“Ritrovarsi” di Raffaele Messina, e la storia esce dal libro

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di Fiorella Franchini

Ritrovarsi di Raffaele Messina – Guida editore – è un’appassionante narrazione che a partire dal 1938 percorre gli anni della guerra attraverso lo sguardo del protagonista Francesco Nastasi, figlio del comandante della stazione dei Carabinieri Reali di Capri e del suo amore per Patrizia Levi, di origini ebraiche, costretta a lasciare l’isola insieme alla famiglia in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. Un viaggio esistenziale che allontana il bambino dai posti e dall’innocenza dell’infanzia per catapultarlo nella grande città, nelle problematiche dei rapporti familiari e adolescenziali e trasformarlo in uomo. Un racconto di formazione, una storia sentimentale che, tuttavia, travalica le etichette di genere per diventare Romanzo e null’altro. Raffaele Messina attraverso efficaci squarci narrativi della Napoli occupata e poi libera, conduce il lettore in un mondo di esperienza e lo invita a porsi di fronte al passato “non soltanto con la mente, ma anche con il cuore, la pancia, i piedi. Con la pelle”; con la sua scrittura spedita e intensa riesce a dare maggiore significato ai contenuti di storia, a renderli vivi, a far sentire di più la relazione tra passato e presente. Le pagine diventano una cassa di risonanza di avvenimenti e modi di pensare che permettono al lettore di immaginare luoghi e situazioni, di appropriarsi del senso storico. Le fughe nei rifugi, la carestia, i rastrellamenti, i bombardamenti con tutto il loro carico di distruzione e sofferenza, paure e diffidenze: la storia esce dal libro, si incarna attraverso la parola scritta, si riappropria dei territori e suscita emozioni. La precisione descrittiva ricollega con coerenza e sensibilità alcuni momenti fondamentali e la narrativa diventa un intermediario tra i fatti storici, i sentimenti che vengono a galla, la riflessione che connette il passato con il presente. Per Pasquale Sabbatino le pagine di Messina dialogano con testi e autori come Curzio Malaparte, Maurizio De Giovanni, Eduardo e Peppino de Filippo, Vittorini e la poesia di Alfonso Gatto ma è evidente che c’è tutto il background del critico letterario e del docente, dell’editor e del saggista. Non è un caso se la digressione su Luigi Pirandello permette all’autore di offrire con semplicità una lezione di letteratura e, al tempo stesso, un ragionamento sul compromesso e sull’apparire. Raffaele Messina non esercita soltanto una funzione culturale ma anche una responsabilità educativa perché la mediazione letteraria aiuta l’acquisizione di fatti storici sui quali fare una riflessione che diventi patrimonio di memoria, trasmette con passione lo studio della storia e ne rende la fruizione più agevole, seguendo una tendenza che evidenzia quanto il modo di costruire la narrazione storica debba subire una profonda trasformazione, soprattutto nei confronti della “generazione doppio zero” . Un romanzo complesso con diversi piani di lettura che si integrano con sapiente leggerezza e all’ultima pagina ci accorgeremo di averlo letto né per divertirci né per istruirci ma “per vivere” e ritrovarsi.