Ripple: cos’è, come funziona e le differenze con il Bitcoin

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È risaputo che sempre più persone sono attratte da forme di investimento di ultima generazione come le cosiddette cripto-valute. Ma, visto che ne esistono di svariati tipi, quale cripto-valuta conviene acquistare? Si tratta sicuramente di una domanda a cui potrebbe essere particolarmente difficile dare una risposta univoca. Tra le diverse opzioni c’è sicuramente Ripple. Essa, per chi non lo sapesse, è in circolazione dal 2013 ed è fondata sul protocollo OpenCoin. I fondatori Chris Larsen e Jed McCaleb hanno dichiarato che lo scopo della sua creazione è quello di superare i limiti delle altre criptovalute. Ad oggi, si tratta della seconda crypto per capitalizzazione di mercato ed è un’ottima opportunità per tutti coloro che sono interessati a questo mercato. Ovviamente è sempre consigliabile investire solo ed esclusivamente se si hanno le competenze di base, in caso contrario, è consigliabile rimettersi nelle mani di un soggetto qualificato.

Come funziona Ripple?

Ripple è un sistema di pagamento che permette alle banche o istituti finanziari di inviare delle somme in tempo reale, per qualsiasi tipo di pagamento e qualsiasi somma, con un costo di transazione inferiore a quelli standard. Questo, perché non vi è l’intromissione di banche ed istituzioni che pongono limiti e costi alle transazioni. Le banche che lavorano con Ripple (attualmente sono circa 15) possono offrire prodotti e servizi differenziati ai clienti, abbassando i costi di back office per i pagamenti internazionali. Inoltre, non tutti sanno che è possibile anche investire nella criptovaluta Ripple. Tuttavia, se non si hanno solide competenze nel settore, è sempre consigliabile chiedere il parere di un esperto nel settore finanziario.

Ripple e Bitcoin – le differenze

Per chi non lo sapesse, il bitcoin è una criptovaluta (forse la più conosciuta al mondo) che viene utilizzata per pagare beni e servizi, così come le classiche banconote cartacee. Tuttavia, il network di interscambio del bitcoin è decentralizzato, o meglio, digitalizzato: ciò significa, in parole povere, che gli sviluppatori, su base volontaria, contribuiscono alla creazione e alla gestione della moneta virtuale, senza controllo centrale da parte di governi, enti o banche centrali, proprio come Ripple. Quest’ultimo, tuttavia, si basa su un meccanismo di funzionamento parzialmente diverso. Si tratta, infatti, di un sistema di regolamento di pagamento. Ciò significa che le banche possono utilizzarlo anche per il trasferimento di denaro e per il cambio valuta. Infatti, Ripple è un sistema monetario P2P, ovvero peer to peer, mentre con il termine Bitcoin si intende la valuta stessa. Ancora, questa valuta si differenzia dai Bitcoin per la presenza di registri di transazioni (Ledger) che, in pochissimi istanti, consentono di monitorare gli scambi avvenuti e completare le transazioni. Una differenza ulteriore con i Bitcoin è data dalla possibilità di effettuare scambi senza continuità di forma. Ad esempio, è possibile trasferire euro e permettere di ricevere dollari al destinatario (ed ovviamente viceversa). Un’ultima ma fondamentale differenza risiede anche nella distribuzione delle valute. Ripple è una creazione finita, fissata (su quota 100 miliardi); i Bitcoin, invece, verranno distribuiti fino a raggiungere 21 milioni.