“Il bando per i finanziamenti del Pnrr all’agrivoltaico si è chiuso mercoledì scorso. Su 1,1 miliardi di risorse dedicate alla misura, le richieste pervenute ammontano a 920 milioni di euro, per un totale di 643 progetti e una potenza complessiva di oltre 1,7 gigawatt. I numeri arrivano dal Gestore dei servizi energetici, l’ente che gestisce la misura per sostenere gli impianti con una tariffa incentivante e un contributo fino al 40% dei costi. Per il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, questo risultato «certifica la matura attenzione del mondo agricolo verso soluzioni che facciano coesistere produzione di qualità e nuove soluzioni energetiche rinnovabili». Il sì dell’agricoltura italiana al fotovoltaico nei campi, però, non è stato unanime. Le principali associazioni del comparto agricolo hanno a lungo dato battaglia contro la collocazione a terra dei pannelli solari, che sottraggono superfici arabili alle coltivazioni nazionali. (…) «Salvi migliaia di ettari di terreni fertili diventati in questi mesi, sulla spinta della corsa alla decarbonizzazione e degli incentivi, l’oggetto dei desideri dei fondi speculativi e dei player energetici», commentava la Coldiretti in una nota”, si legge su Il Corriere della Sera. “Il nostro Paese ha però fissato un target di oltre 131 Gigawatt di energia prodotta da fonti rinnovabili al 2030: rispetto al 2021, vuol dire installare 73 GW di nuova capacità, di cui quasi l’80% derivante da tecnologie solari. (…) il potenziale di sviluppo dell’agrivoltaico in Italia è molto alto: lo scorso anno quella agrivoltaica è stata la tecnologia che è cresciuta maggiormente, contando progetti per quasi 16 GW, circa il 41% del totale mappato, e per un valore di circa 12 miliardi di euro. Se il trend di crescita continuerà di questo passo, entro il 2030 l’agrivoltaico in Italia potrà raggiungere una capacità installata di circa 22 GW, pari al 58% dei nuovi impianti a terra che saranno realizzati al 2030”, continua il giornale.