Rischio Grecia, Renzi e Padoan: l’Italia non rischia il contagio

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A cura di Antonio Arricale

Scade oggi il termine per il rimborso di 1,7 miliardi all’Fmi che Atene non intende rispettare e a mezzanotte termina anche il programma di aiuti della troika. La Bce considera possibile la Grexit, ipotesi contro cui Varoufakis minaccia il ricorso alla Corte di giustizia Ue. Il premier Renzi assicura che l’Italia non rischia il contagio. L’Italia è già fuori dalla linea del fuoco dei rischi di un eventuale default greco, ha assicurato il premier Matteo Renzi in una intervista col Sole24Ore. “Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali, l’economia sta tornando alla crescita e l’ombrello della Bce ci mette al riparo“. A rassicurare gli italiani rispetto a possibili rischi di un eventuale contagio causato dal default greco ieri è intervenuta anche una nota del ministero dell’Economia e finanze per chiarire che “un’eventuale evoluzione negativa della crisi potrebbe avere conseguenze su altri soggetti finanziari ai quali l’Italia partecipa, ma la quantificazione dell’impatto diretto sull’Italia di una tale evoluzione non è praticabile con le informazioni attualmente disponibili ed anche negli scenari meno favorevoli è dubbio che vi siano effetti diretti“. Sempre ieri, via twitter, il ministro Pier Carlo Padoan ha precisato che l’esposizione dell’Italia nei confronti della Grecia ammonta a poco meno di 36 miliardi di euro, sottolineando che “circolano dati sbagliati sull’esposizione diretta del Belpaese verso Atene“, tra prestiti bilaterali e garanzie (calcoli aggiornati Esm) “è 35,9 miliardi“. “L’Italia – ha precisato il titolare del dicastero di Via XX Settembre – ha un’esposizione diretta nei confronti della Grecia, in virtù di “prestiti bilaterali“, pari a 10,2 miliardi di euro. Inoltre ha fornito “contributi destinati alla Grecia al fondo salva-stati” per 25,7 miliardi di euro”. “Anche sul debito pubblico italiano circolano informazioni fuorvianti” ha aggiunto, dal suo canto, una nota del ministero del Tesoro, spiegando che “il rapporto debito/PIL nel 2014 è stato del 132,1%, dovrebbe raggiungere un picco del 132,5% nell’anno in corso mentre è programmato in discesa per gli anni successivi, con una traiettoria conforme alle regole contabili dell’UE: 130,9% nel 2016, 127,4% nel 2017, 123,9% nel 2018, 120,0% nel 2019“.

Borse asiatiche

Rimbalzano le Borse asiatiche dopo il pesante avvio di ottava di ieri, ma lo spauracchio della Grecia desta ancora preoccupazione soprattutto dopo le ultime dichiarazioni del proprio Primo Ministro, Alexis Tsipras, che ha chiaramente detto che la Grecia non rispetterà la scadenza del 30 giugno per il pagamento della rata al FMI. Il Nikkei ha chiuso le contrattazioni con un progresso dello 0,63%, Hong Kong guadagna un punto e mezzo percentuale mentre Seoul ha archiviato la seduta in crescita dello 0,67%. Segno positivo anche a Shanghai dove il Composite Index registra un +4% che attenua almeno momentaneamente i forti ribassi dei giorni scorsi. Sul fronte macroeconomico da segnalare che, secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Salute, Lavoro e Welfare, in maggio i salari reali (rettificati tenendo conto dell’inflazione) sono calati in Giappone dello 0,1% su base annua, flessione uguale a quella registrata in aprile. Si tratta del venticinquesimo mese consecutivo di declino. I salari medi mensili sono cresciuti su base annua dello 0,6% in maggio, contro il progresso in aprile rivisto dallo 0,9% allo 0,7% e a fronte dello 0,7% di incremento atteso dagli economisti. Il ministero di Territorio, Infrastrutture, Trasporto e Turismo, ha reso noto che i nuovi cantieri edili residenziali nipponici hanno segnato un progresso del 5,8% in maggio nel terzo mese consecutivo di crescita dopo lo 0,4% di aprile e lo 0,7% di marzo (che aveva messo fine a una striscia di 12 mesi consecutivi in segno meno). Il dato è superiore al 5,5% di incremento previsto dal consensus. Continua invece la frenata dell’edilizia del Giappone, per lo meno in termini di ordini. Secondo i dati diffusi dal ministero di Territorio, Infrastrutture, Trasporto e Turismo in maggio gli ordinativi di nuove costruzioni da parte dei 50 maggiori operatori del settore sono scesi del 7,4% su base annua dopo il crollo del 12,1% registrato in aprile (in febbraio e marzo la lettura era invece stata per crescite dell’1% e dell’8,2% rispettivamente). In maggio secondo quanto comunicato dalla Japan Automobile Manufacturers Association, le esportazioni di auto, camion e bus hanno registrato un declino del 10% nella prima flessione registrata negli ultimi tre mesi.

