Rivelazioni inconsapevoli di verità

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“Non c’è scarsità di vuoto.” Samuel Beckett Giovanni Lo Porto era molto giovane, aveva una bella faccia, un’espressione leale e lo sguardo buono. Lui era così e quello che faceva lo dimostra. Ieri mattina (24

“Non c’è scarsità di vuoto.” Samuel Beckett Giovanni Lo Porto era molto giovane, aveva una bella faccia, un’espressione leale e lo sguardo buono. Lui era così e quello che faceva lo dimostra. Ieri mattina (24 Aprile) alla camera in un’Aula quasi deserta, possiamo dire deserta, davanti a una scolaresca in visita (che certo porterà via una lezione memorabile sui luoghi sacri della politica della nostra nazione) il ministro degli esteri Paolo Gentiloni riferisce sulla morte del nostro sfortunato connazionale. La reazione del presidente della camera Laura Boldrini è stata dura e vigorosa, sottolineando, tra l’altro, che “la scarsa partecipazione reca una grave lesione all’immagine della camera.” Questo è il punto: Che cosa è l’immagine? E’ l’esteriorizzazione dell’identità, della consistenza. L’immagine, possiamo affermare, è una conseguenza, un’esteriorizzazione della personalità. Il problema non è l’immagine ma è il vuoto che non la consente. Tutti assenti, com’è assente l’identità comune, al di sopra delle ovvie differenze. Probabilmente erano, tutti, altrove nei vari bar della zona per ancora fare baruffa sulle solite stucchevoli questioni che hanno a che fare con la spartizione del potere. E’, questo episodio, un altro doloroso “momento della verità” proprio alla vigilia della festa della liberazione. Il disprezzo verso la classe politica oramai ha raggiunto livelli incredibili, ma come si fa a non esserlo quando il loro comportamento prevalente (non di tutti ovviamente) esprime con chiarezza cosa conta davvero, per loro, e indica in modo chiarissimo le varie componenti dell’assenza. Il problema gentile laura Boldrini non è l’immagine, magari fosse solo questo. Io credo che molti esperti d’immagine rimarrebbero senza lavoro se ci si preoccupasse di più della consistenza (non solo in politica) perché quando questa c’è, determina spontaneamente l’immagine di valore. La preoccupazione è tanto più alta quando si deve agire sull’apparenza per nascondere un vuoto di consistenza, appunto, creando a volte però un “effetto labbra rifatte”che anziché nascondere il vuoto ne diventa un perfido segnalatore. Credo addirittura che l’immagine più incisiva sia “quella che si sente”piuttosto che quella che si vede”. Certo nel nostro caso purtroppo alcuni momenti rivelatori della verità fanno coincidere quello che si vede con quello che si sente. Ma non è un bel vedere!