Salone del libro di Torino “sui piatti della bilancia”

Copertine colorate, profumo di carta, autori celebri, scrittori sconosciuti, originalità creativa che percorre i colorati stands di case editrici nazionali e internazionali, davvero una grande kermesse del libro, un’ignea fucina di idee, il XXIX Salone Internazionale del libro Torino che, dal 12 al 16 maggio, si è tenuto al Lingotto- Fiere, l’officina della Fiat ormai dismessa. Stupefacente la grande installazione Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto realizzata con diecimila libri, da donare al termine del Salone. “Visioni” è il Salone 2016, di chi guarda lontano, di chi ha capacità progettuale di costruire il futuro sulla base di una forte saldatura tra cultura umanistica e cultura scientifica. In questo intreccio di temi, voci, generi che spicca nel panorama europeo, domenica 15 maggio, presso lo Stand A.N.S.I (Associazione Nazionale Scuola Italiana) To2 UnipegasoTorino, è stato presentato da Claudia Pintus, presidente A.N.S.I. To2, il libro “Sui piatti della bilancia. Le magistrature del commercio a Napoli (1690-1746)” della prof.ssa Maria Natale, ricercatrice dell’Università Telematica Pegaso. Sono intervenute all’incontro la prof.ssa Maria Elena Viscardi, che ha analizzato in modo puntuale e dettagliato il profilo storico-giuridico del testo e la ricercatrice Generosa Manzo, che ha evidenziato la continuità tra passato e presente nel rapporto tra giustizia ed economia. 

Sui piatti della bilancia” ricostruisce la storia delle magistrature di commercio a Napoli nell’arco temporale che va dal 1690 e il 1746. Racconta con acume e rigore la storia del Regno di Napoli negli anni in cui emerse la moderna consapevolezza dell’esistenza di uno stretto rapporto tra diritto ed economia e s’invocò un riordino della giustizia, affinché potesse garantire la certezza del diritto e una magistratura ad hoc per i mercanti. L’autrice, Maria Natale, è partita da fonti pregiate tratte dall’Archivio di Stato di Napoli, dall’Archivio di Stato di Vienna e di Torino, per illustrare il tema ed evidenziarne il valore di attualità.

In realtà, già nel Seicento la riflessione politica aveva esaltato in diversi paesi europei le componenti economiche dell’organizzazione sociale, facendo sentire i suoi riflessi nel Mezzogiorno d’Italia. Il partito dei novatores, formato giuristi, economisti, filosofi, matematici, naturalisti, aveva proposto nuovi indirizzi interpretativi e un rinnovamento della macchina giudiziaria. In Francia sino alla morte di Luigi XIV, il clima non fu tra i più favorevoli alle manifestazioni esplicite del pensiero critico e “moderno”. La cultura espressa dalla Corte del Re Sole e dal suo ministro dell’economia Jean Baptiste Colbert, le loro idee protezionistiche e le Ordinanze in materia commerciale e marittima si addicevano ad uno Stato forte, capace di imporsi, e non influenzarono la politica di Napoli perché non si sarebbero mai potute realizzare in un ambiente depresso, qual era il Mezzogiorno, allora più oggetto che soggetto della politica internazionale. Una nuova visione dei fenomeni economici, più integrata e dinamica di quella di Antico Regime, si andò progressivamente affermando con il regno di Carlo d’Asburgo, che fece sue le idee neomercantilistiche degli alleati anglo-olandesi. Se in Francia già alla metà del XVI secolo erano, dunque, state istituite le giurisdizioni consolari commerciali nei principali punti di snodo delle vie di commercio: Parigi, Lione, Marsiglia, garantendo ai mercanti processi veloci, privi di formalità, ed economici nel costo, nel Regno di Napoli il percorso si compirà in diverse tappe dal 1690 al 1739.

Tra il 1690 e il 1710 non si ebbe a Napoli la forza di instaurare un vero e proprio tribunale, ma soltanto degli organi consultivi. Quando nel 1734 il Regno divenne indipendente e affidato alle cure dei Borbone, il terreno giuridico e giudiziario era ormai maturo all’innovazione. Soltanto nel 1739, durante il Regno di Carlo di Borbone, fu istituito, quindi, un vero e proprio tribunale con funzione giurisdizionale: il supremo magistrato di commercio. Il regno di Carlo può essere considerato una delle pietre miliari della storia moderna per le forti innovazioni introdotte in tutti i campi. Nel 1746 il progetto di riforma, tuttavia, fallì.

L’autrice rammenta l’opera di magistrati come Federico Valignani le cui idee furono palesemente influenzate dal trend progressista che s’instaurò a Napoli. Nel suo lungo memoriale, scritto tra il 1731-1732, dal titolo “Riflessioni sopra il commercio del Regno di Napoli”, analizza  perché il <<bel Regno, fatto dalla natura per essere una terra di promissione, di commodo e di ricchezze>>, si stava trasformando in <<un’Arabia diserta di miserie>>. Ci spiega che per un mercante dell’epoca invocare tutela da parte della magistratura significava entrare in un tunnel senza sbocco.  La giustizia commerciale non poteva essere amministrata allo stesso modo di quella ordinaria.

L’intellettuale politico napoletano Gregorio Grimaldi realizzò una <<brieve scrittura>> nel 1735, “Considerazioni intorno al commercio del Regno di Napoli” e ripose tutte le speranze di risollevare le misere condizioni del Regno nella ripresa del commercio. Il discorso di Grimaldi è molto attuale perché le difficoltà del Regno, non nascevano dalla mancanza di leggi, ma dalla distanza incommensurabile che esisteva tra legge scritta ed il diritto praticato nelle aule di giustizia.

Maria Natale parla del fallimento del progetto di riforma della macchina giudiziaria,  che non era possibile davvero scardinare dal momento che il problema investiva la costituzione complessiva dello Stato e del patto sociale.  Ma nella storia tutto ha un senso ed il presente è sempre gravido di soluzioni future; la ricerca attuale si orienta a studiare strumenti di composizione delle controversie – in materia imprenditoriale e commerciale – capaci di rimediare alla lentezza dei processi e della giustizia tradizionale. Basti pensare alle camere arbitrali istituite presso le camere di commercio, alle ADR (alternative dispute resolutions) poste in atto dalle banche per risolvere i contenziosi sorti con i soci e/o clienti.