Ritrovato un sonetto di Tasso, ora va all’asta. Il volume fu acquistato dal libraio napoletano Gaspare Casella

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E’ tornato alla luce un sonetto autografo di Torquato Tasso (1544 – 1595), il poeta della “Gerusalemme liberata”: la rarità verrà messa in vendita da Finarte a Roma giovedì 16 giugno nella ‘Asta di Libri, Autografi e Stampe’ che comprende 558 lotti. Il manoscritto di “Onor di tomba e di dorati marmi” (1590) sarà proposto con una stima di 40.000 – 60.000 euro. Si tratta del sonetto autografo n.1491 delle “Rime”, tramandato da diversi testimoni ma sconosciuto nella presente versione autografa. Indirizzato a Vincenzo Caracciolo, venne originariamente spedito da Tasso insieme ad un altro sonetto mai giunti però al destinatario, come afferma in una lettera del 12 novembre 1590. L’attuale ritrovamento riguarda il sonetto che doveva accompagnare la missiva del 28 settembre 1590. Il testo originale autografo consente di individuare con certezza il destinatario del componimento, ancora tra parentesi quadre nell’edizione critica. In entrambe le lettere Tasso invocava l’aiuto degli amici napoletani, le consuete richieste di soccorso alla nobiltà napoletana, avendo già avuto l’assicurazione di una provvisione di 600 scudi l’anno proprio dalla famiglia Caracciolo; soccorso che non gli era mai giunto. A fianco del sonetto ritrovato si dispongono altri interessanti documenti dell’epoca, raccolti con cura da un ammiratore anglosassone e conservati entro una prestigiosa legatura d’amatore. In primis la lettera di Leonora d’Este, presunta fiamma amorosa del Tasso, cui la tradizione ottocentesca ha attribuito un ruolo romantico quasi certamente ingiustificato. Di contorno, ma non meno interessanti, due lettere del Duca di Ferrara, a testimoniare il milieu culturale ferrarese che qui voleva essere celebrato.
Curiosa e intrigante la storia del volume che contiene l’autografo del Tasso, assemblato in area britannica agli inizi del Novecento da un collezionista cultore del poeta rinascimentale e appassionato alle vicende della casa d’Este. Fu presente in una vendita dell’antiquario William Schab intorno al 1950 e nel 1955 uscì la notizia dell’acquisto a Londra del presente volume presso la casa d’aste Sotheby’s da parte di un libraio italiano, identificato poi con Gaspare Casella di Napoli. I passaggi successivi non sono noti, ma è evidente che la passione collezionistica ha consentito a questo prezioso testimone tassiano di preservarsi sino ai nostri giorni, mantenendo intatto tutto il suo fascino