Borsa Usa

Wall Street in negativo sulla crisi di Atene. Performance meno negative di quelle registrate in Europa, ma comunque come non se ne vedevano da tempo dall’altra parte dell’Atlantico. Il Dow Jones Industrial Average ha segnato la più ampia perdita giornaliera in oltre due anni, mentre il declino dell’S&P 500 è stato il peggiore nell’ultimo anno. A contribuire al trend negativo è stato anche Portorico, Stato satellite degli Usa. Il governatore Alejandro García Padilla ha dichiarato che i debiti del Paese, pari a 72 miliardi di dollari, non sono rimborsabili. Aprendo la porta alla bancarotta se non si riuscirà a organizzare una ristrutturazione. Non si è fatto quasi sentire, invece, l’effetto positivo del dato relativo a maggio sulle vendite di case con contratti ancora in corso. Secondo quanto comunicato dalla National Association of Realtors il Pending Home Sales Index ha registrato lo scorso mese un progresso dello 0,9% rispetto ad aprile a 112,6 punti. Il dato, oltre a essere migliore rispetto al progresso dello 0,6% atteso dagli economisti, vede l’indice tornare a livelli mai così alti dal 2006. Il Dow Jones Industrial Average è crollato dell’1,95% perdendo 350,33 punti a quota 17.596,35. Ancora peggiore la performance dell’S&P 500, in declino di 43,85 punti, pari al 2,09% di flessione, a 2,057.64 punti. Il Nasdaq Composite è arretrato del 2,40% pari a 122,42 punti a quota 4.958,47. Per Dow e S&P 500 la seduta di ieri ha comportato una perdita dall’inizio dell’anno (dell’1,27% e dello 0,06% rispettivamente). Tra in singoli titoli, Gannett +6,46% è andato in rally dopo che il gruppo editoriale ha completato la separazione in due distinte società quotate. In Tegna +5,05% sono confluite le attività digitali e di broadcasting (canali tv, ma anche siti come CareerBuilder.com e Cars.com). In Gannett resta la stampa (la società edita tra l’altro il quotidiano Usa Today). General Electric -1,66% ha annunciato la vendita alla canadese Element Financial delle attività in Usa, Messico, Australia e Nuova Zelanda di Ge Capit al Fleet Services (gestione delle flotte aziendali) per 8,6 miliardi di dollari canadesi (poco meno di 6,3 miliardi di euro) in contanti. Il tracollo dei titoli del settore bancario sui listini europei, in relazione alla crisi greca, si è trasferito anche a Wall Street, con Bank of America -2,99% a registrare la peggiore performance. Male anche Citigroup -2,59%, Jp Morgan -2,56%, Goldman Sachs -2,59% e Wells Fargo -2,40%.

