Russia e Italia, le aziende non tagliano i ponti

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Lo scorso 20 giugno il presidente dell’associazione degli imprenditori italiani Carlo Bonomi si è recato a Kiev per incontrare il presidente ucraino  Volodymyr Zelensky.   Due settimane fa il forum economico di San Pietroburgo ha visto la presenza di esponenti della Confindustria italiana tra cui Sono intervenuti Alfredo Gozzi, presidente di Confindustria Russia. La maggior parte delle aziende italiane, nonostante le pressioni, nonostante le minacce di sanzioni secondarie, continua a lavorare sul mercato russo anche se ovviamente il clima turbolento nei confronti della Russia incide sul loro lavoro”. Lo ha detto oggi l’ambasciatore russo Sergey Razov in un’intervista a Russia 24 di cui l’ambasciata ha pubblicato uno stralcio. “450-500 aziende italiane hanno lavorato per decenni qui. Molte di loro per ora si limitano a stare alla finestra, in attesa di sviluppi. Naturalmente ci aspettiamo che il business italiano, ragionevole e di buon senso, non abbia fretta di lasciare il mercato russo”. Due settimane fa il forum economico di San Pietroburgo ha visto la presenza di esponenti della Confindustria italiana tra cui Sono intervenuti Alfredo Gozzi, presidente di Confindustria Russia. Sul palco anche Vincenzo Trani, presidente della Camera di Commercio italo-russa. Le esportazioni italiane verso la Russia valgono poco meno di 8 miliardi di euro l’anno e coinvolgono più o meno direttamente il 3% delle aziende italiane. Lo scorso 20 giugno il presidente dell’associazione degli imprenditori italiani Carlo Bonomi si è recato a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In quell’occasione il presidente di Confindustria ha annunciato la firma di un accordo con il governo ucraino “dove mettiamo a disposizione le nostre lA filiere per la ricostruzione del Paese”. Il leader degli industriali ha poi aggiunto “Abbiamo convenuto anche l’apertura di un ufficio, di una delegazione permanente di Confindustria presso l’ambasciata italiana per accompagnare le imprese italiane nel percorso di avvicinamento all’Ucraina e alla sua ricostruzione”.