Roma: Bertolaso, Salvini disse ‘punto su di te’

49

Replica al leader della Lega, Guido Bertolaso e racconta che Salvini gli disse di puntare su di lui. In una lunga intervista a Repubblica tv parla anche di una Roma “terremotata” proprio nel giorno in cui dall’Abruzzo arriva una lettera di dura critica contro la sua candidatura.

Salvini disse di puntare su di me – Dopo aver detto che non poteva candidarsi a sindaco per motivi personali il candidato sindaco di centrodestra Guido Bertolaso, dice, “non pensavo più all’ ipotesi di candidatura: mi leggono un comunicato congiunto di Berlusconi, Meloni e Salvini che chiedevano la mia candidatura. E’ stato un fulmine a ciel sereno”. Ricordando come ha accettato la proposta a Repubblica Tv, Bertolaso ha spiegato di aver “parlato con Meloni che mi ha confermato il suo appoggio e con Salvini e gli ho detto che mi lusingava il suo appoggio anche se politicamente possiamo avere idee diverse. Lui mi ha risposto di puntare su di me perché vogliamo vincere”.

Roma città terremotata – “Non me ne vogliano i cittadini dell’Aquila ma Roma è una città terremotata, bombardata in cui si vive con difficoltà. Chi la ricostituisce? C’è chi fa polemica e chi si è gettato a lavorare. Io ci ho messo la faccia e ho un curriculum, gli altri?”.

Lettera degli aquilani: “Bertolaso, non ti vergogni?” – A poco più di 40 giorni dal settimo anniversario del sisma che ha devastato L’Aquila, alcuni comitati e associazioni locali scrivono una lettera aperta ai romani per raccontare “tutti i danni, le speculazioni e le ingiustizie che ha causato Guido Bertolaso sul territorio”. A farlo sono il Comitato 3e32/Casematte, Appello per L’Aquila, Link studenti Indipendenti, Unione degli Studenti e Legambiente che chiedono: “Bertolaso ma non ti vergogni neanche un po’?”, in merito alla sua candidatura a sindaco della capitale. Nella missiva si parla, per capitoli, di “menzogne, repressione, speculazione e ipocrisia”. Tra le prime trova collocazione l’organizzazione all’Aquila, il 30 marzo 2009, della Commissione Grandi Rischi, per “effetto della quale molte persone sono rimaste serene nelle proprie case la notte del terremoto”, poi “la grottesca idea del G8” e “la favola ‘dalle tende alle case'”. “Fin da subito dopo il terremoto – si prosegue – Bertolaso, commissario per l’emergenza, ha utilizzato i suoi poteri per ostacolare in tutti i modi la partecipazione e l’ autorganizzazione della popolazione, vietando assemblee e volantinaggi nelle tendopoli, trasferendo metà della popolazione in altre regioni, e reprimendo ogni tipo di protesta, grazie alla complicità del prefetto e vice commissario Franco Gabrielli”. “Con le palazzine del Progetto Case e le sue 19 ‘new town’ – scrivono comitati e associazioni – Bertolaso ha contribuito alla devastazione del territorio aquilano, occupando 460 ettari fuori città e favorendo, grazie alla deroga sugli appalti dovuta all’ emergenza, le imprese che hanno costruito tali alloggi ad un costo intorno ai 3mila euro a metro quadro. Dopo cinque anni in alcuni di questi sono crollati i balconi e senza che ci fosse bisogno di un terremoto”.

Replica al leader della Lega, Guido Bertolaso e racconta che Salvini gli disse di puntare su di lui. In una lunga intervista a Repubblica tv parla anche di una Roma “terremotata” proprio nel giorno in cui dall’Abruzzo arriva una lettera di dura critica contro la sua candidatura.

Salvini disse di puntare su di me – Dopo aver detto che non poteva candidarsi a sindaco per motivi personali il candidato sindaco di centrodestra Guido Bertolaso, dice, “non pensavo più all’ ipotesi di candidatura: mi leggono un comunicato congiunto di Berlusconi, Meloni e Salvini che chiedevano la mia candidatura. E’ stato un fulmine a ciel sereno”. Ricordando come ha accettato la proposta a Repubblica Tv, Bertolaso ha spiegato di aver “parlato con Meloni che mi ha confermato il suo appoggio e con Salvini e gli ho detto che mi lusingava il suo appoggio anche se politicamente possiamo avere idee diverse. Lui mi ha risposto di puntare su di me perché vogliamo vincere”.

Roma città terremotata – “Non me ne vogliano i cittadini dell’Aquila ma Roma è una città terremotata, bombardata in cui si vive con difficoltà. Chi la ricostituisce? C’è chi fa polemica e chi si è gettato a lavorare. Io ci ho messo la faccia e ho un curriculum, gli altri?”.

Lettera degli aquilani: “Bertolaso, non ti vergogni?” – A poco più di 40 giorni dal settimo anniversario del sisma che ha devastato L’Aquila, alcuni comitati e associazioni locali scrivono una lettera aperta ai romani per raccontare “tutti i danni, le speculazioni e le ingiustizie che ha causato Guido Bertolaso sul territorio”. A farlo sono il Comitato 3e32/Casematte, Appello per L’Aquila, Link studenti Indipendenti, Unione degli Studenti e Legambiente che chiedono: “Bertolaso ma non ti vergogni neanche un po’?”, in merito alla sua candidatura a sindaco della capitale. Nella missiva si parla, per capitoli, di “menzogne, repressione, speculazione e ipocrisia”. Tra le prime trova collocazione l’organizzazione all’Aquila, il 30 marzo 2009, della Commissione Grandi Rischi, per “effetto della quale molte persone sono rimaste serene nelle proprie case la notte del terremoto”, poi “la grottesca idea del G8” e “la favola ‘dalle tende alle case'”. “Fin da subito dopo il terremoto – si prosegue – Bertolaso, commissario per l’emergenza, ha utilizzato i suoi poteri per ostacolare in tutti i modi la partecipazione e l’ autorganizzazione della popolazione, vietando assemblee e volantinaggi nelle tendopoli, trasferendo metà della popolazione in altre regioni, e reprimendo ogni tipo di protesta, grazie alla complicità del prefetto e vice commissario Franco Gabrielli”. “Con le palazzine del Progetto Case e le sue 19 ‘new town’ – scrivono comitati e associazioni – Bertolaso ha contribuito alla devastazione del territorio aquilano, occupando 460 ettari fuori città e favorendo, grazie alla deroga sugli appalti dovuta all’ emergenza, le imprese che hanno costruito tali alloggi ad un costo intorno ai 3mila euro a metro quadro. Dopo cinque anni in alcuni di questi sono crollati i balconi e senza che ci fosse bisogno di un terremoto”.