali ed esteri. Stimolare la ricerca per innovare e arricchire le proposte nel campo del riciclo rivolte al mondo industriale è l’obiettivo di Corepla”, dichiara Antonello Ciotti, presidente Corepla.

Un settore, quello del riciclo, che rappresenta un tema di fondamentale importanza per lo sviluppo e la crescita economica del Paese. “L’Italia, bisogna sempre ricordarlo, rappresenta uno dei Paesi industriali più avanzati al mondo pur non essendo ricca di materie prime. Ma il nostro saper fare, anzi il nostro saper trasformare, ci ha consentito di entrare nel corso del tempo tra le principali potenze economiche mondiali”, dichiara Dario Galli, viceministro dello Sviluppo Economico.

Per Galli, quindi, è “fondamentale sostenere lo sviluppo e la crescita di questo settore poiché non rappresenta soltanto un motore di crescita economica ed occupazionale ma un vero e proprio ‘new deal’ di crescita culturale del Paese verso un domani certamente più sostenibile”.

L’Europa è il secondo produttore mondiale di materie plastiche dopo la Cina, con l’Italia secondo produttore europeo dopo la Germania. Negli anni si è sviluppata un’importante industria del riciclo, tanto che nell’ultimo decennio i rifiuti in plastica avviati in discarica sono diminuiti del 43%, mentre quelli avviati al riciclo sono aumentati dell’80%.

Gli imballaggi in plastica raccolti in Europa nel solo 2016 sono stati 16,7 milioni di tonnellate, oltre il 60% di tutta la plastica raccolta e proprio il riciclo, con il 41% è la prima destinazione degli imballaggi raccolti, seguita dal recupero energetico (circa il 39%) e la discarica (20%). La modalità di gestione a maggior tasso di crescita in 10 anni è stato proprio il riciclo con un +75%. Che aumenterà ulteriormente, visti gli sfidanti obiettivi disposti dal pacchetto europeo sull’economia circolare, con il target per il tasso di riciclo che dal 22,5% previsto nel 2008, viene innalzato al 50% nel 2025 e al 55% al 2030.

Secondo il Report, inoltre, il modello italiano di gestione degli imballaggi plastici risponde già oggi a molti dei criteri introdotti dalla nuova Direttiva quadro europea sui rifiuti.

Negli ultimi due decenni, ricorda il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi, “anche grazie all’azione dei Consorzi, in Italia si è passati da un sistema di gestione dei rifiuti basato principalmente sulla discarica, a uno fortemente orientato al recupero e riciclo. Questa trasformazione ha interessato anche il comparto degli imballaggi in plastica: nel 2017 in Italia è stato avviato a recupero di materia ed energia l’82% dell’immesso al consumo, in particolare è stato riciclato oltre il 43% degli imballaggi immessi al consumo, un dato in crescita e superiore alla media europea. Il prossimo passo decisivo sarà quello di un buon recepimento del pacchetto di Direttive europee sulla circular economy”.

Per il sottosegretario all’Ambiente Salvatore Micillo “i dati ci dicono che nel riciclo degli imballaggi l’Italia è un’eccellenza europea, e questo anche grazie all’azione dei Consorzi, ma nel riciclo della plastica abbiamo il dovere di fare di più. Dai primi provvedimenti di questo Governo, in linea con la nuova direttiva europea sui rifiuti, è chiara la nostra intenzione introdurre misure verso la realizzazione di un modello di economia circolare, promuovendo un uso razionale dei prodotti in plastica e incentivando il riciclo e la raccolta differenziata di qualità.”

Tra il 2005 e il 2017 gli imballaggi in plastica avviati a recupero in Italia sono cresciuti del 64% e Corepla è stato responsabile dell’82% dell’aumento registrato. Il sistema Corepla ha superato nel 2017 il milione di tonnellate di imballaggi in plastica raccolti. Un’eccellenza tutta italiana è rappresentata inoltre dai 15 flussi di materiali selezionati da Corepla che hanno permesso di ottimizzarne il riciclo e di ottenere vantaggi ambientali consistenti.

Sempre tra il 2005 e il 2017 grazie all’azione del Consorzio si è evitato l’utilizzo di oltre 3 milioni di tonnellate di materia prima vergine (oltre 300 Torre Eiffel); il consumo di 71 mila GWh di energia primaria (il 15% di quella consumata in Italia nel 2016) e l’emissione in atmosfera di 6 milioni di tonnellate di CO2eq (oltre 6 mila voli di andata e ritorno Roma-Tokyo).

Inoltre si sono ottenuti più di 2 miliardi di euro di vantaggi economici così suddivisi: 1,5 miliardi come valore della materia prima non consumata, a cui si aggiungono 450 milioni derivanti dall’energia prodotta grazie al recupero dei rifiuti di imballaggio in plastica e 93 milioni stimati per le emissioni evitate di CO2.

All’interno di questo quadro complessivamente positivo, nel Report si evidenziano alcuni elementi di attenzione per migliorare le performance di riciclo. Nel corso degli ultimi anni, nonostante la crescita dei quantitativi raccolti e avviati a recupero di materia, la percentuale di riciclo è leggermente diminuita.

Ciò sembrerebbe riconducibile alla effettiva riciclabilità degli imballaggi in plastica e alla stessa raccolta, testimoniato anche dalla crescita registrata negli ultimi anni della “frazione estranea” (plastica non da imballaggi e materiali non plastici) passata da 42 a 95 mila tonnellate tra il 2014 e il 2017), come anche alla capacità del sistema delle imprese di riciclo di assorbire quantitativi sempre crescenti di imballaggi selezionati e potenzialmente avviabili a riciclo.