Europa

Avvio in territorio negativo per i maggiori indici azionari europei. Oggi la Repubblica Ellenica non verserà gli 1,55 miliardi di euro dovuti al Fondo Monetario Internazionale, mentre cresce il dibattito sul prossimo referendum del 5 luglio previsto in Grecia per l’approvazione o il rifiuto delle proposte dei creditori. Un eventuale no probabilmente riporterebbe il Paese alla dracma e costituirebbe il primo caso di uscita di una nazione dall’Eurozona. Il Dax tedesco cede in avvio l’1,25%, il Cac 40 francese perde invece l’1,04% mentre l’Ibex 35 spagnolo segna un -0,62%. In rosso anche il Ftse 100 britannico (-0,87%) e il Ftse mib italiano (-0,3%). Nel maggiore indice tedesco perdono terreno anche le banche, con Deutsche Bank che cede l’1,05% e domani registrerà l’insediamento di John Cryan come nuovo amministratore delegato dopo la crisi manageriale che ha portato all’uscita pianificata dei due co-amministratori delegati. Il manager, secondo quanto riportato da Reuters, si sarebbe dato la scadenza del 30 luglio per la pubblicazione del nuovi piano strategico della maggiore banca tedesca. Alla Borsa di Parigi perde quota il lusso dopo un rapporto di Bank of America sul settore. LVMH (-2,9%) ha subito un downgrade ad underperform con prezzo obiettivo in calo da 170 a 150 euro e Bofa ha inoltre abbassato il giudizio su Dior (-4,79%) da neutral ad underperform con prezzo obiettivo da 178 a 165 euro e quello su Hermes (-2,73%) a neutral con prezzo obiettivo in calo a 380 euro. Nel paniere spagnolo limita i danni a un -0,09% il titolo di Banco Sabadell, istituto di credito che avrebbe ricevuto dalle autorità britanniche il via libera all’offerta da 1,7 miliardi di sterline sulla britannica TSB (+0,53% a Londra).

Italia

Debole Piazza Affari dopo il lunedì nero. Negativo il Ftse Mib che segna un calo dello 0,42%, il Ftse Italia All Share dello 0,42%, il Ftse Italia Star dello 0,04%. Ieri Piazza Affari ha chiuso in profondo rosso pagando, come tutte le altre Borse europee, il caos che regna in Grecia dopo la rottura delle trattative tra Atene e i suoi creditori internazionali e la decisione del governo Tsipras di indire un referendum per domenica 5 luglio, dove i cittadini ellenici saranno chiamati ad accettare o meno le ultime proposte dei creditori. Lo spread Btp-Bund è rimasto sotto la soglia dei 150 punti base grazie soprattutto agli acquisti della Bce nell’ambito del quantitative easing. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha chiuso con un tonfo del 5,17% a 22.569 punti. Vendite diffuse sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 6,72% a 14,70 euro, Montepaschi il 10,24% a 1,77 euro, Popolare di Milano il 7,91% a 0,925 euro, Mediobanca il 6,55% a 8,835 euro, Ubi Banca il 7,95% a 7,12 euro, Unicredit il 7,12% a 6 euro. Le vendite non hanno risparmiato nemmeno i colossi pubblici dell’energia, complice anche la discesa del petrolio sotto quota 59 dollari al barile: Eni ha lasciato sul parterre il 4,33% a 16,10 euro, mentre Enel è arretrata del 5,41% a 4,124 euro. Pesanti anche i titoli del comparto industriali, come ad esempio FCA che ha mostrato un tonfo del 6,41% a 13,13 euro. Ansaldo STS e WDF hanno invece limitato i danni chiudendo rispettivamente con un ribasso dello 0,69% a 9,34 euro e dello 0,49% a 10,05 euro.


I dati macro attesi oggi

Martedì 30 giugno 2015

08:00 GER Vendite al dettaglio mag;

08:45 FRA Spese per consumi m/m mag;

09:55 GER Tasso di disoccupazione giu;

09:55 GER Variazione n. disoccupati giu;

10:00 ITA Tasso di disoccupazione mensile (prelim.) mag;

10:30 GB PIL t/t (finale) T1;

11:00 EUR CPI (core) a/a (flash) giu;

11:00 EUR CPI a/a stima flash giu;

11:00 EUR Tasso di disoccupazione mag;

11:00 ITA IPCA (prelim.) giu;

11:00 ITA Prezzi al consumo giu;

12:00 ITA PPI mag;

15:00 USA C/Shiller indice dei prezzi delle case a/a apr;

15:45 USA PMI (Chicago) giu;

16:00 USA Fiducia consumatori (CB) giu.