Lo studio legale Vizzino: Giudice di pace, no alla riapertura degli uffici

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in foto un'aula del Tribunale di Napoli prima dell'emergenza Covid

“Problematiche connesse alla riapertura, l’11 maggio, degli uffici del giudice di pace nel Mezzogiorno ed in particolare nella Regione Campania inerenti alla inidoneità degli ambienti, alla carenza di informatizzazione degli uffici ed alla impossibilità di avvalersi della trattazione scritta in deroga alla disciplina recata nel codice di rito. Criticità nella gestione e nello smaltimento del contenzioso  e dei connessi adempimenti a carico delle parti e del personale di cancelleria. Assenza di reali tutele per gli operatori del diritto. Necessità di prorogare la sospensione delle attività”: è il titolo di un lungo documento inviato dallo Studio Legale – Associato Vizzino  alla Corte Europea Dei Diritti dell’Uomo, ai ministri della Giustizia e della Sanità,  ai presidenti delle Regione Campania e Basilicata e ai vertici giudiziari delle due regioni. “La gestione della fase 2 dell’emergenza epidemiologica da Covid 19, che si riassume nel concetto di “riapertura”, suscita – a detta dello studio legale – non poche perplessità in assenza di discipline omogenee e criteri certi cui ispirarsi perché non siano posti nel nulla i sacrifici umani ed economici richiesti durante i due mesi di blocco della maggior parte delle attività del Paese. Quel che in questa sede maggiormente interessa ed invita ad una attenta riflessione, è la scarsa attenzione che le Istituzioni hanno mostrato per il settore della giustizia, dimenticandone l’amministrazione e lasciando agli organi di rappresentanza ed ai vari Tribunali la facoltà di regolamentare, con diversi protocolli di intesa, la modalità con le quali dare attuazione alla fase 2, quella della riapertura“.

Qui il documento integrale.