Ruggiero (Nessuno tocchi Ippocrate): A Napoli nel 2020 già venti aggressioni a medici e infermieri

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Il Pronto Soccorso del Vecchio Pellegrini devastato dai parenti del baby rapinatore ucciso dal carabiniere

A Radio Cusano Tv Italia (canale 264 ddt) è intervenuto Manuel Ruggiero, il presidente dell’Associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, che ha espresso preoccupazione per la vicenda che la scorsa notte ha portato alla distruzione del Pronto soccorso dell’Ospedale Pellegrini di Napoli, da parte dei familiari del 15enne rimasto ucciso dopo un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere in borghese nel quartiere Santa Lucia. “Minuti di inaudita ferocia e violenza dove i parenti e vicini della vittima hanno distrutto tutto quello che trovavano nel loro percorso: apparecchiature mediche, stampanti, computer, vetri del triage – ha detto Ruggiero – Un danno non solo per la struttura ma anche per le persone assistite e hanno messo in pericolo la vita degli operatori sanitari che assistevano questi pazienti. Si tratta del terzo assalto che l’ospedale Pellegrini subisce, è sempre più un ospedale di trincea, e non è questa la fotografia della Napoli per bene che insieme a noi si è indignata per questi atti di aggressione”. Aggressioni che alle strutture ospedaliere sono ormai all’ordine del giorno, come ha sottolineato il presidente: “Dal 2020 contiamo già 20 aggressioni al personale sanitario, un numero alto. Dati che non vengono sempre segnalati perché c’è ancora reticenza, si pensa ancora che l’aggressione verbale sia qualcosa del mestiere e invece no bisogna segnalare”. Le guardie giurate possono fare ben poco: “L’utenza ha timore del pubblico ufficiale, noi abbiamo chiesto il riconoscimento di questa figura. E’ necessaria la presenza delle Forze dell’Ordine, dello Stato per ristabilire la normalità nei pronto soccorso. Mancano i posti di polizia in molti ospedali partenopei, le telecamere non sono sempre presenti in tutte le ambulanze. E’ fondamentale a questo punto la riconoscibilità piena della figura del pubblico ufficiale, quello che manca è la certezza della pena, la punibilità d’ufficio”.