Salone del Libro invita Altaforte. Anzi, no

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Roma, 23 gen. (Adnkronos) – Scoppia un nuovo caso al Salone del Libro. Alla notizia dell’invito tramite mail ad finita al centro delle polemiche durante la scorsa edizione della kermesse torinese con il libro di Chiara Giannini ‘Io sono Matteo Salvini’, il Salone del Libro di Torino replica che in realtà non c’è stato nessun invito.

Il chiarimento arriva tramite una nota. ”Il Salone Internazionale del Libro apprende dai mezzi stampa che la casa editrice Altaforte avrebbe ricevuto un invito alla prossima edizione della Fiera” scrive il Salone del Libro. “I contratti sono da perfezionare per volontà delle due parti e, visto il pregresso avvenuto nel 2019, non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società (Altaforte e Sca2080 srl collegata alla prima, ndr)” si sottolinea, precisando che ”in realtà si tratta di una comunicazione commerciale automatizzata, partita dall’Aie, Associazione Italiani Editori, per un’iniziativa congiunta, destinata a un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice Isbn negli ultimi due anni”.

“Caro editore ti abbiamo riservato uno spazio speciale al salone internazionale SalTo Nuovi Editori – si legge nella mail ricevuta da Altaforte – Ogni editore per noi è importante con il suo lavoro arricchisce varietà titoli garantendo bibliodiversità, aiuta a preservare la pluralità e diffusione delle idee”. A dare la notizia dell’invito è stato il ‘Primato nazionale’, la versione online della rivista cartacea edita dallo stesso editore di Altaforte, Francesco Polacchi.

“Possibile che gli organizzatori del Salone del Libro di Torino siano stati folgorati sulla via del pluralismo e della libertà di espressione?”, si chiedeva il sito d’informazione, spiegando che Altaforte aveva “deciso di accettare l’invito e di confermare la partecipazione per il prossimo maggio, precisando però che l’azione legale per il danno subito l’anno scorso resta in piedi”.

“Parteciperemo nonostante le polemiche politiche che quasi sicuramente si solleveranno – aveva dichiarato l’editore Francesco Polacchi – riteniamo che avere uno spazio sia un nostro diritto. Ma ci tengo a precisare che la causa di risarcimento per il danno di immagine subito l’anno scorso andrà avanti”. L’editore di Altaforte aveva interpretato l’invito come un gesto distensivo “nei confronti di un mondo culturale che non merita di essere censurato”.