Il ricordo delle Foibe ci fa rivivere una tragedia da non dimenticare mai

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Ci scandalizziamo per la crudeltà degli altri. Ma anche noi in guerra siamo come loro. Non ci sono alleati buoni e nemici cattivi. È la paura a rendere crudele. Ecco perché bisogna evitare la violenza, mettendo da parte nazionalismi, orgoglio e interessi. Tanto, non possono esserci vincitori. Solo, lutti, miseria e vendette. Neppure le tombe degli innocenti. È inutile cercare responsabilità e credersi migliori. Sono tutti colpevoli. La storia ce lo insegna. Ma noi abbiamo la presunzione di saperne di più. Nessuno ha ragione. Tranne gli stolti che hanno la pretesa di giudicare.

E se le donne fossero un po’ più prudenti nella scelta del partner?
La follia non scoppia all’improvviso. Il brav’uomo non si trasforma da un giorno all’altro in una belva. Allora, forse è bene rinunciare all’attrazione sessuale che la violenza può suscitare. Visto come va il mondo, serve saggezza anche nell’amore. Fino a ieri vittime erano le donne. Tanti, troppi tragici femminicidi. Ora è in pericolo anche la vita dei figli. La madre non deve essere complice. Se una ragazza sposa un uomo con precedenti di spacciatore, sia valdostano che tunisino, è facile immaginare il finale drammatico. Questo il prete deve dire dal pulpito, non inutili parole di conforto.

Come mai si celebra ancora il concordato tra l’Italia e la Santa Sede?
Si parla pure della necessità di rivederlo, come se ci fosse una magnanima dittatura che concede alla Chiesa il diritto di esercitare il proprio culto. Oggi fede e libertà non c’entrano. I rapporti sono solo di natura economica e regolati dalle leggi. Riguardano perlopiù Imu, Tasi, Iva e la tassa sui rifiuti. Cioè, denaro. Craxi volle addirittura aggiornarlo. Neppure lui aveva capito che un paese democratico non ha bisogno di accordi speciali per comunicare col Vaticano. È uno stato estero come San Marino, la Svizzera, il Principato di Monaco con cui abbiamo rapporti senza dover siglare alcun Patto.

Un fotoreporter italiano gravemente ferito in Siria
Il giornalista deve morire per essere rispettato. Eppure, tra i professionisti è quello che guadagna meno. E non rubano. Persino se Mahmood vince il Festival di Sanremo è colpa loro e Ultimo ha diritto di insultarli. Qualsiasi cosa accada ne hanno la responsabilità. Non è solo il potere a temerli, ma anche gli stupidi che non hanno nulla da nascondere. Pur essendo così esibizioniste, le persone impallidiscono davanti a un microfono o a un taccuino, e tacciono. Solo se uno di loro rimane vittima di incidente (ne muoiono un centinaio ogni anno, altri finiscono in prigione) c’è una finta pietà.

Ma che società è questa? Basta, fateci scendere
Un tempo erano Confucio, Shakespeare, Mark Twain a incuriosire e attrarre gli appassionati delle frasi a effetto sui bigliettini dei Baci. Oggi è di Mara Maionchi la saggezza più allettante. I giovani ne sono affascinati. Non lasciamoci sfuggire l’esclusiva. Prima ci volevano secoli per entrare nella storia. Ora basta poco, anche se se ne esce subito. È il momento delle meteore, del divismo usa e getta, delle nullità che si confondono con i loro fan. Non serve più essere geniali. È nella mediocrità il segreto del successo. Così ogni fallito che applaude si sente, anche lui, un personaggio.

Quando l’arbitro era cornuto, quello era vero sport
Un tempo c’erano gli scherzi tra tifosi e le prese in giro. Chi si giocava barba e baffi, chi la chioma. Qualcuno scommetteva il caffè, i più abbienti la pizza. Alla fine si esultava assieme e si rideva sugli errori. SI facevano pronostici sulla schedina successiva e si giocava al Totocalcio. Oggi non più. Gli avversari sono nemici da distruggere se possibile fisicamente, a sprangate o a coltellate. La maglia del cuore è indossata senza alcuna passione Crescono i canali TV e anche la povertà. Si riduce un ragazzo in fin di vita perché tifa per mercenari dell’altra squadra, pagati fior di milioni.

Ormai il ridicolo dilaga senza confini
È troppo brava perché non avesse qualcosa da spartire con Satana. Ecco come, sfidando il rogo, ha dato la scalata al successo. La complicità è emersa grazie a quel furbo di un esorcista. Aveva scelto il luogo più probabile in cui potesse annidarsi. Infatti, il Diavolo, era, sì, a Sanremo, ma tra le banalità di cui siamo stati vittime. Probabilmente anche lo sconvolgimento della classifica in favore di un cantante non del tutto italiano è opera del Maligno. È in pericolo la fede di un popolo credente e di alta moralità. I veri cattolici sono indignati. Come mai, Santità, lei non si pronuncia?